L'Oratorio compie 170 anni!

L'8 dicembre, a mezzogiorno, negli Oratori Salesiani di tutto il mondo ci si raduna in “cerchio” e si prega la Madonna per ricordare quel lontano giorno del 1841, “seme” fecondo dell'Opera di don Bosco. “Prima di incominciare don Bosco recitò un'Ave Maria con Bartolomeo Garelli, perché la Madonna gli facesse la grazia di poter salvare quell'anima. Quell'Ave fervorosa fu feconda di grandi cose”.

L'Oratorio compie 170 anni!

da Spiritualità Salesiana

del 07 dicembre 2011 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

 Il cerchio mariano. Ma che cos’è?

          Il Cerchio Mariano è un “incontro” organizzato dalla Famigli Salesiana (Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice e laici) di tutti gli Oratori sparsi per il mondo, per ricordare quell’8 dicembre del 1841 quando don Bosco, nella sacrestia della chiesa di San Francesco d’Assisi, incontrò Bartolomeo Garelli, uno dei tanti ragazzi sbandati nella Torino di allora.         Il sacrestano stava cacciando Bartolomeo, quando don Bosco intervenne difendendo il ragazzo e dicendo che era un suo amico. A fine messa, don Bosco, dopo un’amichevole conversazione, gli fece un po’di catechismo. Dicono le Memorie Biografiche: “Prima di incominciare don Bosco recitò un’Ave Maria perché la Madonna gli facesse la grazia di poter salvare quell’anima. Quell’Ave fervorosa fu feconda di grandi cose”.          Tutti gli anni a mezzogiorno dell’8 dicembre negli Oratori Salesiani ci si raduna in “cerchio” e si ricorda quel lontano giorno “seme” fecondo dell’Opera di don Bosco. 8 dicembre 1841: la nascita dell’Oratorio           L'8 dicembre 1841, nella chiesa di San Francesco d 'Assisi, don Bosco ebbe l'incontro con il primo dei moltissimi ragazzi che l'avrebbero conosciuto e seguito: Bartolomeo Garelli. Incomincia così l'opera di don Bosco. I ragazzi sono già centinaia: studiano e imparano il mestiere nei laboratori che Don Bosco ha costruito per loro.           Nella festa dell’Immacolata don Bosco stava indossando i paramenti per celebrare la santa Messa. Il sacrestano vedendo un ragazzo in un angolo lo invitò a servire la Messa. Ma questi rispose che non ne era capace perché non lo aveva mai fatto. Il sacrestano lo menò con la canna che gli serviva per accendere le candele e il ragazzo scappò a gambe levate. Don Bosco gli gridò come mai picchiasse il ragazzo e saputo il motivo lo richiamò, dichiarando che era un suo amico. Alla fine della Messa dialogò con il ragazzo, conobbe il suo nome e la sua storia. Si chiamava Bartolomeo Garelli e desiderava veramente avere un amico a cui rivolgersi e da cui farsi aiutare a crescere nella vita e nella gioia. Don Bosco racconta: “Mi alzai e feci il segno della Croce per incominciare, gli parlai di Dio Creatore e del perché Dio ci ha creati. Poi recitai con lui un’Ave Maria (…) Da quel giorno a Bartolomeo si aggiunsero altri giovani. (…) Questo è l’inizio del nostro Oratorio, che fu benedetto dal Signore e crebbe come non avrei mai immaginato” (Memorie dell’Oratorio).

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