Questa volta «L'intervista Doppia» ha di mira... i nostri capi generali! Abbiamo approfittato dell'esperienza del Confronto 2004 vissuto al colle don Bosco per intervistarli, conoscerli e... metterli a confronto. Lasciamo la parola a Don Pascual Ch√°vez Villanueva che dall'aprile 2002 è il 9° successore di Don Bosco, e a Madre Antonia Colombo 8¬™ successora di Madre Maria Domenica Mazzarello dal 1996.
del 01 gennaio 2002
Pascual
nome
Antonia
56
età ?
69
Salesiano
che lavoro fai ?
Più che lavoro… è una missione: di animare una grande famiglia.
É una vocazione, è una missione.
è un lavoro?
No, è una missione!
Sveglia alle 5; subito la celebrazione dell’Eucarestia e la meditazione con i confratelli; alle 7 sono in ufficio a lavorare fino alle 13 (quando c’è Consiglio dalle 11 alle 13 c’è il raduno); poi pranzo. Alle 15 vado in ufficio fino alle 19.15, poi la preghiera; dopo la preghiera faccio la cena, guardo il telegiornale e torno in ufficio fino alle 23.
la giornata tipo
Devo fare distinzioni: in casa e fuori casa…
In casa è una giornata di incontri virtuali: al computer, corrispondenza con mezzi vari, al telefono… E anche di incontri personali.
E poi certamente il Consiglio: la ricerca con le mie sorelle…
Eh… io mi sento veramente portato a consegnare tutta la mia vita a Dio, sia all’interno della Chiesa, per la costruzione della Chiesa, come per la costruzione del regno di Dio. Ciò vuol dire lavorare con tanti uomini e donne di buona volontà che prendono in mano le cause più importanti della vita dell’uomo e della donna nel mondo.
lavori per il regno di Dio?
Spero…!
Tutto quello che noi facciamo è al servizio della costruzione del Regno di Dio. Infatti noi non lavoriamo esplicitamente o esclusivamente con ragazzi cattolici…
lo stile salesiano è a servizio del regno di Dio ?
Lo stile salesiano è veramente un modo simpatico, attuale, compressibilissimo, come linguaggio, per mostrare l’amore di Dio alla gente e collaborare all’avvento del regno di Dio.
Hanno dei bisogni fondamentali che sono sempre gli stessi: vogliono essere amati, hanno bisogno di persone per accompagnarli nel cammino della vita, per crescere. Sono diversi perché culturalmente le sensibilità di oggi sono diverse da quelle di ieri, però tutto sommato i bisogni fondamentali continuano ad essere gli stessi.
cosa pensi dei giovani di ieri, oggi e domani?
Ma… l’espressione esterna e certamente molto diversa, però al di là dell’apparenza direi epidermica penso che i giovani sono sempre una grossa apertura al futuro e quando trovano un ambiente che segnala orizzonti sono sempre disponibili a lanciarsi in questi orizzonti. Purtroppo molte volte non trovano le segnaletiche in adulti che aprano questi orizzonti e allora si perdono in rigagnoli e in sentieri che non portano da nessuna parte. Ma io credo molto nei giovani, nelle risorse di apertura alla vita, a ciò che è essenziale nella vita che deve crescere in liberta per amare e servire come Cristo c’ha insegnato. Anche quando non sono cristiani: e ho modo nella mia missione di incontrarne parecchi… Alcuni elementi di fondo della natura umana sono ancora molto vibranti nei giovani; ad esempio la sensibilità al volontariato in qualunque forma si presenti. Questo per me e indicativo: è la gioia che hanno di spendersi, ma nessuno a volte li invita o da loro la possibilità di un incontro reale con i veri bisogni di altri giovani. In particolare quando si incontrano con altri giovani i nostri giovani, in una società per lo più consumistica, buttano via tutte le sovrastrutture e vivono una vita sobria, una vita casta per servire…Questa è una cosa bellissima.
Dipende… una proposta di fede e innanzitutto una proposta educativa. Se non si passa da una fase di amicizia a una fase veramente di accompagnamento, direi che resta poco proficua la presenza tra i ragazzi. Tutto il lavoro dovrebbe essere un mezzo o attivarli o per comunicare. Ma quando si resta alla proposta, tutto diventa un club, diventa altro… ma non una missione per i salesiani e per la salvezza dei ragazzi.
molto spesso per riavvicinare i giovani si usano dei discorsi che piacciono a loro, musica, film sport, ecc. come si fa e qual e’ il trucco per passare da un discorso di questo tipo ad un discorso di fede?
Quello di Don Bosco: farci sentire vicini e con la nostra vita porre degli interrogativi, con la nostra vita che più delle parole. E allora ti domandano “Perché sei così”… E lì si può annunciare Cristo.
Un’educazione alla fede dei ragazzi deve comportare parecchie cose; innanzitutto far scoprire la vita come valore: la vita come valore non ha senso se non alla luce di Cristo Gesù. Quindi una vita di maggiore inserimento nella Chiesa e coinvolgimento sociale. La preghiera… è un elemento fondamentale per sviluppare la coscienza dei figli di Dio e anche per rafforzare il nostro impegno di lavoro a favore degli altri.
per gli animatori: spesso nei gruppi ci sono due fasi distinte, quella del gioco, animazione, e quella della preghiera. spesso si tenta di metterli insieme ma a volte si toglie quest’ultima perché si pensa che cosi’ i ragazzi siano più attratti.
tu cosa ne pensi?
Che stiamo deludendo l’attesa più profonda dei giovani. In fondo le attività ludiche e tanti altri diversivi li trovano dovunque: non c’è bisogno che vengano in un gruppo che si dichiara credente. Credo proprio che dovremmo osare un pò di più, lasciar intravedere la vera gioia e introdurre l’incontro con Cristo, che è la sorgente della gioia. Certo gradualmente, come ci diceva don Bosco, partendo da ciò che piace a loro ma non fermandoci lì. Diamo loro quel qualcosa che non trovano altrove, e allora noi non li deludiamo, se no corriamo il rischio di deluderli veramente.
…che viva a fondo in pienezza la gioventù anche come una fase per le scelte più coraggiose della vita.
che consiglio daresti a chi è giovane?
Mi piace dire: siate giovani pensosi, che sanno quel che fanno, non che fanno quel che tutti gli altri dicono che si deve fare, che non seguono le mode culturali, ma che sanno dire perché faccio così o perché non lo faccio. Questo è un primo punto per dissociarsi da una società che ti condiziona pesantemente con le sue mode che hanno una radice soltanto economica.
Dico che deve imparare a mantenere (mamma mia… ma quante domande fate…!)…che deve credere nei ragazzi e che deve imparare soprattutto a mantenere elementi che siano validi.
e a chi non è più giovane?
Eh… Di non fare il giovanilista, ma di trarre profitto dalla propria esperienza e di amarli davvero i giovani, di amare la vita, sapendo che questa evolve. Di amare i giovani con simpatia, fiducia, trasmettendo anche la propria esperienza.
…che questa vostra rivista vi possa aiutare anche a mantenere giovane il cuore!
un saluto ai nostri lettori di «Giovani per i giovani»
Sono felice di poter mandarvi un saluto con tanta simpatia! Conosco qualcosa della vostra bella terra per esservi stata alcune volte. Vi auguro davvero di continuare una tradizione di collaborazione tra Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice e di impegno giovanile che ha dato tanti buoni frutti. Coraggio, avanti insieme! Grazie!
Michele Zecchin, Alessio Basso
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