Il presidente degli Obiettori Nonviolenti interviene sui tagli al Servizio Civile a fronte delle risorse destinate alla cosiddetta “mini naja” e alla parata militare del 2 giugno. «A quando gli investimenti per dare un futuro al Paese ed ai giovani?».
del 07 novembre 2011(function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk'));           In un momento di drammatica crisi per il Servizio Civile, con una programmazione finanziaria che minaccia tagli ingentissimi alle risorse destinategli, torna di stretta attualità la dialettica fra difesa dello Stato intesa in senso tradizionale e difesa non armata e nonviolenta. Nelle scorse settimane il ministro La Russa è tornato a difendere il progetto 'Vivi le forze armate' dalle critiche mossegli dall'Associazione Obiettori Nonviolenti e da altri soggetti. La Russa ha parlato della necessità di promuovere i 'valori' legati al mondo della Difesa e la 'crescita di giovani con valori sani'.
A Massimo Paolicelli, Presidente di AON, da sempre in prima linea nel contestare gli investimenti in questo progetto, abbiamo chiesto di replicare al Ministro.
Perché in un momento difficile per le finanze dello Stato si sceglie di investire proprio in questo progetto? Quanto quello che lei chiama 'vessillo della sicurezza' diventa strategico in questo momento di crisi economica e sociale? I 'valori della Difesa' di cui parla La Russa sono attuali fra i giovani italiani?
          «Una delle peculiarità di questo Governo ed in particolare del Ministro La Russa è quella di coprire con la propaganda il vuoto delle iniziative concrete intraprese. Per questo il Ministro della Difesa ha a cuore la mini naja, un’iniziativa inutile, anche a detta degli stessi militari, a maggior ragione in un momento di crisi economica. Il Ministro aveva promesso la razionalizzazione dello strumento militare e tagli agli sprechi, tanto da istituire una apposita commissione per rivedere il Nuovo Modello di Difesa. Nulla è stato fatto! Per il personale persiste un numero di graduati maggiore a quello della truppa, e si continuano a tagliare i nuovi arruolamenti, quindi non si fa altro che illudere quei giovani che partecipano alla mini naja. Al contempo, si è sempre pronti a firmare un contratto per l’acquisto di 131 cacciabombardieri F35 al costo di circa 15 miliardi di euro. È notizia di pochi giorni fa l’arrivo di 19 Maserati blindate per i vertici delle Forze Armate. Quando si taglia, si toglie la benzina alle auto dei Carabinieri, che insieme a quelle dei colleghi Poliziotti restano così in caserma anziché controllare il territorio. Ma questo non è il Governo che ha vinto promettendo maggiore sicurezza? Tra i giovani il valore della difesa c’è, fortunatamente non quello testimoniato da La Russa».
Di recente un editoriale del direttore Borrelli ha riaperto il dibattito sulla parata del 2 giugno. AON contesta da sempre i toni militaristi assunti dalle celebrazioni per la Festa della Repubblica ed ha invitato nel passato i volontari del servizio civile a rifiutarsi di salire sui mezzi militari. I toni della rappresentanza dei volontari ci sembrano però più sfumati sull'argomento: ad essere criticata non è la parata in sé, ma solo le modalità di partecipazione dei volontari. Possiamo parlare di divaricazione fra la sensibilità dei volontari e quella degli obiettori di coscienza?
          «Non mi sembra ci siano divaricazioni tra volontari ed obiettori. La posizione della rappresentanza dei volontari è corretta. Un dialogo tra i due mondi, militare e civile, deve esserci e soprattutto deve essere dato il giusto riconoscimento alla difesa nonviolenta. Il problema sono gli interlocutori ed i luoghi. Penso che la parata militare (lo dice la parola stessa) non sia il posto adatto. La parata è un retaggio da vecchie dittature militari. Lasciamo spazio alla fantasia e festeggiamo la Repubblica con forme più civili e meno costose, dove trovino spazio non solo militari e servizio civilisti, ma anche cooperanti, medici, insegnanti, ricercatori, ecc. Tante persone che con il loro silenzioso impegno quotidiano rendono apprezzato il nostro Paese anche all’estero. Siamo fortemente convinti, infatti, che il nostro peso all’estero non derivi dal numero di aerei o carri armati che riusciamo a schierare nei conflitti».
AON è già intervenuta con un comunicato stampa sui tagli alle risorse stanziate nei prossimi anni per il servizio civile. Si sente di aggiungere qualcosa in proposito?
          «L’ulteriore taglio del 39% che ha subito il fondo del Servizio Civile Nazionale fa percepire con maggiore difficoltà sprechi di decine di migliaia di euro come quelli per la mini naja, la parata o l’acquisto delle auto blu, per non parlare dei miliardi di euro degli F35! A quando gli investimenti per dare un futuro al Paese ed ai giovani?».
Daniele Santuliana
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