Il nostro blu è il nostro DA. Da dove veniamo? Il nostro giallo è il nostro PER. Per cosa viviamo? Il nostro rosso è il nostro OGGI: la traccia di noi. Un articolo sulla Pace in confronto con Kandinskij
Giallo, rosso, blu, V. Kandinskij, 1925.
“La pace non è un augurio, ma una persona!” Così un saggio sacerdote commentava il riferimento alla pace di cui si trova traccia nel Vangelo. È una persona con la sua carne e le sue ossa, attraversate da una sete di infinito. Duemila anni fa si chiamava Gesù di Nazareth e da allora una lunga schiera di preziose creature e, potenzialmente, ci siamo anche noi con i nostri nomi.
Gesù di Nazareth… in cammino “attraverso” esperienze di amore e di odio a tal punto contemporanee da far fatica a pensarle così presenti in una sola vita. Disposto a tutto per il desiderio di noi.
Francesco d’Assisi… in cammino “incompreso” ai più in quel di Assisi, folle e scandaloso, eccolo piccola luce di quella chiesa di Dio allora persa in corruzione e politica. Libero da tutto per sete del fratello.
Rita Levi Montalcini… in cammino “nel pregiudizio” razziale e di genere, ma tenace medico e ricercatrice sulle misteriose vie dello sconosciuto cervello umano. Testarda al punto giusto per vocazione.
Nelson Mandela… in cammino “costretto” nelle carceri del regime dell’apartheid per un terzo della sua vita, eppure artigiano di riconciliazione per sé e per tutto il suo popolo. Forte in tutto per senso di giustizia.
Sr Anna… in cammino “semplicemente” con gli ultimi e per gli ultimi, fino ad avere loro come unico e ripetuto pensiero mentre diventava piccola e sempre più piccola e il fil di voce era un sussurrare incessante qualche preghiera. Determinata missionaria per la salvezza dei poveri.
Don Domenico… in cammino “dietro le sbarre”, una vita spesa per stare accanto, senza mai abbandonare nessuno, ad ogni costo, schietto con lo sbaglio e sempre padre con ogni figlio, arrabbiato o pentito o sconfortato che fosse. Presenza granitica per fedeltà all’uomo.
Nicolò Govoni… in cammino “ostacolato” nelle periferie del mondo, minacciato spesso da meccanismi di potere, ma promessa di futuro per molti bambini e ragazzi altrimenti privi di istruzione e opportunità. Fresco guerriero per un mondo più equo.
I… in cammino “scrutando” tutto quello che capita e le capita, giovane anima alle prime armi, ma anima grande, capace di trasformare già da sola, mentre chiede aiuto, ogni spina in profumo di rosa. Giovane intrepida per dolorosa speranza.
Sono squarci di vite pulsanti, cuori che hanno battuto a ritmi veloci, poi lenti, affaticati o agili, rimbalzati tra i zigzag della vita fatta di vicende sporche e compromesse e poi catapultati su rettilinei troppo brevi per potersi riposare. Cuori a volte costretti a percorrere tornanti più lunghi e ripidi, mentre sognavano scorciatoie e passaggi segreti per evitare tortuose strade pericolanti.
Sono i cuori di chi rimane. Sono i cuori di chi, anche morto, è rimasto. Sono i cuori di gente di ieri e di oggi che ha scelto nel breve tratto che è la nostra esistenza, di giocarsi in questo intervallo tra misteri, quello di origine e quello di orizzonte. E di farlo con passione. La pace non è quiete, non è stasi, non è sospensione: è una persona, sono i suoi passi, il suo muoversi, il suo dipingersi di rosso scarlatto tappa dopo tappa. Uno sguardo solo al passato, il blu della nostra origine, la culla sicura e serena di una fanciullezza sempre più lontana. Poi uno sguardo in avanti, breve, per fissare, ma non troppo a lungo per la potenza del suo riflesso, l’orizzonte di senso, brillante, luminoso.
Il nostro blu è il nostro DA. Da dove veniamo?
Il nostro giallo è il nostro PER. Per cosa viviamo?
Il nostro rosso è il nostro OGGI: la traccia di noi. La pace è sudore, impegno, vertigine e resistenza; è compito, reazione, scelta e risposta; è improvvisare, preparare e improvvisare di nuovo. Pace rosso vita.
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Scritto da: Suor Jessica Soardo
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