Conosco persone che vivono male perché corrose dalla gelosia, dall'invidia. È una specie di cancro interiore che rende triste la persona, inquina lo sguardo.
Letture:
Numeri 11, 25-29 Giacomo 5, 1-6 Marco 9, 38-48
Non è sempre facile distinguere i nemici dagli amici, a volte ci si inganna: la persona più fidata, quella scelta come confidente, un giorno può tradire, mentre quella che tenevamo sotto controllo perché la giudicavamo pericolosa, alla fine può rivelarsi la compagna più leale. Come capire chi è con noi e chi è contro di noi?
1. “Sei tu geloso…?”: Mosè aveva dedicato tutta la sua vita al servizio del popolo, ma alla fine fu colto dallo scoraggiamento: i problemi si moltiplicavano, gli Israeliti non facevano altro che lamentarsi, ribellarsi, avanzare pretese… e un giorno si confidò con il Signore. “Non ce la faccio più a sopportare il peso di un popolo così grande e indisciplinato!”
A questo punto inizia la nostra lettura.
Nel giorno fissato settanta uomini si riunirono nella tenda dove Dio era solito dialogare con Mosè, ricevettero lo spirito e cominciarono a profetizzare… C’erano due anziani (Elad e Medad) che, pur non avendo partecipato al rito ufficiale, avevano ricevuto lo stesso spirito e si comportavano da profeti, come gli altri. C’era da rattristarsi? No. Bisognava piuttosto gioire del fatto che lo spirito si era posato anche su chi non apparteneva all’istituzione. Invece qualcuno si preoccupò, si indignò e chiese a Mosè di farli smettere! E Mosè rispose: Sei geloso? Cosa ci insegna questo brano?
Sono passati tanti secoli da quando questo episodio è accaduto, ma resta di grande attualità! Ci insegna: a non essere degli accentratori, ma a saper condividere compiti e servizi da svolgere a condannare il fanatismo: fanatico è colui che aggredisce chi non la pensa come lui o non appartiene al suo gruppo colui che chiude gli occhi di fronte al bene che altri fanno, convinto che solo lui opera il bene: gli altri vanno combattuti! pericoloso, perché se non riesce a imporsi con le ragioni, è portato a far ricorso alla spada (come ha fatto Giosué) Lo Spirito non può essere rinchiuso dentro l’istituzione. Dio è libero di uscire dagli schemi e di suscitare ovunque il bene.
Conosco persone che vivono male perché corrose dalla gelosia, dall’invidia. È una specie di cancro interiore che rende triste la persona, inquina lo sguardo e tende i muscoli del viso… Il rimedio? Io consiglio sempre la preghiera di ringraziamento. Quando vedi una persona fare meglio di te, ringrazia il Signore per il bene che viene compiuto e, se puoi, cerca di imitarla. Il dire GRAZIE per quella persona guarisce dal cancro della gelosia!
2. “… non era dei nostri!” Il brano di Vangelo riprende lo stesso tema! Sembra un atteggiamento (quello del fanatismo) radicato nella mentalità del popolo di Israele e poi passato in quella di tanti altri popoli medio-orientali. Diversa, sotto questo aspetto, è stata la civiltà greca e poi quella romana.
Nel brano del Vangelo odierno un esorcista anonimo, servendosi del nome di Gesù, ottiene ottimi risultati contro le forze del male. Giovanni corre dal Maestro e gli riferisce: “Abbiamo scoperto che c’è in giro un nostro pericoloso rivale: cura le persone servendosi del tuo nome e noi l’abbiamo diffidato, perché non era dei nostri, non ci segue, non ha la nostra autorizzazione!” Nota: non ci segue. Non dice che non segue Gesù, ma che non segue loro, i discepoli!
C’è chi si rattrista se viene a sapere che un non credente compie gesti d’amore. La reazione è in genere la stessa degli apostoli. Si finge di non vedere, si cerca di ignorare, si minimizza. Non si gioisce del bene compiuto dagli altri, perché costa ammettere che esistono seguaci di altre religioni o persone che non vediamo mai in chiesa, migliori di noi.
3. Il principio di Gesù: il principio discriminante suggerito da Gesù è chiaro: chiunque agisce in favore dell’uomo è dei nostri. Lo Spirito non è monopolio della struttura ecclesiale, è libero come il vento, agisce nella chiesa e fuori di essa.
Ti invito a riflettere su due espressioni che conosci bene, ma che vanno un po’ rispolverate: possono illuminare la tua riflessione: “Dov’è carità e amore lì c’è Dio!” in altre parole la presenza di Dio si rileva dai segni di carità, di amore, di donazione, di misericordia… molto prima che dalle celebrazioni liturgiche. Ogni uomo e ogni donna che viene in questo mondo si porta dentro una scintilla di Dio, una goccia dell’oceano sconfinato che si chiama Spirito Santo. Questo Spirito agisce, opera e porta frutti di amore e di bontà ovunque trova un cuore aperto e disponibile, sotto qualunque cielo. Compito del cristiano è riconoscere questi segni e vedere in essi una manifestazione del Dio di Gesù Cristo. Al termine della vita, tutti, credenti e non, saremo giudicati sull’amore! “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”: noi tutti siamo costruiti sulla falsariga di Dio e ci portiamo dentro una sconfinata nostalgia di Lui. S. Agostino esprime tutto questo in forma splendida quando scrive: “Signore, ci hai fatti per Te e il nostro cuore è insoddisfatto finché non riposa in Te!” Ci portiamo dentro il DNA di Dio, che è l’amore! Per cui non c’è da meravigliarci che siamo scontenti e tristi se non raggiungiamo l’amore, se non lo facciamo diventare il cuore delle nostre azioni e delle nostre scelte e Dio il Dio del nostro cuore! In conclusione: può sorgere spontanea una domanda. “Ma allora perché noi cristiani abbiamo i sacramenti, la Parola di Dio….?” Noi abbiamo una fortuna in più, un dono in più. I sacramenti, la preghiera con la Parola di Dio sono un’ulteriore forma di presenza di Dio in noi, sono una forza in più che ci viene offerta dall’alto per vivere l’amore, come ha fatto Lui, il Maestro! Se Dio è AMORE, solo stando con Lui, nutrendoci di Lui, ascoltando Lui possiamo diventare a nostra volta segno della sua presenza nel mondo. Qualche domanda per te: Sai vedere e apprezzare il bene e l’amore attorno a te, anche in chi non pensa, vive o crede come te? Curi e rafforzi la tua testimonianza cristiana perché sia manifestazione del volto buono e misericordioso di Gesù? Approfondisci la tua fede per saper “rendere ragione della speranza” che è in te?
Don Gianni
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