L'ora di religione: l'ora del nulla?

L'ora di religione è spesso considerata l'ora del nulla, l'ora di relax. Scopriamone le cause e troviamo una soluzione per rendere proficua un'ora che potrebbe offrire spunti di crescita.

L’ora di religione: l’ora del nulla?

da Teologo Borèl

del 01 gennaio 2002

A metà dell'anno scolastico è possibile fare già qualche bilancio. Come va l’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica? Bene, se si considera la percentuale di quanti dichiarano di volersene avvalere. Ma quando a decidere sono di fatto i genitori, soprattutto per le elementari e la prima media tutto cambia. Spesso l’ora di religione è considerata dai ragazzi l’ora del nulla, la cosiddetta “ora buca”, in cui si ripassano le altre materie, in cui ci si riposa e si gioca a battaglia navale! Ma andiamo a scoprire le ragioni…

La religione cattolica non è più la religione di Stato, è vero, ed ormai da un bel po’. C’è però un Concordato da rispettare, ci sono i rapporti con le gerarchie ecclesiastiche da mantenere in sano equilibrio, c’è il Papa in Italia. Insomma, tanti elementi che ci spingono a ritenere importante lo studio della religione cattolica a scuola. La legislazione del Concordato, firmato da Mussolini nel 1929, consentiva a chi non si riconosceva nella religione cattolica di chiedere l’esonero dall’ora di religione. Nei primi anni ottanta, un gruppo di pedagogisti, di uomini d cultura e di scuola, predisposero i “nuovi programmi” della scuola elementare. Si trovò dunque un accordo che prevedeva la sostituzione dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado con una materia che avrebbe dovuto chiamarsi “conoscenza dei fatti religiosi”. Era un piccolo trucco per far prevalere il fattore del “sapere” e della “conoscenza” rispetto a quello della fede.

Il loro generoso tentativo fu bruscamente interrotto dall’emanazione del Nuovo Concordato firmato da Craxi nel 1984 che prevedeva che l’insegnamento della religione cattolica fosse opzionale e, come cita il testo, i “non avvalentesi potessero chiedere materie alternative o allontanarsi dalla scuola”. A questa decisione non furono estranee le pressioni della Chiesa, preoccupata da un lato di privare decine di migliaia di insegnanti di religione cattolica (20% dei quali sacerdoti) e dall’altro di perdere attenti ascoltatori in quelle fasce di età in cui si formano e si condizionano le coscienze. I risultati di oggi parlano chiaro: il 93% degli studenti (con un minimo in Toscana del 84% ed un massimo in Puglia del 98%) segue, volente o nolente, l’ora di religione.

A Roma e Milano si sono fatte delle ricerche sul fenomeno e tutti concordano sulle sue cause generali: secolarizzazione della società. Quando all’inizio del secolo, il papa lanciò l’idea di una “nuova evangelizzazione”, il Cardinale Tettamanzi, allora Arcivescovo di Genova, disse che in Italia non si trattava tanto di convertire gli infedeli, quanto di “evangelizzare i battezzati”. E se si cominciasse proprio dalla scuola?

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