“La meglio gioventù” è uno di quei film che hanno il potere di costruire un mondo che non vorresti abbandonare mai più. Una di quelle storie che ti aiuta a vivere, a capire, ad amare, a ridere, a provare un dolore profondo...
del 25 novembre 2005
Regia: Marco Tullio Giordana
Interpreti: Luigi Lo Cascio, Alessio Boni, Adriana Asti, Maya Sansa, Jasmine Trinca
Origine: Italia 2003
Durata: 366’ 
Le vicende di una famiglia italiana dagli albori degli anni Sessanta fino ai giorni nostri. Al centro della storia due fratelli, Nicola e Matteo, che vivono inseparabilmente gli anni dell’adolescenza fino a quando l’apparire nella loro esistenza di una ragazza con gravi problemi psichici cambierà le cose...
 
 Hanno detto del film
“La meglio gioventù” è uno di quei film che hanno il potere di costruire un mondo che non vorresti abbandonare mai più. Una di quelle storie che ti aiuta a vivere, a capire, ad amare, a ridere, a provare un dolore profondo. (…) È un grande romanzo popolare e corale, lucido, puntuale e commosso che attraverso la storia di una famiglia borghese come tante dà corpo e anima sullo schermo a quarant’anni di storia italiana. (…) Ci sono due fratelli, due sorelle, un padre e una madre. (…) Ai loro destini s’intrecciano quelli degli amici e di persone incontrate per caso destinate però a cambiare le loro vite. (…) Giordana restituisce senza giudizi il senso del passato e quello del futuro che potrebbe essere migliore, riabilitando parole come amore e famiglia, intesa nel senso più ampio del termine.
(Alessandra De Luca, Ciak n°7, luglio 2003)
 
Pur nella diversità dei caratteri e delle scelte, i due fratelli, e tutti quelli che li circondano, si muovono e agiscono animati da un’idea oggi assai poco diffusa: quella di poter, se non cambiare, almeno in parte, migliorare il mondo. In questo senso, Matteo e Nicola costituiscono davvero “la meglio gioventù” e il film suscita in chi guarda una grande nostalgia e tenerezza nei confronti di una gioventù e di una società senz’altro non pacificate ma anche, per dirla sempre in termini pasoliniani, ricche di una disperata vitalità.
(Mariella Cruciani, www.sncci.it)
 
Quanto al privato, la trama imbastita fra agnizioni e colpi di scena che attestano negli autori una vispa furberia spettacolare (lo prendano come un complimento) non elude gli scontri con i problemi più grossi, mettendo i personaggi di fronte al dolore, alla follia, alla gestione di scelte sbagliate. La lunghezza del film serve a ricordare che la vita è lunga; e ci dà il tempo per riflettere,correggerci, reinventare i rapporti, cambiare radicalmente. Tutto questo non verrebbe a galla se ‘La meglio gioventù’ si riconducesse a un teorema, ma per fortuna i contenuti risultano fantasiosamente avvolti nelle pieghe di una narrazione libera di andare dove vuole.
(Tullio Kezich, ‘Corriere della Sera’, 28 giugno 2003)
CGS
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