Si parte sempre con la convinzione di andare per aiutare i più poveri e talvolta credendo di essere la soluzione ai loro problemi. Ma ogni volta è molto più quello che si riceve di quello che veramente si da!
Leonardo Vivian, originario di Salzano (VE), domenica 29 settembre 2013 riceverà, in occasione della 144° Spedizione Missionaria, il crocifisso dal Rettor Maggiore.
Sono Leonardo, e ho 23 anni e da 4 anni faccio parte della Scuola di Mondialità, un cammino formativo che permette di approfondire la spiritualità missionaria salesiana gettando uno sguardo sulle differenze e sulle sofferenze del mondo e dei fratelli.
Questo percorso mi ha dato la possibilità di partire 3 volte, per la durata di un mese ciascuna, andando in Madagascar ed Etiopia (2 volte).
Si parte sempre con la convinzione di andare per aiutare i più poveri e talvolta credendo di essere la soluzione ai loro problemi. Ma ogni volta è molto più quello che si riceve di quello che veramente si da!
Tornato in Italia dopo la mia ultima esperienza nel 2012, mi sentivo dentro la voglia di “restituire” in qualche modo tutto l’amore che avevo ricevuto, donando molto più di un mese all’anno impegnandomi per un anno intero di volontariato!
Questa scelta è maturata anche grazie all’aiuto di tutte quelle persone che, anche indirettamente, mi hanno aperto gli occhi su quello che il cuore mi stava chiedendo.
I primi di ottobre partirò per la Bolivia, più precisamente Santa Cruz de la Sierra. I salesiani, in collaborazione con il VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) sono presenti lì da più di 20 anni, e lavorano con ragazzi e ragazze che vivono in situazioni difficili, di abbandono e degrado sociale.
Il mio compito sarà lavorare assieme ai ragazzi dai 12 ai 18, che provengono dalla strada, cercando di stabilire un primo contatto, di creare le basi per un lavoro di reintegrazione futura. Infatti le varie case all’interno del progetto prevedono un graduale inserimento dei ragazzi, dalla prima accoglienza all’insegnamento scolastico fino all’inserimento nel mondo lavorativo.
Nello spiegare questa mia scelta alla mia famiglia, ed ai miei amici, il punto principale di scontro (perché è inutile negarlo, all’inizio non è stata pienamente condivisa questa mia decisione) era quello del poter fare le stesse cose anche qui in Italia. Mi dicevano: “Anche qui ci sono i poveri, cosa credi?”.
Assolutamente vero! Ma io credo che immergersi in una cultura completamente diversa, in una terra che non è la tua, a contatto con gente completamente nuova, ti dia la possibilità di metterti in gioco completamente. Il fatto di dover imparare una nuova lingua, di dover cambiare abitudini ti faccia concentrare maggiormente nel tuo obbiettivo!
Da questa esperienza mi aspetto molto e non mi aspetto nulla. Mi aspetto di poter lasciare un segno anche piccolissimo del mio passaggio, di poter dire di aver dato un aiuto concreto! Mi aspetto anche di vivere questo anno con il sorriso sempre stampato in faccia e con il cuore sempre pieno di emozioni… ma non mi aspetto anche niente… meglio non desiderare troppo o troppo poco!
Il consiglio che posso dare a tutti quelli che stanno meditando una esperienza simile alla mia è quella di mettersi in gioco. Non lasciate i vostri sogni chiusi in un cassetto! Fate quello che vi sentite dentro!
Un salutone,
Leonardo Vivian
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