Concluso l'evento mondiale che ha visto la musica in campo per l'Africa. Da Philadelfia a Londra, da Mosca a Berlino, passando per la capitale italiana, dove si sono esibiti i big della canzone. Vedi alcuni video...
del 03 luglio 2005
 
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NELLA STORIA...
 Un evento musicale che rimarrà nella storia: cantanti di ogni latitudine insieme per dare voce a quanti desiderano un mondo più giusto. Il Live 8 diventa così una delle forme più belle della globalizzazzione, capace di riunire sotto la causa della lotta alla povertà esperienze e forme artistiche differenti. Dieci le città coinvolte, numerosi gli interventi e le testimonianze, a cominciare da quella di Nelson Mandela che da Johannesburg ha avvertito i grandi del mondo: “la Storia vi giudicherà da ciò che fate”. Per l’occasione anche Roma si è accesa, vivendo uno degli eventi più importanti degli ultimi anni, grazie alla presenza dei big storici della nostra musica, insieme agli artisti che si sono affacciati sulla scena da meno tempo. Un pomeriggio iniziato con qualche difficoltà a causa del gran caldo che ha scoraggiato l’afflusso di pubblico, arrivato in massa soltanto in serata, raggiungendo la cifra  di 700 mila persone. E quando sul palco del Circo Massimo salgono in sequenza sul palco Biagio Antonacci, Luciano Liguabue, Jovanotti, Laura Pausini, Claudio Balgioni, Renato Zero e Antonello Venditti, anche Roma s'infiamma e ritrova tutta la sua forza. Decisamente più dura la performance di chi si è esibito nel pomeriggio. Quando non sono ancora le tre del pomeriggio, Francesco De Gregori apre le danze con il suo ''Agnello di Dio'' davanti a poco più di duemila persone. De Gregori imbraccia poi la chitarra e rivisita anche il classico ''La storia siamo noi''. Dopo di lui è Fiorello a fare gli onori di casa in attesa della sigla 'internazionale' da Londra. Quando tutto il mondo si collega con Hyde Park a Londra per l'apertura del concerto londinese affidata a Paul McCartney e agli U2 con ''Stg. Peppers'' in confronto con Roma e con le altre città è arduo.
 
Non va meglio a Zucchero, che è il primo artista italiano a salire sul palco dopo l'apertura ufficiale del concerto, in tempo per partire per Parigi ed esibirsi in serata anche lì. Ma Zucchero non si arrende e regala tre belle esecuzioni di ''Change your heart'', (al pianoforte e in inglese), ''Overdose d'amore'' (con la chitarra) e ''Diavolo in me''. I coraggiosi che sfidato i quasi 40 gradi di temperatura ricambiano ballando sotto la pioggia degli idranti. Nel frattempo a Londra gli U2, sotto un cielo nuvoloso, ma di fronte a una folla immensa, proseguono la loro esibizione con ''One'', in versione rivisitata. Dopo Zucchero, a Roma tocca ai Duran Duran inaugurare il piccolo gruppo di ospiti internazionali. Simon Le Bon fa mea culpa: ''Vent'anni fa eravamo al Live Aid, pensavamo di risolvere i problemi ma non è stato così. Abbiamo le nostre responsabilità nei confronti dell'Africa''. Poi intona in sequenza ''Ordinary World'', ''Save a prayer'' e il datato ''Wild boys''. A Londra intanto la folla delira per Sir Elton John. Il miracolo riesce parzialmente ad Elisa, che si esibisce in versione acustica, davanti a circa 5.000 persone. Sono le 16.10 quando la cantautrice friulana sale sul palco del Live 8 romano e intona ''Luce'', accompagnata solo da una chitarra. E poi il suo ultimo singolo, ''Una poesia anche per te'', per la quale affida l'intero ritornello al pubblico. Dopo Elisa i maxischermi proiettano il ''click spot'' di Richard Curtis contro la povertà che uccide ogni tre secondi una persona. Poi è Ron a raccogliere il testimone, anche lui in versione acustica come se il Circo Massimo semivuoto suggerisse più intimità. Ron canta ''Una città per cantare'', accompagnato solo da un violino e da una chitarra che suona lui stesso, poi si siede al pianoforte e intona ''Non abbiamo bisogno di parole''. 
 
Il pomeriggio prosegue con i Gemelli Diversi, i Negramaro, Tim McGraw e a seguire la moglie Faith Hill e i Planet Funk. Alle 18 tutti gli occhi sono sui maxischermi per Will Smith che apre il concerto di Philadelphia con appello agli 8 grandi del mondo che ''con una firma possono cambiare le cose''. Seguono Le Vibrazioni, i Negrita, Irene Grandi, Tiromancino (anche con Meg) e Max Pezzali graditissimi al pubblico più giovane che continua ad aumentare lentamente. Nel frattempo a Londra Bob Geldof, contrariamente alle dichiarazioni dei giorni scorsi, sorprende salendo sul palco ed esibendosi. Visto in tv, Hyde Park è in effetti un'altra cosa: sul palco salgono anche i Pink Floyd e perfino Bill Gates viene accolto come una star. A Roma intanto è la volta di Alex Britti, che regala virtuosismi con la chitarra tra ''Gelido'' e ''7.000 caffe'''. Alle 20, lo spartiacque del concerto è il discorso di Geldof sulla pressione da esercitare sul G8 che va in contemporanea sui maxischermi di tutte le piazze collegate. Geldof lancia un filmato straziante sui bambini africani denutriti che stentano a reggersi in piedi. Subito dopo sul palco di Hyde Park arriva Madonna, visibilmente commossa. La star chiede alla folla: ''Siete pronti a cambiare la storia?''. La risposta è un'ovazione che al Circo Massimo si trasforma in un coro di fischi quando il collegamento con Londra viene interrotto per accogliere sul palco Cesare Cremonini. Dopo l'iniziale disappunto il ragazzo bolognese fa comunque breccia. Lo segue Nek, quando il Circo Massimo è ormai pieno, pronto ad accogliere i big della serata. Sfilano tra le urla dei fan anche Piero Pelù, Biagio Antonacci, Luciano Ligabue (che il sindaco Veltroni ringrazia per rotto il fronte degli scettici), Jovanotti. Il clou è affidato a Laura Pausini, Renato Zero, Claudio Baglioni e Antonello Venditti. Solo loro nella platea romana riescono a competere con un finale del concerto di Hyde Park che entra nella storia.
 
Mattia Bianchi
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