Impariamo noi stessi ad usare le nuove tecnologie, in modo da insegnare ai nostri figli come usarle correttamente.
del 13 dicembre 2016
Impariamo noi stessi ad usare le nuove tecnologie, in modo da insegnare ai nostri figli come usarle correttamente.
Ho trovato dei video – a mio avviso molto interessanti – che parlano dell’uso dei cellulari, dei suoi vantaggi e dei rischi che si corrono. Questo mi ha fatto pensare a come noi genitori insegniamo ai nostri figli ad usare la tecnologia.
Educare i figli nell’era digitale presuppone delle considerazioni che ai genitori di 30 anni fa non sarebbero mai venute in mente. Ma è anche vero che, persino a distanza di cento anni, l’educazione dei figli è sempre incentrata su una cosa: la responsabilità dei genitori. Può sembrare scontato, ma – con le variazioni della società, con la donna che è entrata nel mondo del lavoro e con il progresso del mondo virtuale – la dinamica famigliare è cambiata radicalmente. Al punto che, a volte, questi compiti vengono delegati a terze persone, i figli vengono lasciati soli e la tecnologia assume il ruolo di tata (anche quando i genitori sono presenti). E il concetto di vegliare per il benessere dei figli rischia di essere annacquato, o peggio, dimenticato. I figli nella fase della formazione saranno sempre responsabilità dei genitori, ed è per questo che dobbiamo prenderci cura di loro.
Ci sono molte campagne che ci avvertono degli effetti di un uso cattivo delle nuove tecnologie. Nei loro confronti c’è un rapporto di amore ed odio, soprattutto in merito ai social network e al potenziale isolamento dell’essere umano. Le nuove tecnologie non sono sbagliate in se stesse. Hanno un ruolo chiave nella società di oggi: le usiamo tutti, sono necessarie e tendenzialmente utili, perché le loro applicazioni sembrano essere quasi illimitate. Il progresso tecnologico è stato così rapido che ci siamo trovati a utilizzare degli strumenti potentissimi quasi alla cieca e da un giorno all’altro.
Mentre per chi è nato più di 30 anni fa era normale andare a giocare per strada con gli amici, i nostri figli si isolano e si chiudono nelle loro case per giocare con i loro amici – o peggio, con dei perfetti sconosciuti – lasciandosi riempire di messaggi carichi di violenza ed elementi sessualmente espliciti. Oltre al fatto che corrono rischi elevatissimi entrando in contatto con sconosciuti nei social network. Molte volti i genitori non sanno neanche di queste pericolose situazioni.
20 o 30 anni fa la società proteggeva ancora la famiglia. Era molto difficile accedere a materiali nocivi per l’infanzia e la televisione rispettava la fascia protetta. I videogiochi quasi non esistevano (o non erano accessibili a tutti), si giocava all’aria aperta e ci si parlava quasi sempre guardandosi negli occhi.
Queste esperienze passate possono essere molto utili per educare i bambini di oggi. I genitori nati in questa generazione hanno la possibilità di insegnare ai figli come vivere davvero in connessione reciproca e come fare un uso corretto delle tecnologie. Ed è una cosa fondamentale: se non siamo noi a trasmettere questi principi, chi li trasmetterà alle generazioni future?
Eredi di un concetto di libertà molto forte, i nostri figli chiedono a gran voce indipendenza, privacy e autonomia. Ma allo stesso tempo hanno bisogno di contatto umano e di interazione con gli altri. La prima cosa che hanno a portata di mano è internet che, usato male, provoca esattamente il contrario: la frammentazione delle relazioni interpersonali dentro e fuori la famiglia.
Ricordiamoci che noi genitori siamo responsabili nei confronti dei nostri figli. Impariamo noi stessi ad usare le nuove tecnologie, in modo da insegnare ai nostri figli come usarle correttamente.
E quando dico ‘insegnare’ non voglio dire ‘spiegare loro come funzionano’ (la cosa più probabile è che siano loro a insegnarlo a noi), ma fare in modo che i nostri figli utilizzino questi strumenti per il bene loro e della famiglia intera. Se vogliamo che i nostri figli non siano video-dipendenti e che quindi non perdano la loro personalità, è necessario che – in quanto genitori – stabiliamo alcuni limiti. Ad esempio: facciamo in modo che i nostri figli inizino ad usare la tecnologia il più tardi possibile, a casa adibiamo una stanza comune con computer e televisione, non lasciamoli soli con la tecnologia (niente tv e computer in camera) e utilizziamo dei filtri di protezione. Promuoviamo il dialogo, soprattutto in tenera età., infondiamo loro fiducia e quel clima di apertura affinché possano condividere esperienze, timori e curiosità. A tale scopo è fondamentale condividere delle attività all’aria aperta e insieme ad altre persone.
E in ultimo, ma non di importanza, educhiamoli alle virtù. Senza onestà, generosità, forza e temperanza, i bambini e i ragazzi non saranno in grado di gestire in modo adeguato le proprie azioni. Soprattutto in un ambito così potente ed influente quale è il mondo virtuale.
Traduzione a cura di Valerio Evangelista
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