Le condizioni attuali del mondo richiedono uno straordinario impegno educativo. Giunge pertanto tempestivo il richiamo di Benedetto XVI... È al mondo dei giovani che occorre pertanto tornare quale premessa di ogni discorso educativo. Solo capendo i giovani nel loro attuale contesto è possibile offrire risposte credibili.
del 23 febbraio 2008
Le condizioni attuali del mondo richiedono uno straordinario impegno educativo. Giunge pertanto tempestivo il richiamo di Benedetto XVI per risposte credibili all'emergenza educativa. Società e istituzioni di ogni tipo appaiono fragili e disorientate di fronte alla domanda di senso posta dai giovani.
È al mondo dei giovani che occorre pertanto tornare quale premessa di ogni discorso educativo. Solo capendo i giovani nel loro attuale contesto è possibile offrire risposte credibili.
I giovani, anche se vivono in contesti diversi, hanno in comune la sensibilità ai grandi valori della vita, dell'amore e della libertà, ma incontrano anche molte difficoltà nel viverli. Noi non possiamo non guardare ai loro bisogni e alle loro attese e nello stesso tempo non accorgerci degli ostacoli e delle minacce che incontrano.
I giovani ricercano qualità di vita: hanno voglia di vivere pienamente la vita; ricercano modelli di vita significativi; desiderano costruire la propria vita a partire dall'autostima e dall'accettazione positiva di sé. Sentono l'esigenza di nuovi valori, quali la centralità della persona, la dignità umana, pace e giustizia, tolleranza, solidarietà. Ricercano spiritualità e trascendenza, per trovare equilibrio e armonia; desiderano una religiosità soggettiva, sincera, non istituzionale. Nella ricerca del senso della vita richiedono accompagnamento da parte di adulti che li ascoltino e siano capaci di orientarli.
La situazione di povertà, generata da un sistema neoliberale, obbliga molti giovani alla sopravvivenza. Oltre 200 milioni di giovani, il 18% della gioventù mondiale, vive con meno di 1 dollaro al giorno e circa 515 milioni con meno di 2 dollari. Nel 2002 sono stati stimati 175 milioni gli emigranti a livello mondiale, 26 milioni dei quali sono giovani. La mancanza di lavoro, lo sfruttamento ed un sistema educativo precario e selettivo limitano le loro prospettive di futuro: 88 milioni di giovani sono disoccupati; 130 milioni di ragazzi non hanno alcuna istruzione.
La cultura della violenza è vissuta come reazione al disagio; si notano i fenomeni della droga, del terrorismo, delle guerre, i ragazzi soldato, i genocidi. I livelli di delinquenza sono drammaticamente cresciuti nei paesi in via di sviluppo. La delinquenza giovanile è spesso correlata con l'abuso di alcool e di droghe; in Africa essa è collegata alla fame, alla povertà, alla disoccupazione.
Minacce contro la vita e la sua dignità sono costituite da aborto, suicidio, eutanasia, torture, che generano una cultura di morte e la perdita del senso della vita. In un anno praticano l'aborto 5 milioni di ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni. Anche la vita cristiana rischia di non essere valida per i giovani, se non riesce a superare la dicotomia tra fede e vita.
La sensibilità, le forme comunicative ed espressive dei giovani, il loro linguaggio, i loro stili di vita stanno diventando sempre più differenti rispetto a quelli degli adulti. Assumono rilevanza la centralità del corpo e dell'immagine, il valore della sessualità e del mondo affettivo, i nuovi linguaggi che aprono a forme di comunicazione e di rapporti, resi possibili dalle nuove tecnologie.
Esiste da parte dei giovani una forte domanda di nuovi rapporti di amicizia, di affetto, di compagnia, per superare le carenze affettive che li rendono insicuri, poco fiduciosi in sé e incapaci di stabilire rapporti stabili e profondi. Il bisogno di rapporti significativi tra adulti e giovani domanda ascolto e accoglienza.
Soprattutto tra i giovani appaiono nuove forme d'impegno e di partecipazione nel sociale, attraverso reti multiple e aperte di appartenenza, di prossimità, di socialità ristretta e immediata, che si situano tra lo spazio della vita privata e quella pubblica, come le esperienze di volontariato o di servizio civile nelle sue svariate forme e stili, i movimenti no-global, ecologisti, pacifisti.
Costituisce una minaccia quella cultura che promuove un amore possessivo e superficiale, che cerca la soddisfazione immediata del piacere, che promuove la commercializzazione del corpo e lo sfruttamento sessuale, le gravidanze precoci di più di 14 milioni di adolescenti, l'instabilità dei rapporti di coppia. L'Aids provoca infermità gravi e genera paura: almeno il 50% delle nuove infezioni da Hiv sono tra i giovani; circa 10 milioni di giovani è affetto da Aids, di cui 6,2 nell'Africa Sub-Sahariana e 2,2 in Asia. Attualmente sono stimati in circa 15 milioni i ragazzi sotto i 18 anni che sono orfani a causa dell'Aids. La Chiesa trova difficoltà nel presentare una proposta morale significativa per i giovani.
I giovani sentono il bisogno di costruire la propria identità. Sentono poi un grande bisogno di felicità: essere felici è il progetto più grande nel cuore dei giovani. Affermano il diritto alla differenza, che superi la tendenza alla omologazione della società globalizzata e riconosca il valore dell'esperienza vitale al di sopra di ogni ideologia e dottrina. Hanno l'esigenza di essere riconosciuti e di essere protagonisti nella vita sociale, lavorativa e politica.
Risalta sempre più l'attualità del sistema preventivo nell'educazione dei giovani e degli adulti contenuto nella pedagogia di don Bosco. Prevenire è più efficace che curare. Costa meno. La parola del Papa oggi ci spinge nuovamente tutti a condividere la pedagogia del cuore che insegna come amare e salvare i ragazzi nel rispetto della loro dignità e fragilità.
 
Fonte: Osservatore Romano del 23 febbraio 2008
 
don Pascual Ch√°vez Villanueva
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