Maturità è non essere banali

Un commissario all'inizio della prova ha detto agli studenti di metterci “mente e cuore” ed anch'io sono convinto che tutto stia in questo...

Maturità è non essere banali

del 26 giugno 2017

Un commissario all’inizio della prova ha detto agli studenti di metterci “mente e cuore” ed anch’io sono convinto che tutto stia in questo...

 

Agli Esami di Stato è ormai quasi giunto il tempo di correggere la prova scritta di Italiano, un tempo privilegiato per i commissari che avranno la possibilità di saggiare il frutto della prima fatica della Maturità. Come spesso accade, le tracce hanno agitato il mondo della scuola e, sui social network, improvvisamente è emerso il continente sommerso degli esperti in materia con e senza titolo, gli stessi che sono allenatori dopo la partita della nazionale, i medesimi che criticano le canzoni del festival di Sanremo, proprio quelli che hanno commentato da poco i risultati elettorali. Naturalmente non mancano tante voci competenti ed illuminate, di chi con le mani in pasta da anni nella scuola, sa ciò pensa e scrive ciò che sa, illuminando la questione. In ogni caso ora la palla passa ai matitoni blu e rossi delle diverse commissioni che sapranno trarre certamente il bello e il buono delle “sudate carte”. Per alcune ore, così almeno si spera, la burocrazia dell’esame – carte su carte e verbali su verbali nonostante il supporto on line – cede il passo alle parole leggere o pesanti, ai fiumi o ai ruscelli di frasi riversate sui fogli di carta timbrati e siglati. Caproni, la natura nell’arte e nella letteratura, robotica, progresso, ricostruzione, nuove tecnologie e lavoro, miracolo economico, sono come il dito che indica la Luna in questo contesto, cioè non sono gli autori o le tematiche il vero centro della questione, bensì ciò che gli studenti hanno scritto lavorandoci da tre a sei ore in media. Non si tratta di aver proposto tracce belle o brutte, autori dentro o fuori programma, bensì del modo in cui esse sono state affrontate in quel fatidico primo giorno.

Un commissario all’inizio della prova ha detto agli studenti di metterci “mente e cuore” ed anch’io sono convinto che tutto stia in questo: l’argomento non ti piace? Rendilo tu straordinario! Non conosci l’Autore? Cogli l’occasione per saperne di più! Tematiche troppo semplici? Non credo che le avresti preferite più difficili! Fonti e riferimenti privi di apprendimento? Riversa sul foglio il meglio di ciò che sai sul tema attingendo dalle varie discipline, dall’attualità, dalle tue letture o passioni culturali!

Chi avrà messo davvero mente e cuore, sarà riuscito a non essere banale e lo scarto dei voti si giocherà proprio sulla capacità di essere andato in profondità, di averlo fatto con stile e seguendo le regole. Naturalmente “mente e cuore” dovranno metterli pure i commissari a cui spetta l’arduo compito della valutazione che, seppur legati alle ferree griglie, non potranno farsi ingabbiare da queste, poiché ciò che va oltre la banalità, ciò che corre sul filo della bellezza, ciò che si innalza quanto basta per essere creativo, necessita di uno sguardo diverso e rinnovato, di una prospettiva di fiducia nelle potenzialità di ciascuno, nella capacità di profezia e cioè di leggere in quelle pagine le pagine di uno scrittore in fieri. Del resto da che esistono gli Esami di Stato, tanti, oggi considerati grandi Autori e letterati, li hanno affrontati e chissà che voto hanno ricevuto nella prima prova!

 

Marco Pappalardo

 

 

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