Nel territorio disastrato dallo tsunami si trovano comunità situate in India, nello Sri Lanka, in Birmania (Myanmar), in Indonesia e in Thailandia. Se non toccati direttamente dalla catastrofe, sono in prima linea per il sostegno delle popolazioni colpite. Attualmente il loro impegno è teso a soddisfare l'urgenza del momento, con gli aiuti di pronto intervento e l'accoglienza di persone rimaste senza alloggio, specie i più deboli come i bambini e gli adolescenti.
del 01 gennaio 2002
La catastrofe del 26 dicembre scorso ha concentrato l’attenzione del mondo intero sul dramma di un’ampia zona che si stende sull’arco di terra prospiciente all’Oceano Indiano, dalle Maldive, salendo per la costa orientale dell’India sino al Golfo del Bengala, per ridiscendere fino alla Thailandia e all’Indonesia. Milioni di persone interessate, quasi 150 mila le vittime accertate, ingenti i danni. Si è accesa la solidarietà verso queste popolazioni devastate. L’economia è ancor più prostrata di quanto già non lo fosse. Si parla di decenni per una ripresa effettiva. Lo slancio ancora vivo della solidarietà non deve affievolirsi sino a scomparire completamente.
Tutte le organizzazioni umanitarie chiedono di produrre progetti di sostegno a lungo termine. Tra queste si inseriscono i salesiani, attraverso il network della solidarietà mondiale strutturato al loro interno con Procure Missionarie e ONG. Se non toccati direttamente dalla catastrofe, sono in prima linea per il sostegno delle popolazioni colpite. Attualmente il loro impegno è teso a soddisfare l’urgenza del momento, con gli aiuti di pronto intervento e l’accoglienza di persone rimaste senza alloggio, specie i più deboli come i bambini e gli adolescenti. Le loro iniziative non si esauriscono nell’immediatezza dei soccorsi, ma mirano alle esigenze a media scadenza (ricostruzione di case, scuole e strutture sanitarie, rifornimento di materiale di lavoro specie per i pescatori e gli agricoltori), e a lungo termine garantendo il sostegno a distanza nei prossimi anni per i bambini orfani o abbandonati.
Nel territorio disastrato dallo tsunami si trovano comunità situate in India, nello Sri Lanka, in Birmania (Myanmar), in Indonesia e in Thailandia. Le ispettorie dell’India funestate sono due: Chennai (Tamil Nadu del Nord) e Tiruchy (Tamil Nadu del Sud). Nella prima vi operano 390 salesiani in 39 case (scuole, centri di formazione professionale, parrocchie, stazioni missionarie, oratori, case d’accoglienza per ragazzi di strada e la gioventù a rischio, e altro), di cui due nelle Isole Andamans e Nicobar (pesantemente colpite). L’ispettoria di Tituchy è organizzata in 22 case dove lavorano circa 200 salesiani nelle stesse attività segnalate per Chennai. Rispetto a quest’ultima, l’ispettoria di Tiruchy è stata colpita più gravemente ed è stato organizzato un Rescue Team dell’Ufficio Progetti Sviluppo salesiano per gli interventi di sostegno alla popolazione. Altra ispettoria gravemente colpita è la neo-eretta visitatoria dello Sri Lanka, organizzata in 11 presenze nelle quali operano 56 salesiani. Tra le iniziative da loro condotte, spiccano quelle delle case di accoglienza e di recupero degli ex bambini-soldato e dei bambini che hanno subito abusi sessuali.
L’impegno che stanno portando avanti all’indomani del maremoto è quello della ricostruzione, dell’accoglienza degli orfani e del sostegno agli sfollati. La zona dove è stato censito il maggior numero di vittime è l’Indonesia. Qui i salesiani sono lontani dalle zone disastrate, ma si stanno prodigando per la raccolta di materiale di prima necessità in aiuto alla popolazione. Le comunità sono 4, situate nelle isole di Giava e Sumba. Vi si contano 65 salesiani di cui 15 impegnati nelle scuole professionali, nei servizi missionari e nella formazione di altri 50 salesiani di cui 40 studenti di filosofia e 10 novizi. Del Myanmar non si hanno segnalazioni di perdite e danni di forte entità a causa del “silenzio” deciso dal governo. Vi lavorano poco più di 50 salesiani distribuiti in 7 case. Infine l’ispettoria di Thailandia-Cambogia, dove le attività salesiane tradizionali vengono portate avanti da poco meno di 90 salesiani operanti in 19 presenze. L’ispettoria si sta adoperando per il sostegno effettivo a mons. Prathan, vescovo salesiano di Surat Thani, la cui diocesi è stata duramente colpita dallo tsunami. In totale, i salesiani che vivono nei territori colpiti dal maremoto sono circa 850 distribuiti in 102 comunità.
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