Primo incontro del Cammino MGS biennio: "Ho scoperto che i gessi sono importanti. Perché i gessi, ti dirai? Perché è attraverso un gesso che sono riuscito a esprimere quello che stavo vivendo".
Sabato mattina mi sono svegliato che avevo poca voglia di vivere! Sì, hai presente quando ti svegli e non hai proprio voglia di fare nulla? Ma dico, nulla proprio.
Puoi immaginarti poi come ho affrontato il ricordo che al pomeriggio sarei dovuto andare a Mestre ad un incontro con altri miei amici, a fare non so nemmeno io cosa. Mi avevano solo detto “Vieni, che ti diverti”. Ecco, non ero proprio nella condizione di divertimento.
Eppure.
Eppure ci sono andato.
E mi è venuta voglia di vivere.
Mi chiedo come sia possibile che ti alzi al mattino senza forze e nel giro di mezza giornata ti ritrovi a vivere esperienze davvero belle. Che lasciano il segno. Perché ti insegnano.
Quello che mi ha colpito di più è stato vedere tanti altri ragazzi della mia età, legati tra di loro. Un po’ li invidio, perché si vede che sono amici e si frequentano anche fuori dalla scuola in oratorio. Io porterei tutti i miei compagni di classe a queste esperienze.
Comunque, pur un po’ titubante mi sono buttato nella mischia. Ho giocato a calcio e poi tutti insieme abbiamo fatto delle danze (quanto mi vergogno!). Però è stato divertente.
Ma è stato interessante soprattutto il momento del laboratorio. Si poteva scegliere tra diverse dimensioni di servizio: animazione, sport, gioco, cinema e teatro, letteratura, social, carità… non so cosa abbiano fatto gli altri, ma io, nel gruppo in cui mi sono trovato, ho imparato che ciascuno di noi ha dei talenti che può mettere in gioco. “Più grande è la lotta, più grande è il trionfo” diceva uno dei protagonisti del video che ci hanno fatto vedere.
Per la prima volta ho trovato il coraggio di andare a confessarmi. Sembra strano, ma è proprio così. Nel momento di preghiera della sera, ci hanno fatto riflettere su come ci comportiamo da figli. Mi sono reso conto che non sempre mi comporto bene con i miei genitori. Ascoltando la storia di Marco, che non poteva parlare e muoversi, e l’unico modo che aveva per comunicare era usare una tastiera, scrivendo al PC, mi sono reso conto che sono proprio fortunato, e che è ora che la smetta di lamentarmi sempre.
Desidero essere un bravo figlio.
Alla mattina della domenica non è stato facile affrontare il tema formativo, lo ammetto. Soprattutto perché le domande che ci hanno fatto erano impegnative. Ma ringrazio di questa opportunità, perché mi ha permesso di riflettere a fondo su chi sono, e per chi sono!
Ho scoperto che i gessi sono importanti. Perché i gessi, ti dirai? Perché è attraverso un gesso che sono riuscito a esprimere quello che stavo vivendo. Un semplice gesso, mosso sul pavimento mi ha permesso di dire quello che avevo nel cuore, attraverso un disegno.
E ho scoperto che due persone importanti, come Abramo e don Bosco, anche loro hanno affrontato le fatiche della vita. Non so se anche a loro, come a me, capitava di alzarsi qualche mattina con poca voglia di vivere. Ma sicuramente mi hanno insegnato, ascoltando le loro storie, che siamo chiamati a fare qualcosa di grande, a lasciarci provocare da Dio che ci promette una vita piena di benedizioni, una vita piena vita.
Sono tornato a casa con questa consapevolezza, che sono figlio amato e benedetto da Dio, che in me ci sono delle potenzialità da mettere al servizio degli altri, che la vita non è fatta per stare distesi nel letto, ma per camminare sulle strade del mondo (come Abramo, come don Bosco, come tanti altri stanno facendo tutt’ora).
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