Più di 250,000, forse 500,000 a Parigi, 40,000 a Lione, decine di migliaia a Madrid e Varsavia, diverse centinaia a Roma, Budapest, Mosca, Bucarest, Bruxelles, Londra. Tutti in piazza ieri...
Più di 250,000, forse 500,000 a Parigi, 40,000 a Lione, decine di migliaia a Madrid e Varsavia, diverse centinaia a Roma, Budapest, Mosca, Bucarest, Bruxelles, Londra. Tutti in piazza ieri per questo primo tentativo di allargamento della Manif por Tous francese al resto d'Europa e per celebrare, insieme ai più di 200,000 cittadini europei che hanno sottoscritto la petizione di CitizenGO, la contrarietà alla ideologia "gender" che si vorrebbe imporre a livello europeo.
Una follia che rimarrà tale, nonostante la profusione di finanziamenti e le pressioni politiche che vengono dagli USA di Obama, qualunque sarà il voto sul rapporto Lunacek martedì al Parlamento Europeo. Al proposito, sino a tutta la giornata di oggi, spendendo un minuto per sottoscrivere la petizione (clicca qui), si può ancora fermare la folle corsa verso verso il nuovo totalitarismo ideologico che pare aver contagiato una parte del Parlamento Eu.
Certamente, al pari della ipocrisia di tanti discorsi sull'Europa, queste ripetute votazioni su argomenti esclusi dalle competenze europee, non faranno altro che portare messe di voti ai partiti nazionali ed anti europei.
Tant'è, in Francia ancora una volta il popolo è sceso nelle piazze, nonostante negli ultimi giorni il ministro degli Interni Manuel Valls, avesse provocatoriamente insultato i pacifici organizzatori e tutti i partecipanti, accusandoli di essere estremisti di destra, cattolici conservatori e musulmani antiquati. Tutto ciò a seguito, almeno a Lione delle dichiarazioni pubbliche del Cardinale Barbarin e del capo della Grande Moschea della città, che avevano confermato la loro presenza e invitato i propri fedeli a manifestare pacificamente. Il vizio della sinistra nostrana, ante epoca renziana, ha messo radici in Francia.
Tutti in piazza dunque, dopo due domeniche consecutive nelle quali, prima la marcia per la vita, poi la "giornata di collera" avevano visto la partecipazione consecutiva di 70 e 120,000 persone sempre a Parigi. L'acqua non si ferma, trova sempre una via per tornare al mare...
Le nuove misure "familiofobiche" che riducono la fiscalità di vantaggio per le famiglie con figli, annientano il diritto umano alla libertà educativa dei genitori e il diritto dei genitori, la nuova legge sulla parità che introduce il "dirtto all'aborto", il divieto all'informazione, sino ad arrivare a sanzioni penali e pecuniarie per chi convince una madre a tenere il figlio, unite alle sperimentazioni "obbligatorie" di de-costruzione e ricostruzione sessuale nelle classi scolastiche, non faranno che aumentare le ragioni della protesta.
Ciò che nuoce alla Manif francese è una mancanza di vero sforzo per l'unità di tutti i movimenti e le associazioni che si battono per le medesime ragioni, la sua forza crescente è data invece da una progressiva consapevolezza delle ragioni personali e comunitarie della protesta. Contro o per un di più? La contrarietà nasce da una sperimentazione di un di più della propria famiglia, della felicità e coesione che crea, della capacità di educazione e futuro che essa immette nella prosperità della nazione.
Certamente, tutto è diverso rispetto all'Italia: i problemi sono gli stessi, le sfide pure, medesimi sono i pericoli della perniciosa ideologia che ci colpirà come un uragano. Eppure lì in Francia - e con identica consapevolezza ma diverse geniali modalità, anche in Polonia, Slovenia, Regno Unito, Croazia e in altri paesi - i movimenti di laici si muovono, tornano nella piazza pubblica e danno testimonianza, con o senza l'appoggio delle autorità religiose. Ah, laici cristiani e non cristiani d'Italia...
L'Europa si sta svegliando, persone e comunità di varie fedi, ispirazioni religiose, atei si muovono uniti spinti dalla grande bellezza della famiglia e dal grande dovere di preservare il benessere dei propri figli e delle future generazioni. Vale per lo sforzo enorme degli amici cristiani, ebrei e islamici contrari alla 'eutanasia infantile", in un clima di terrorismo culturale e mass mediatico sovietico, vale per gli amici anglicani, evangelici e cattolici inglesi, vale per tanti altri a partire dalle Chiese ortodosse e greco orientali nelle giovani democrazie europee e paneuropee.
C'è una grande speranza, non costruita sulla sabbia, nemmeno rafforzata da semplici dibattiti teorici o filosofici, ma nata e cresciuta dal sudore, dal cammino comune, da fatiche e notti insonni di studio. Una amicizia nasce, ogni giorno si rafforza, ieri è stata la tappa, l'ennesima buona luce venuta dalla Francia! Non sarà l'ultima, altre vengono già all'orizzonte dalle periferie; dagli scarti dell'Europa dei benpensanti, rinasce una ferma e forte speranza per tutti.
Luca Volontè
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