Siate maturi con la persona che amate o amerete; siate maturi nelle relazioni amicali e tra colleghi; siate maturi in famiglia e coniugate la libertà con la responsabilità...
del 20 giugno 2017
Siate maturi con la persona che amate o amerete; siate maturi nelle relazioni amicali e tra colleghi; siate maturi in famiglia e coniugate la libertà con la responsabilità...
A pochi giorni dall'inizio degli Esami di Stato, sui social vengono postate le foto delle cene finali delle classi con i professori e quelle di “come eravamo” quando è cominciata l'avventura della scuola superiore. Foto che dicono tanto ma non tutto: tanto perché raccontano di ciò che si è stati insieme, studenti e docenti, in cinque anni intensi ed irripetibili; non tutto poiché c'è ancora un po' di strada da percorrere, l'ultimo miglio che porta all'esito finale tra scritti e orali, tra tensione e concentrazione, tra paure e speranze. L’Esame di Stato, il primo vero esame da grandi, quello che ancora, al solo pensarci, fa tremare anche i genitori e pregare i nonni, lo stesso di cui gli amici che lo hanno già passato affermano che è una passeggiata eppure si stenta a crederci.
Esame, esame, esame, ma ancora non abbiamo parlato di maturità. Infatti, non è tanto una questione di definizione non più in uso, bensì di senso e contenuto, di sostanza e valori. Ai miei alunni all'inizio di quest’anno scolastico ho detto: “Io mi auguro e vi auguro che la maturità di ciascuno prescinda da tre prove scritte ed una orale, superi i crediti ed i voti, persino i più alti, ma sia un percorso - in atto ed in divenire al contempo - che avete già iniziato tra i banchi di scuola il primo anno e che continuerete una volta concluso il ciclo di studi superiori e ben oltre”. Da prof. so bene che a settembre del quinto anno tante riflessioni finiscono sparse al vento come le foglie dell'autunno imminente, eppure allo stesso tempo sono consapevole che nessuna di queste si perde del tutto; come un seme gettato sul terreno buono, al momento opportuno, se la terra viene curata, si trasforma in un germoglio, così le nostre parole riemergono nella mente e nel cuore degli studenti, seppur in modo diverso e graduale.
Quando ciò avviene in una classe tra maggio e giugno, dopo un sorriso discreto di compiacimento per non aver parlato invano mesi prima e una nuvoletta da fumetto con scritto “allora mi ascoltano!”, è l'occasione per aggiungere: “Siate maturi con la persona che amate o amerete; siate maturi nelle relazioni amicali e tra colleghi; siate maturi in famiglia e coniugate la libertà con la responsabilità; siatelo nelle scelte quotidiane e in quelle straordinarie; siatelo durante le vacanze e nell’opzione universitaria o lavorativa; siatelo davanti alle gioie e alle sofferenze vostre e degli altri; siatelo non accettando i compromessi a scapito della vita, della dignità e della verità; siate maturi senza perdere di vista i sogni, i desideri, la felicità!”.
Marco Pappalardo
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