Nell'Iran degli ayatollah è una «evoluzione» senza precedenti. Si tratta di un dvd di educazione sessuale. Un dvd di tutto rispetto, che anche i cristiani potrebbero utilmente utilizzare se ne avessero bisogno. Ma non ne hanno. Ai bimbi occidentali, infatti, basta fornire un computer e hanno tutta l'informazione che vogliono.
del 16 settembre 2011
 
 
          Sul sito del «Corsera» il 13 settembre 2011, a firma di Leonard Berberi, a tarda sera è comparsa una notizia curiosa. Per noi occidentali sarebbe roba da anni Cinquanta ma nell’Iran degli ayatollah è una «evoluzione» senza precedenti. Si tratta di un dvd di educazione sessuale. Naturalmente, solo per coppie coniugate e, figuriamoci, rigorosamente etero. Pare stia andando a ruba e lo vendono pure le farmacie.
          Il produttore dice di avere avuto qualche problema per ottenere i debiti permessi governativi in un Paese dove esiste una «polizia del costume» e le Guardie della Rivoluzione khomeinista girano in moto per beccare i maschi e le femmine che, senza essere sposati, osano farsi vedere in giro insieme. Ma anche i regolarmente coniugati hanno regole da rispettare all’esterno: la moglie, velata, deve camminare tre passi dietro all’uomo. Cose da Medioveo, direbbe il solito laicista nostrano.
          Senza sapere che, nel nostro Medioevo, cose del genere non c’erano. Ma torniamo al nostro dvd di sesso islamic-correct. Chi l’ha visto dice che si comincia coi fiori che vengono impollinati, immagine poetica che compare anche nel famoso film The Wall, dove però i fiori fanno presto a trasformarsi, nel cartoon, in corpi umani (etero) avvinghiati. Vabbe’, il regista forse ne ha preso ispirazione ma l’immagine è fortemente scontata. Nel dvd però si vede, dopo i fiori, il frutto, cioè un feto che, mentre l’immagine si dissolve, viene fuori da un movimento del bacino.
          Insomma, un dvd di tutto rispetto, che anche i cristiani potrebbero utilmente utilizzare se ne avessero bisogno. Ma non ne hanno. Ai bimbi occidentali, infatti, basta fornire un computer e hanno tutta l’informazione che vogliono. A quelli italiani, anche privi di computer, ci hanno pensato i tiggì, che hanno spiegato a tutte le famiglie il bondage e come sia possibile divertirsi, legati come salami, col sesso estremo senza strangolarsi. Con tanto di interviste a «esperti» del ramo.
          Il dvd iraniano si dilunga poi nello spiegare alle donne le varie tappe del rapporto sessuale e, addirittura, quali profumi usare per incentivarlo. E qui si capisce il perché le autorità governative di Teheran hanno concesso il nullaosta: nell’Iran sciita i divorzi stanno diventando una piaga sociale. Ora, poiché non si può certo mettere in dubbio la poligamia, prevista nel Corano, si tollera l’educazione sessuale per signore. Già, pare che una moglie insoddisfacente induca il marito a prenderne un’altra più giovane.
          O, se non può mantenerne più d’una, a ripudiare la prima. Il divorzio islamico è molto più spiccio di quello occidentale, che implica quintali di carte bollate e avvocati, e ha richiesto diverse rivoluzioni per affermarsi. Il musulmano (maschio) pronuncia il suo ripudio (unilaterale) di fronte a testimoni ed è fatta. Il che, però, comporta sconquassi sociali in quanto cagione di surplus di ex mogli che stentano a ricollocarsi. Da qui anche il curioso (ma non troppo) consiglio, contenuto nel dvd, a «muoversi» durante l’amplesso. Consiglio rivolto alle mogli, naturalmente, con buona pace di chi credeva ancora nella «calienza» delle mediorientali.
          Comunque, se siete interessati, il titolo del documentario è Ashenayeh Mahboub, che dovrebbe significare «amato compagno» o qualcosa del genere. Praticamente è indirizzato alle mogli ed è vendibile solo ai maggiori di diciott’anni. Chissà perché, visto che nei Paesi islamici non è raro trovarsi sposati (a opera delle rispettive famiglie) a età inferiori. Particolare significativo: la musica di sottofondo è l’occidentalissima  Also sprach Zarathustra.
          Il cui titolo cita, in un sol colpo, due personaggi che con l’islam fondamentalista dovrebbero fare a cazzotti: Nietzsche e Zoroastro, quest’ultimo fondatore di una religione i cui esponenti in Iran sono trattati da dhimmi. Ma è anche, come non manca di notare il «Corsera», la colonna sonora del film 2001, odissea nello spazio di Kubrick. Il produttore del documentario, Mohammed Reza Alizadeh, ha anticipato che ci sarà pure un sequel. Suggeriamo, come colonna sonora, Quanne nascette ninno, con opportuna traduzione dal napoletano. Infatti, non riusciamo a immaginare un sequel diverso.
 
Rino Cammilleri
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