Nell'anno del bicentenario della nascita di don Bosco, tra le tante cose da sottolineare c'era questa: la passione di don Bosco per le anime...
"L'anima, Ink". Se c'è una battuta da ricordare del copione della FdG di quest'anno, è questa.
Nell'anno del bicentenario della nascita di don Bosco, tra le tante cose da sottolineare c'era questa: la passione di don Bosco per le anime. Quella passione per cui ha voluto "fare a metá" perchè quella stessa passione non fosse solo sua.
Teofilus, Ink, Lele. Un don Bosco, tre personaggi.
Un bambino che cammina sulla corda, che si diverte a radunare i ragazzi facendo il saltimbanco.
Un ragazzo, Ink, sognatore, visionario, che vede cose che gli altri non vedono (ad esempio, un bambino a Middletown), che si azzarda a rompere gli schemi, a scendere in quella cittá dove c'è da lottare con il virus che svuota i cuori, che rende povera l’anima; una cittá dove il suo arrivo "ha scatenato qualcosa".
Teofilus, il fabbricante delle corde con l'anima, che non ha paura, nel suo lab-oratorio, di continuare a forgiare anime facendo sempre a metá con loro. E che quando è sicuro che nel suo lab-oratorio hanno capito cosa fare, e che quel "fare a metá" forse "sta già capitando", se ne va, affidando la sua missione: "abbi cura di loro, Ink".
“Il mio segreto…il mio segreto degli anni di ragazzo, guardare dritto davanti a me, non fermarsi, non volgere lo sguardo da una parte o dall’altra…Ho il vuoto sotto ai piedi… Guardare dritto davanti a me con lo sguardo rivolto al Signore…tutto è compiuto sono come una cicala che canta, e poi muore…”
Il vuoto. Il vuoto sotto i piedi. Questo è don Bosco. La scelta di fidarsi, ed affidarsi, a Dio. E l'unico modo per lasciargli spazio è fare il vuoto dentro.
Don Bosco aveva un obiettivo: guardare dritto davanti a sè, sempre a salvare anime, e sempre con lo sguardo rivolto al Signore.
Anche Teofilus, dal suo albero, da dove nasce l'energia di Middletown, non si stanca di fabbricare quelle corde che portano l'energia in ogni angolo della cittá, forse del mondo. Perchè i giovani hanno bisogno dell'energia che solo l'albero della vita può dare, i giovani hanno davvero bisogno di senso e passione, e don Bosco, con Teofilus, lo sa bene.
Però c'è un vuoto da combattere. Quel vuoto che "svuota" continuamente le anime. Quel vuoto che insinua l'idea che basti vivere in superficie, seduti su stereotipi, pregiudizi, chiusure facili. Quel vuoto che spegne ogni possibile passione, che non fa vedere un futuro, che toglie la voglia di porsi domande e lottare per ciò che è giusto.
Slammer fa paura....quando il vuoto ti prende diventi un cyborg, non ti distingui più dagli altri, smetti di PENSARE, non sai più riconoscere il bene dal male, tutto diventa un pò la stessa cosa. Questo crea il vuoto: dei replicanti senza identità. E ti illude, proprio come Slammer arrivi a credere che questa sia l'unica via del successo: controllare tutto e tutti, dominare chi perde tempo ancora a sognare e cercare bellezza.
Ma Middletown é da salvare. E la passione per le anime da riaccendere. "Ink, ricordi? Io e te, tutto a metá". Niente di meglio che condividere la passione per la salvezza con chi, temerario, ha saputo trovare il coraggio di scendere nel mondo e lottare per quella stessa passione: "mentre voi discutete, io ho deciso...vado a vedere!!"
E non manca quella pazienza educativa che ha permesso a Tela, Woody, Geronimo, Butterfly, di aspettare, di rischiare di prendersi il virus perchè, per il bene di un amico, di un'anima, si fa anche questo. Salvo poi risultare dei bravissimi attori che "non barattare mia testa con bachi elettronici". Pazienza educativa che ha permesso a don Bosco di rivoluzionare Torino con la bontá, con la calma, con una delicatezza che cambiava i cuori, "non per forza ma per amore".
E, una volta che il virus, ancora una volta, è stato sconfitto, non resta che dire che "tutto è compiuto sono come una cicala che canta, e poi muore…".
Perchè esiste un vuoto cattivo da sconfiggere, ma esiste anche un vuoto buono da ritrovare: è quello che San Giovanni della Croce descrive come pratica per lasciar spazio alla presenza di Dio in noi.
« Per giungere a gustare il tutto, non cercare il gusto in niente
Per giungere al possesso del tutto, non voler possedere niente.
Per giungere ad essere tutto, non voler essere niente.
Per giungere alla conoscenza del tutto, non cercare di sapere qualche cosa in niente. Per venire a ciò che ora non godi, devi passare per dove non godi.
Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai.
Per giungere al possesso di ciò che non hai, devi passare per dove ora niente hai. Per giungere a ciò che non sei, devi passare per dove ora non sei. »
DIAMO UN VOLTO AI PERSONAGGI
Ink
E’ il personaggio che incarna il ragazzo “fuori tempo e fuori sincrono”…incarna quei tipi che paradossalmente hanno un mondo dentro ma spesso non vengono capiti dai coetanei piuttosto mediocri. Ink (da Inchiostro) cerca identità, un abbraccio a cui tornare.
Woody
E’ il simpaticone un po’ codardo, il suo accento slavo maschera la fatica di affrontare le cose importanti, tra cui l’amore.
Slammer
E’ il dj, spaccone, apparentemente sicuro di sé. Si sente un po’ divo perché le folle lo seguono quando mette musica, ma in realtà è un replicante, uno che fa copia e incolla sia dei file mp4 che nella vita. Ritiene giusta la filosofia del non esporsi, del non prendere mai posizione se c’è qualcosa da perdere
Butterfly
Ragazza dalle ali pesanti…si perde nel web, si perde negli amori sbagliati per il suo bisogno d’amore
Geronimo
E’ un generale senza macchia e senza paura, ma in realtà è un personaggio imprigionato dalla paura di sbagliare e di vivere. Porta il nome di un guerriero apache noto per il suo coraggio. Troverà la sua strada?
Tela
Driver cibernetico, la creatività è la sua linfa. Sa riconoscere le periferiche e inviare loro messaggi…ma anche con le persone non se la cava affatto male
Teofilus
Come si deduce dal nome è l’amante di Dio…il personaggio capace di vedere in modo altro..è cieco? Non si capisce..forse ha solo un altro modo di vedere, così come accadeva per Don Bosco.
Lucia Ferraro - don Filippo Gorghetto
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