“Cari giovani, cari fratelli e sorelle, non rinunciamo ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia”.
tratto da agensir.it
“Cari giovani, cari fratelli e sorelle, non rinunciamo ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia”. È l’invito che il Papa ha rivolto oggi ai giovani di Panama e Portogallo, passato e futuro della Gmg, ma simbolicamente a quelli di tutto il mondo, riuniti a Roma, nella Basilica di San Pietro, per la consegna della Croce delle Giornate mondiali della gioventù. Un passaggio avvenuto al termine della Santa Messa, celebrata nel giorno della Solennità di Cristo Re – e non come da tradizione nella Domenica delle Palme – a causa della pandemia. Nella sua omelia, il Papa ha innanzitutto chiesto ai giovani di confrontarsi con le opere di misericordia “perché esse – ha detto – danno gloria a Dio più di ogni altra cosa”. Nelle sue parole, la forte esortazione a puntare in alto, a “non vivacchiare”, ma a vivere per “realizzare grandi sogni di Dio in questo mondo”. Ma i grandi sogni nascono da “grandi scelte”, e la vita – ha proseguito – è il tempo delle scelte forti, decisive, eterne. Scelte banali portano a una vita banale, scelte grandi rendono grande la vita. Noi, infatti, diventiamo quello che scegliamo, nel bene e nel male”. Il Papa ha quindi richiamato i giovani a non restare fermi, a non lasciarsi contagiare dalla “febbre dei consumi che narcotizza” e “dall’ossessione del divertimento”. Al contrario, solo scegliendo l’amore siamo spinti “a passare dai perché al per chi, dal perché vivo al per chi vivo”. Infine, il consiglio a guardarsi dentro e cercare sempre la differenza tra il “cosa mi va di fare” e il “cosa ti fa bene. “Da questa ricerca interiore – ha concluso il Papa – possono nascere scelte banali o scelte di vita”. Al termine della celebrazione, subito dopo il significativo gesto del passaggio della Croce e dell’icona di Maria Salus Populi Romani, simboli delle Giornate Mondiali della Gioventù, il Papa ha rivolto un saluto particolare ai giovani panamensi e portoghesi, rappresentati da due delegazioni. “È un passaggio importante – ha detto il Papa – nel pellegrinaggio che ci condurrà a Lisbona nel 2023. Dopo aver rilanciato, in attesa dell’appuntamento internazionale, la celebrazione della GMG nelle Chiese locali, il Papa ha reso nota una sua decisione: “Trascorsi trentacinque anni dall’istituzione della GMG, dopo aver ascoltato diversi pareri e il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, competente sulla pastorale giovanile, ho deciso di trasferire, a partire dal prossimo anno, la celebrazione diocesana della GMG dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Cristo Re”. All’Angelus il Papa è tornato sul vangelo del giorno ricordando ancora una volta l’importanza delle opere di misericordia e sottolineando come Gesù “si identifica non solo col re-pastore, ma anche con le pecore perdute, cioè con i fratelli più piccoli e bisognosi. Da qui l’interrogativo che il Papa ha oggi chiesto ai fedeli di porsi: “io mi avvicino a Gesù presente nella persona dei malati, dei poveri, dei sofferenti, dei carcerati, di coloro che hanno fame e sete di giustizia, mi avvicino a Gesù presente lì?”. Francesco ha quindi esortato tutti a adottare la logica del Buon Samaritano che chiede di non “guardare da un’altra parte quando vediamo un problema, perché – ha ribadito – quello che avete fatto a questo, a questo, a questo, lo avete fatto a me. E quello che non avete fatto a questo, a questo, a questo, non lo avete fatto a me, perché io ero lì”. Che Gesù ci insegni questa logica, questa logica della prossimità, dell’avvicinarsi a Lui, con amore, nella persona dei più sofferenti”.
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