La Legge di Dio chiede l'ascolto del cuore, un ascolto fatto di obbedienza non servile, ma filiale, fiduciosa, consapevole. La strada della vita eterna è l'osservanza della legge, accompagnata però dalla sequela di Cristo stesso. SeguendoLo e adempiendo la Sua legge, permettiamo che il Signore divenga così parte stessa di noi!
del 10 novembre 2011 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 
 
Continuando nella sua «scuola della preghiera» sui Salmi, all'udienza del 9 novembre Benedetto XVI ha proposto una meditazione sul Salmo 119 secondo la tradizione ebraica, 118 secondo quella greco-latina, che ha definito «un Salmo molto particolare, unico nel suo genere». Attraverso i versi del Salmo 119, Benedetto XVI ha incoraggiato i sacerdoti a riscoprire la bellezza della libera scelta del celibato come via di santificazione.  
All’inizio dell’Udienza generale di oggi, il Santo Padre ha innanzitutto spiegato che la Torah, la legge del Signore, “è rivelazione, è Parola di Dio che interpella l’uomo e ne provoca la risposta di obbedienza fiduciosa e di amore generoso”.
Il Salmo 119 “celebra la bellezza, la forza salvifica, la capacità di donare gioia e vita”, quindi la Legge divina “non è giogo pesante di schiavitù, ma dono di grazia che fa liberi e porta alla felicità”.
Il Salmo inizia con le parole “beato chi cammina nella legge del Signore” (v.1b) e “chi custodisce i suoi insegnamenti” (v. 2a), così come fece la Vergine Maria che “«custodiva, meditandole nel suo cuore» le parole che le erano state rivolte e gli eventi meravigliosi in cui Dio si rivelava”.
La Legge di Dio, ha proseguito il Pontefice, “chiede l’ascolto del cuore, un ascolto fatto di obbedienza non servile, ma filiale, fiduciosa, consapevole”. La strada della vita eterna, come spiega Gesù al giovane ricco, è l’osservanza della legge, accompagnata però dalla sequela di Cristo stesso.
SeguendoLo e adempiendo la Sua legge, permettiamo che il Signore divenga così parte stessa di noi, come avveniva con i sacerdoti leviti, secondo quanto il Signore disse ad Aronne: “Tu non avrai alcuna eredità nella loro terra e non ci sarà parte per te in mezzo a loro. Io sono la tua parte e la tua eredità in mezzo agli Israeliti”.
Il Salmo 119, citato dal Papa, conferma così la seguente realtà: “La mia parte è il Signore”. Una realtà che riguarda i sacerdoti cristiani di ogni tempo, “chiamati a vivere solo del Signore e della sua Parola, senza altre sicurezze, avendo Lui come unico bene e unica fonte di vera vita”.
“In questa luce si comprende la libera scelta del celibato per il Regno dei cieli da riscoprire nella sua bellezza e forza”, ha aggiunto il Santo Padre. Le parole del Salmo 119, tuttavia, sono rivolte a “tutti i fedeli”, chiamati “alla radicalità del vangelo”.
Dopo aver rivolto i propri saluti in varie lingue ai pellegrini presenti in piazza San Pietro, Benedetto XVI ha lanciato un appello a favore delle popolazioni di varie parti del mondo, in particolare dell’America Centrale e del Sud-Est Asiatico, colpite da “alluvioni, allagamenti, frane, che hanno provocato numerosi morti, dispersi, senza tetto”.
Il Santo Padre ha manifestato la propria vicinanza alle vittime delle catastrofi naturali, invitando “alla preghiera per le vittime e i loro familiari e alla solidarietà, affinché le istituzioni e gli uomini di buona volontà collaborino, con spirito generoso, a soccorrere le migliaia di persone provate da tali calamità”.
Benedetto XVI
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