L'ultimo samurai

Onore, responsabilità e integrità in un film mozzafiato ambientato nel secolo XIX in Giappone. Al di là delle differenze, al di là del male, al di là del potere per scoprire i veri valori della vita.

L’ultimo samurai

da Quaderni Cannibali

del 21 aprile 2004

Nel 1870, il capitano Algren, interpretato da Tom Cruise, si reca in Giappone per addestrare il primo esercito regolare del Paese, che fino a quel momento aveva basato la difesa dei territori sull'impiego dei samurai. Ora l'Imperatore si prepara a sconfiggere gli ultimi guerrieri rimasti con le sue nuove truppe. Ma quando Algren viene ferito e catturato dai samurai, viene profondamente colpito dai loro ideali e dal senso dell'onore che li guida...

Un gran bel film con Tom Cruise all’apice della sua interpretazione. “Il codice dei samurai implica che essi possiedano un coraggio eroico – è pericoloso, geniale e tenace ma non insensato”, ha affermato Tom Cruise, “É vivere la vita in maniera completa, sino alla fine”. Il Bushido, cioè il codice d’onore dei samurai, era il fondamento di una società che in epoca feudale fino al termine del XIX secolo aveva mantenuto uno stile di vita poetico, ritmato, spirituale ma anche di grande coraggio il cui credo era: vita onorevole o morte!

L’atmosfera che si respira nelle due ore e mezza di proiezione scorrono sullo schermo del cinema con una rapidità impressionante su sfondi da cardiopalmo e musiche (orchestrate dal pluripremiato Hans Zimmer) di un’intensità straziante dal principio alla fine, senza un attimo di tregua. Se esistono tempi morti in questa pellicola del regista Edward Zwick, allora sono stati ben camuffati perché in ogni singolo metraggio è impossibile distogliere lo sguardo da ciò che avviene dinanzi ai nostri occhi e i dialoghi risultano talmente puri ed energici che non si è in grado di dimenticarne lo spirito, mai in nessuna circostanza.

In questo film ogni cosa sembra al suo posto in un incastro perfetto di fotografia, ambientazione, musica e sceneggiatura senza alcuna presunzione, né inutili eccessi bellici, né parole di troppo; infatti gareggerà agli Oscar 2004 con ben 5 nominations.

In un intervista a Cruise è stato domandato “Che valore dobbiamo trovare nel film?”

La sua risposta è stata: “Per quel che riguarda i miei valori, visto che in passato non avevo mai realizzato un film epico ho letto questa meravigliosa avventura che mi ha affascinato per la sua ambizione di fondarsi su basi filosofiche: onore, responsabilità, integrità... Concetti che trovo perfettamente in linea con i miei principi, in quanto essere umano. Per me è stato importante entrare in un'altra cultura, così antica, cui rendere omaggio. In fondo il mio non lo considero un lavoro, perché amo ciò che faccio... Ammiro Zwick per ciò che è riuscito a fare. Il cinema va oltre ogni confine; col cinema è possibile valicare ogni barriera. Io sono un uomo fortunato perché ho potuto viaggiare tanto in patria e fuori, da bambino e da grande, vedere realtà diverse dalla mia e diversi modi di vivere e di pensare. Credo sia importante avere contatto con culture differenti. È ancor più vero quando si parla di genti, popoli e linguaggi differenti. Valorizzare, condividere e conoscere le individualità, le differenze, i diversi valori porta a una comprensione maggiore. Col cinema possiamo farlo e grazie a questo film ho potuto conoscere questa realtà e renderle omaggio”.

 

In questi giorni in cui le differenze sembrano dividere pi√π che unire questo film mi sembra possa essere un buono spunto per riflettere!

CGS Schio

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