Nati senza: Neima Ezza e l’amore per la famiglia

La musica di Neima Ezza racconta con autenticità una vita segnata da difficoltà e sacrifici, dove il legame con la famiglia, pur tra sfide immense, si rivela la forza per resistere, crescere e sperare in un futuro migliore

Neima Ezza "Hey mama" Neima Ezza "Hey mama"

La musica di Neima Ezza, rapper milanese di origini marocchine, è un viaggio crudo e autentico nel suo vissuto, un racconto che non lascia spazio a filtri. In brani come Nati senza, emerge con forza il ruolo della famiglia come ancoraggio e rifugio in una vita segnata da privazioni, dolori e sfide. Neima, all'anagrafe Amine Ezzaroui, dà voce a una generazione che spesso si sente invisibile, descrivendo con precisione il peso delle difficoltà, ma anche la luce che può derivare dall’amore familiare.
crescere senza, ma non da soli

In Nati senza, Neima racconta le difficoltà della sua infanzia in un bilocale di San Siro, con un padre ambulante e una madre impegnata a prendersi cura di una sorellina affetta dalla sindrome di Rett. La canzone è un intreccio di ricordi: i sacrifici di un padre severo ma amorevole, i baci e gli abbracci di una madre capace di riempire i vuoti con il suo affetto, e la resilienza che nasce dal sentirsi stretti in quattro mura. Nonostante le ristrettezze economiche, il rapporto con la famiglia diventa per Neima la base su cui costruire una speranza per il futuro. Come dice nel brano: "Stare bene dentro al male, in fondo, era la prassi."

 

Nel 2012 viene al mondo Sofia
Mia sorella piccola, mi ha cambiato la vita
Mio zio ci voleva bene, dagli occhi lo si capiva
Stavamo bene con niente, in fondo bella famiglia
Ma le cose belle, si sa che vanno via
Maledetto quel tumore che l'ha portato via

La famiglia come responsabilità

Uno degli aspetti più toccanti del percorso di Neima è la sua trasformazione da figlio a pilastro della famiglia. Il successo non lo ha reso immune dal dolore, ma gli ha dato l’opportunità di alleggerire il carico dei suoi genitori. Neima ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera: "Il mio unico obiettivo è fare stare bene la mia famiglia, permettere ai miei genitori di non sacrificarsi più." Questa frase racchiude una lezione preziosa: il successo non è mai fine a sé stesso, ma trova senso quando diventa un mezzo per prendersi cura degli altri.

 

In Casa, Neima riflette sul concetto di casa, che per lui non è solo un luogo fisico, ma un simbolo di appartenenza e amore:

"Mi manca casa
Ho fatto troppa strada per tornare a casa
Mia madre piange, canta e cerca speranza
Negli occhi di un figlio mi guarda".

Questi versi sono un richiamo potente all'importanza delle radici e del senso di famiglia, che rimangono un faro anche quando la vita sembra spingere in altre direzioni. Neima mostra come, nonostante i successi, il desiderio di tornare alle origini rimanga sempre vivo.

Il rapporto con la mamma, di questo ragazzo fedele al quartiere è interessante e va letto in un’ottica di custodia. Emerge con chiarezza il ruolo fondamentale della madre nel trasmettere valori e indicare una strada, anche in un contesto difficile. In Mamma mi diceva infatti dice:

"Mamma mi ha insegnato sempre a non fidarmi
Ad essere educato e ringraziare gli altri
Ad essere gentile, ma anche a vendicarmi".

Questi versi rivelano il desiderio di equilibrio tra rispetto e autodifesa, tra gentilezza e capacità di affrontare le avversità. La figura materna diventa una guida, un punto di riferimento che ricorda a Neima chi è e da dove viene.

Il dolore come maestro

Un altro elemento centrale è il modo in cui Neima affronta il dolore. La malattia della sorella, la perdita della nonna e le difficoltà economiche sono cicatrici che non tenta di nascondere. 

 

Sotto lo stesso cielo e le stesse stelle
Mia sorella non cammina, non parla e non gesticola
Sopra la carrozzina per tutta la sua vita
C'è mia mamma che la fissa, poi la vedo, scoppia in lacrime
L'abbraccio forte, sai, è inutile dirle di non piangere
E io mi sento così debole pure se sembro forte (uh-ah, uh-ah)

In Avanti racconta l’impotenza di fronte alla sofferenza della madre, che piange per la condizione della figlia: "L'abbraccio forte, sai, è inutile dirle di non piangere." Eppure, è proprio in questi momenti che emerge la sua forza, trasformando il dolore in una spinta per andare avanti e migliorare.

Un messaggio educativo: non mollare mai

Neima Ezza non fa mai apologia di scelte sbagliate. Anzi, nelle sue canzoni e interviste invita i giovani a trovare strade alternative, sottolineando l’importanza di opportunità educative per chi cresce nelle periferie. "Create centri educativi, campi da calcio, luoghi di aggregazione. Toglieteli dalla strada" afferma con convinzione, offrendo uno spunto prezioso per riflettere sul valore della prevenzione.

Il bene dentro i giovani: il desiderio di emergere

La storia di Neima Ezza è una testimonianza di come il contesto familiare, pur nelle sue imperfezioni, possa diventare un punto di partenza per riscrivere la propria storia. Ai giovani, che magari si trovano a fare i conti con difficoltà simili, Neima ricorda che anche quando si parte con poco, si può arrivare lontano se non si perde la speranza e si valorizzano gli affetti. Nonostante i momenti bui, la famiglia può essere il luogo dove si trova la forza per rialzarsi.

Piccolo principe: il desiderio di un futuro migliore

In Piccolo principe, il rapper esplora il suo lato più riflessivo, raccontando il dialogo immaginario con il suo io passato. Parla delle difficoltà superate, ma anche della consapevolezza che il successo non può colmare i vuoti dell’infanzia:

 

"Passerà la notte buia e vedrai che arriva il giorno
Se domani non va bene, vedrai sarà quello dopo
Migliaia di persone ascolteranno i pezzi
Migliaia di persone verranno ai tuoi concerti
Ma non colmeranno il vuoto, tu riguarderai le foto
Di quando eri solo e povero".

Questa riflessione è una potente lezione per i giovani: il successo materiale non sostituisce i legami affettivi. Neima invita a dare priorità alle relazioni, a non perdere di vista ciò che conta davvero.
Sempre in Nati senza troviamo poi un invito a guardare oltre il presente, a trasformare le difficoltà in motivazione, e a non dimenticare mai le radici. Neima ci insegna che ciò che conta non sono i beni materiali, ma le relazioni autentiche: "Vorrei dare a mio figlio tutto ciò che io non ho avuto." dice sempre nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera. È un promemoria per tutti: nella fragilità della vita, l’amore resta la ricchezza più grande.


 

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