Ezio Bosso travolge Sanremo...
Prosegue la gara al Festival di Sanremo. La seconda serata ha visto il debutto delle Nuove Proposte con le prime eliminazioni e gli altri 10 Campioni: Dolcenera, Clementino, Patti Pravo, Valerio Scanu, Francesca Michielin, Alessio Bernabei, Elio, Neffa, Annalisa e Zero Assoluto.
Tra gli ospiti : la star del cinema Nicole Kidman, Eros Ramazzotti, la cantautrice inglese Ellie Goulding, il quartetto delle Salut Salon e Nino Frassica.
Ma l’ospite davvero speciale è il pianista e compositore Ezio Bosso, star mondiale affetto da una malattia neurodegenerativa progressiva.
Come racconta ad Avvenire, il suo salire sul palco dell’Ariston, per cui si dice “emozionantissimo”, è stato anche un atto di coraggio: “Io sono un uomo lento, parlo male, sono timido. Ma dobbiamo rivedere certi modi di pensare e rivalutare la bellezza della lentezza e della fragilità”.
Ezio Bosso presenta a Sanremo l’album “The 12th Room” :
“Si dice che la vita sia composta da 12 stanze. 12 stanze in cui lasceremo qualcosa di noi che ci ricorderanno. 12 le stanze che ricorderemo quando saremo arrivati all’ultima. Nessuno può ricordare la prima stanza dove è stato, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo. Stanza, significa fermarsi, ma significa anche affermarsi. “La libertà che riprende stanza” è un modo dire. Quando abbiamo trovato finalmente un posto dove fermarci abbiamo inventato le stanze. E gli abbiamo dato nomi, numeri e significati. La stanza dei giochi. La stanza della musica. Le stanze della memoria. Sono infinite le stanze. Ma non ci pensiamo mai. Sono così comuni nella nostra vita che le releghiamo ad essere vane chiamandole vani. Poi ci sono le stanze con un carattere. Le stanze della gioia o del dolore. E stanze in cui rifugiarsi e quelle in cui recludersi. Per ogni stanza che percorriamo apriremo una porta che ci porterà dentro e fuori da esse. Le stanze sono vuote o piene e siamo noi a deciderlo. Come se le nutrissimo. Ho dovuto percorre stanze immaginarie, per necessità. Perché nella mia vita ho dei momenti in cui entro in una stanza che non mi è molto simpatica detto sinceramente. E’ una stanza in cui mi ritrovo bloccato per lunghi periodi, una stanza che diventa buia, piccolissima eppure immensa e impossibile da percorrere. Nei periodi in cui sono lì ho dei momenti dove mi sembra che non ne uscirò mai. A volte si trova in un ospedale a volte a casa ma diventa sempre la stessa stanza. E’ una stanza talmente buia che anche gli affetti fanno fatica ad entrarci. Lo avverto, me lo hanno detto. Ma anche lei mi ha regalato qualcosa, mi ha incuriosito, mi ha ricordato la mia fortuna. Mi ha fatto giocare con lei. Mi ha fatto cercare il significato di stanza, mi ha fatto incontrare storie di stanze. E delle stanze dentro al lavoro degli uomini. Che ne condizionano le scelte o ispirano loro malgrado. Quasi tutte le creazioni dell’uomo avvengono in una stanza. Che la vita quindi non è un tempo ma uno spazio. Infinito. E mi ha fatto ridisegnare il concetto di stanza. La mia stanza antipatica mi ha insegnato che Chopin scrisse i suoi Preludi dopo che avevano bruciato la sua stanza a Mallorca, che Cage compose stanze, che Bach fu il primo compositore ufficiale di stanze. Lo sapevate che le canzoni prima si chiamavano stanze? Si, perché la stanza è anche una poesia. E poi che Orfeo entrò nelle stanze internali per fare il patto, che Rachmaninov si chiuse in una stanza e ne uscì suonando un brano di Sgambati su Orfeo e altro ancora. E così ho imparato a inventare stanze da percorrere e mi ha dato la possibilità di scrivere queste 12 stanze nascoste, di costruirle. Mi ha fatto diventare oltre che compositore meteorologo, compositore pneumologo o compositore oceanografo anche un compositore carpentiere”.
Redazione - Ezio Bosso
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