Dov'erano gli adulti? Dove sono, quando i ragazzi mandano i loro S.O.S.? In nome dell'autodeterminazione hanno ucciso Dio Padre e poi tutti i padri. Non più figli, come vuoi che lo sentano l'Urlo dei figli, che è nostalgia?
«Amore, non temere se un brutto sogno ti fa piangere durante la notte. Anche se nascoste, le stelle scintillano sempre di luce durante la notte. La gioia rinascerà domattina e la vita tornerà a colmarsi di speranza, anche se tristi sogni ci hanno turbato durante la notte». (Ninnananna scozzese) Ho ascoltato le interviste, ho guardato il video montato dagli amici, ho letto gli articoli e i tweet che han scritto per lei. C’è una domanda che diventa grido, urlo disperato: l’Urlo di Munch, postmoderno. E’ la caduta nel vuoto di Carolina Picchio, 14 anni, che l’altra notte si è gettata dalla finestra del terzo piano a Novara. Urlo anche il dolore attonito e rabbioso dei suoi coetanei di lì e non solo di lì, perché l’eco di un’adolescente che si toglie la vita è un’eco lunga che dilaga in rete, senza confini. Reazioni di pancia, quelle dei ragazzi, che a 14 anni vogliono sembrare più grandi di quel che sono, che noi fingiamo siano più grandi di quel che dovrebbero e così li abbiamo lasciati soli. Soli i bulli che forse l’hanno molestata, e pure lei: Carolina. «Solo lei sa che aveva in testa la notte tra il 4 e il 5 gennaio» han scritto nel video i suoi amici: nessuno può dire il suo groviglio nel cuore. allora stridono certi interventi sui media, i commenti su Facebook di adulti che improvvisamente si svegliano dal torpore e si stracciano le vesti – ora. L’ opinionista-blogger-scrittrice-conduttrice Selvaggia Lucarelli, in un post ha scritto così: «Ma i genitori di questi ragazzini arroganti, violenti e bulli nel virtuale ma (ci scommetto) cagasotto nella vita che fanno?» L’emergenza educativa c’è, eccome: lo andiamo ripetendo da tempo, controcorrente come i salmoni. E non è questione di bulli soltanto: vittime e carnefici, tra i ragazzi, sono l’esito entrambi dell’assenza di adulti capaci di offrire se stessi come modelli di una vita che vale la pena sempre. Anche nella fatica, nelle difficoltà, nel dolore. Scriviamo, e intanto ridono, loro: i maître à penser che pontificano sulla libertà al potere, la cultura dei desideri, il vietato vietare. Ridono, salvo poi svegliarsi d’un botto, quando il tempo è scaduto. «Continuava a chiedere aiuto in modo indiretto e nessuno aveva la volontà di ascoltarla», han scritto i suoi amici. Dov’erano gli adulti? Dove sono, quando i ragazzi mandano i loro S.O.S.? In nome dell’autodeterminazione hanno ucciso Dio Padre e poi tutti i padri. Non più figli, come vuoi che lo sentano l’Urlo dei figli, che è nostalgia?
Luisella Saro
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