Per oltre 600 mila italiani e 2 milioni di europei l'embrione è "UnoDiNoi"

Consegnate ieri mattina al Viminale le oltre 600mila firme raccolte dall'iniziativa popolare "UnoDiNoi" a tutela dell'embrione. Analoga procedura si è svolta nelle 28 capitali europee per un totale di almeno 1 milione 891 mila adesioni.

Per oltre 600 mila italiani e 2 milioni di europei l'embrione è "UnoDiNoi"

 

Consegnate ieri mattina al Viminale le oltre 600mila firme raccolte dall’iniziativa popolare "UnoDiNoi" a tutela dell’embrione. Analoga procedura si è svolta nelle 28 capitali europee per un totale di almeno 1 milione 891 mila adesioni, quasi il doppio del milione fissato dal regolamento sulle adesioni popolari fissato dal Trattato di Lisbona. I Ministeri degli interni avranno tre mesi per verificare la correttezza della procedura, quindi la parola passerà alla Commissione Europea.

 

 

Sono arrivati al Ministero dell’interno i 70 scatoloni contenenti le oltre 600 mila firme raccolte da "UnodiNoi" in Italia, Paese che ha maggiormente contribuito alla raccolta con un terzo del totale delle sottoscrizioni in Europa. "OneOfUs" inoltre è l’iniziativa popolare europea che registra il più alto numero di consensi. Grande la soddisfazione del portavoce del comitato italiano Carlo Casini:

 

 

 

R. - Il risultato è davvero straordinario, perché ha accumunato insieme credenti e non credenti, cattolici, protestanti, ortodossi di tutte le nazioni. Noi speriamo, quindi, che questa iniziativa sia un elemento non di polemica, ma di conciliazione. Questa iniziativa "UnodiNoi" pone il problema centrale di tutto il diritto, di tutta la giustizia, dei diritti dell’uomo: ma l’uomo chi è? L’Europa deve rispondere, quanto meno decidendo di non finanziare mai la morte, ma sempre la vita.

 

 

 

D. - "OneOfUs", inoltre, è l’iniziativa popolare europea che registra il più alto numero di consensi nella storia…

 

 

R. - Sono state promosse - credo - oltre 30 campagne, ma soltanto 3 hanno superato il minimo, che era di un milione: si tratta della campagna per l’acqua potabile, che ha raggiunto una cifra ragguardevole, ma inferiore alla nostra; e della campagna contro la sperimentazione sugli animali, che ha superato anch’essa - ma con grande distanza rispetto a noi - il minimo richiesto. La Commissione europea è obbligata - una volta che i singoli Stati avranno verificato la correttezza delle firme - a decidere cosa fare. Ma non può tacere: la questione antropologica è posta!

 

 

 

D. - Per quanto riguarda l’Italia, nonostante il clima di disaffezione alla politica generale, una campagna di questo tipo dimostra una grande attenzione su tematiche etiche importanti…

 

 

R. - Direi di sì! Soprattutto in un momento di grande lacerazione e di divisioni da tutte le parti, il fatto che i cittadini si siano trovati uniti nell’affermare la questione semplice, essenziale, elementare, oltre cui non si può andare, la frontiera insuperabile diceva La Pira, quella della vita umana, dimostra che forse al di là delle divisioni un’unità più importante e più grande si può fare. Io vorrei dirle una cosa ardita: ricominciano da qui, ricominciamo dal riconoscimento del valore della vita a riunirci, riunificarci, a sperare, a creare un vero e proprio rinnovamento civile e morale.

 

 

 

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