L'amore del Signore è come un fuoco che dà vigore alla nostra umanità e non può che amarla, perdonarla, redimerla, purificandola con l'azione del suo Spirito.
del 05 maggio 2008
Dopo che Gesù fu asceso al cielo, lo Spirito Santo era disceso sugli apostoli nel cenacolo, cambiando completamente la loro vita. La misericordia del Signore era in loro, come un fuoco, come un vento potente che li proiettava verso l’immensa miseria delle folle. Pietro ripensava spesso all’immagine che Gesù si era attribuito durante l’ultima cena prima della passione: “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto perché senza di me non potete fare nulla”. (Gv 15,5) Come era vero! A Simone sembrava di vivere sempre al limite di se stesso, anzi: oltre il limite di se stesso. Parlava alla gente, guariva i malati; tutti gli chiedevano tempo, parole, gesti, miracoli, attenzione, amore, e lui sapeva di non avere nulla di ciò in se stesso.
 
La comunità dei discepoli si allargava sempre più ed egli ne era il responsabile. Non esistevano più giorno e notte, tempo per sonnecchiare sulla riva del mare. Eppure si sentiva tranquillo, in pace. Sentiva dentro di sé una forza che non cancellava la sua debolezza, ma la utilizzava. Pietro rispondeva a tutti, chiedendo tutto anche lui al Signore Gesù che gli dava il suo Spirito, lo Spirito del Padre. Da quando Gesù aveva domandato il suo amore –“Mi ami tu?” – Pietro viveva domandandogli il Suo. Non diceva più:” Darò la mia vita per te” ma diceva solo: “Prendimi per mano e accompagnami”!
 
Un giorno, passando per una strada affollata di Gerusalemme, in mezzo alla gente che si accalcava per vederlo, per ascoltarlo e chiedergli guarigioni, Pietro si accorse che i miracoli avvenivano anche se solo la sua ombra sfiorava i malati (cf. At 5,15). Bastava dunque la sua ombra per compiere le meraviglie di Dio? Si fermò un attimo ad osservare la sua ombra sulla terra polverosa della via. Il sole era alto e l’ombra lo deformava, con la testa troppo attaccata al corpo e le braccia lunghe fino ai piedi. Istintivamente si rivolse verso il sole, ma dovette subito chiudere gli occhi, accecato. Quando li riaprì nella direzione della sua ombra, fu come se questa fosse stata illuminata al centro dall’impronta luminosa del sole rimastagli negli occhi, come se lo scarabocchio di se stesso, che gli stava davanti, avesse un cuore di fuoco che irradiava su tutto, anche sulla strada e sui poveri che si accalcavano per chiedergli pietà. Si rammentò di una frase che un giorno Gesù aveva proclamato proprio lì, a Gerusalemme: “Io sono la luce del mondo” (Gv 8,12). Sì, solo Gesù era la luce, solo Cristo era il sole della vita. Eppure non era il sole che guariva questi malati, ma la sua ombra. Che mistero! Che la luce di Cristo agisse nell’ombra! Pietro guardò ancora la sua ombra; la guardò con simpatia, come si guarda un bambino. La guardò con gratitudine: Sei dunque tu che annunci in me la luce di Cristo? Sei tu che mostri al mondo che la sua luce è il Signore? Sei tu che agisci come il sole che riscalda, rischiara, risana e fa crescere e fruttificare ogni vivente?
 
Ripensò allora alle tante ombre della sua vita: al suo carattere, alla sua testardaggine, alle parole e alle azioni di cui si pentiva, a ciò che non aveva fatto; e poi, ancora al rinnegamento. Ombre, ombre ovunque. Eppure, era proprio la sua ombra che ora guariva, che era luce e vita per tutti quei poveri. Cristo si serviva della sua ombra per manifestare al mondo la sua luce divina!...
 
Un altro infermo, steso per terra, si alzò esultante, guarito dall’ ombra di Pietro. Si mise a correre e a lodare Dio. Pietro non si mosse; guardò il suolo dove poco prima giaceva l’infermo. Ora la sua ombra era ancora più corta e la sua testa era ormai sparita nel tronco, come sprofondata nel cuore.
 
Continuò il suo percorso con animo lieto perché la sua opaca umanità era ormai interamente segno e strumento della misericordia di Cristo.
 
 
Da Mauro Giuseppe Lepori, Simone chiamato Pietro: sui passi di un uomo alla sequela di Dio, Marietti, Genova-Milano, 2004
Mauro Giuseppe Lepori
Versione app: 3.26.4 (097816f)