"Passione, Musica, Educazione" è la rubrica che dà voce ai giovani appassionati di musica, raccontando le loro esperienze, sogni e il ruolo che la musica ha nella loro crescita personale. Un viaggio tra talenti, storie e valori, dove la musica non è solo arte, ma anche vita.
Puoi raccontarci qualcosa di te? Quanti anni hai, dove vivi e cosa fai nella vita?
Ciao, mi chiamo Marco Falubba, ho 47 anni, vivo in un paese in provincia di Brescia, e sono un piccolo imprenditore in ambito moto e scooter, ma in parallelo faccio il compositore/arrangiatore per scoprire chi sono.. per trasmettere la mia visione del mondo attraverso la musica.
Quando e come hai scoperto la tua passione per la musica?
Ho iniziato a 14 anni come dj, ho sempre ascoltato la musica nella sua profondità, giocando a orecchio a scomporre i brani che ascoltavo, per me anche uno stick di batteria è importante, non tralascio mai nulla di ciò che ascolto…
Ma capisco presto che fare il dj per me era un po’ limitativo, volevo sapere come si costruiva, produceva musica, e così mi sono avventurato, grazie a mia madre e mia sorella più grande che mi hanno comprato la prima tastiera e campionatore all’età di 18 anni…. e da lì è partito il mio viaggio esplorativo, alla ricerca di sonorità per dare ambientazione sonora ai miei sentimenti… come se fosse un bisogno…
Hai un artista o un genere musicale che ti ha ispirato particolarmente?
L’artista che più mi ha illuminato e motivato credo sia Peter Gabriel, con la sua musica eterna, il suo carisma e fermezza nel suo modo di comunicare, nelle sue canzoni si percepisce autenticità e libertà artistica, anche Bach ha la sua importanza per me, mi aiuta ad entrare nelle mie stanze interiori…. talvolta lo prego anche… poi invece spostandomi in europa, come gruppo moderno i Keane sono quelli che più mi trasmettono libertà di spirito, e riescono a farmi pensare a Dio, sebbene i testi non ne facciano riferimento… ma la musica è così, trapela di mistero…
Qual è il ruolo della musica nella tua vita quotidiana?
La musica è veramente fondamentale, per me in particolare, perché facendo composizione ho bisogno di ascoltare musica e in generale un po’ tutta la musica, ho necessità di confrontarmi con quelli più bravi di me, se voglio crescere. Talvolta la musica aiuta a togliere tensioni e aloni di ambienti ruvidi che si frequentano (lavoro, supermercati, ecc)…tuttavia ci sono dei periodi che non ne sento la necessità, ho bisogno di silenzio assoluto, forse perché la musica oggi è ovunque, facendoti perdere il desiderio di cercarla…
Quante canzoni hai prodotto finora e qual è quella più riuscita, secondo te?
Fino ad oggi credo che nel mio archivio ci siano più o meno 400 brani, inclusi esperimenti, brani cantati, brani strumentali, album prodotti a terzi, colonne sonore (la mia predilezione). La più riuscita credo sia l’ultima, la sigla Dakar, è la più completa, matura, percepisco la crescita nella rapidità con cui l’ho prodotta, senza aver avuto nessun riferimento… e questo l’ha resa ancora più interessante…
In che modo pensi che la musica ti abbia aiutato a crescere come persona?
La musica non mi ha aiutato a crescere, sono io che crescendo grazie a Dio, la mia musica è cambiata.. si è evoluta con me. Piuttosto nei momenti più difficili della mia vita, la musica mi ha tolto da brutte strade, questo è sicuro! Però va sempre calibrata, cioè voglio dire che quando stai male può essere un momento di sfogo, ma magari non fa bene a chi ascolta, bisogna avere la sensibilità e responsabilità sugli altri, sono convinto che per fare bene la musica bisogna stare sostanzialmente bene, cercare di averne il controllo, perché non è il fine delle cose, ma un mezzo potente di comunicare.
Hai mai imparato qualcosa di importante (valori, lezioni di vita) attraverso la musica o l'attività musicale?
Ho sicuramente imparato a essere rispettoso nei suoi confronti, non l’ho mai tradita, perché essendo un dono, si può perderlo se non lo si custodisce, o comunque perdere il valore e la bellezza che scaturisce da essa. Ho imparato ad approfondire l’animo umano grazie alla musica, perché dice molto di noi, di chi la scrive, e di chi l’ascolta. Il musicista compositore con la sua arte, impara a capire la psiche umana.
Come la musica può essere uno strumento educativo per altri giovani?
La musica può essere uno strumento educativo nella misura in cui noi vogliamo educarci, ovvero quando siamo disposti a cambiare e crescere, la musica esige molto ordine mentale e purezza d’intenzioni, altrimenti si chiama caos, quindi se si vuole arrivare a fare musica, bisogna purificarsi, e arrivare alla purezza che la vera musica esige, non ho mai concepito il fare musica in modo superficiale ne mai si sposerà con un idea industriale di produzioni, quello è un modo sporco per cercare popolarità e soldi.
Quali sono i tuoi obiettivi o sogni legati alla musica?
Ho un sogno: arrivare alla pienezza sonora, ovvero la sonorità che cerco da sempre, la mia perfezione.
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