La pittura per Caravaggio, come la poesia per Dante Alighieri, come la musica per Mozart sono mezzi per esprimere quel qualcosa di più che noi chiamiamo Mistero. Con le loro opere, questi artisti si sono fatti apostoli della bellezza trascendente di Dio che hanno dipinto, cantato o musicato...
In questi giorni, come ogni anno, le famiglie italiane stanno iscrivendo i loro figli nelle scuole di ogni ordine e grado. Nel modulo di iscrizione compare anche un foglio dove viene chiesto se si intende avvalersi o meno dell’Insegnamento della Religione Cattolica.
Perché questa scelta avvenga in modo consapevole e informato, può essere utile ricordare il perché della presenza di questa materia accanto alle altre.
Probabilmente ad ognuno di noi non sfugge il fatto che una tela di Caravaggio non sia solo un’armonica distesa di colori su una tela, o che un canto della Divina Commedia non sia solo questione di versi in rima, o che l’Ave verum di Mozart non sia solo una piacevole sequenza di note.
In queste tre diverse manifestazioni dell’arte c’é qualcosa di più. La pittura per Caravaggio, come la poesia per Dante Alighieri, come la musica per Mozart sono mezzi per esprimere quel qualcosa di più che noi chiamiamo Mistero. Con le loro opere, questi artisti si sono fatti apostoli della bellezza trascendente di Dio che hanno dipinto, cantato o musicato.
Questo mistero che pure è stato rappresentato attraverso la pittura, la poesia o la musica non può tuttavia essere pienamente svelato dalla storia dell’arte, dalla letteratura o dalla musica. Ha bisogno di qualcosa ad esso più affino e congeniale, ha bisogno appunto dello spirito religioso.
Non possiamo dimenticare che molte opere d’arte presenti nel nostro Paese sono state commissionate agli artisti da numerosi uomini di Chiesa, Papi, Cardinali e Vescovi. La Chiesa si è sapientemente servita del loro talento artistico per rendere accessibile all’uomo di ogni tempo il mistero di Dio, come ebbe anche a dire Paolo VI durante il celebre discorso agli artisti del 7 maggio 1964: “Noi abbiamo bisogno di voi. Il Nostro ministero ha bisogno della vostra collaborazione. Perché, come sapete, il Nostro ministero è quello di predicare e di rendere accessibile e comprensibile, anzi commovente, il mondo dello spirito, dell’invisibile, dell’ineffabile, di Dio. E in questa operazione, che travasa il mondo invisibile in formule accessibili, intelligibili, voi siete maestri. È il vostro mestiere, la vostra missione; e la vostra arte è proprio quella di carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità”.
Questo straordinario sodalizio fra Religione e Arte ha fatto sì che il nostro paese detenga il 60% del patrimonio artistico mondiale. Solo attraverso lo studio della Religione, accanto ovviamente a quello delle altre discipline, si può arrivare ad apprezzare in modo compiuto simili opere d’arte. C’è bisogno in sostanza di una disciplina che tocchi il cuore del problema, che riesca a spiegare dall’interno il perché di una determinata opera e questa disciplina è la Religione Cattolica.
Per portare un esempio che forse semplifica il discorso, lo studio della Religione Cattolica è come voler entrare in una cattedrale gotica per poterne ammirare le splendide vetrate. Dall’esterno potremmo vedere solo dei vetri scuri, all’interno di essa invece, tutto prende forma, luce e colore. Sia all’esterno che all’interno della cattedrale ci troviamo dinnanzi alla stessa realtà, ma solo dall’interno la possiamo pienamente apprezzare.
Questo per quanto riguarda l’arte. Ma molto si potrebbe dire anche riguardo alla scienza. Il cristianesimo per esempio è stato determinante per la nascita di quest’ultima disciplina. Il cristianesimo, nel panorama della storia delle religioni, è stata la più grande forza desacralizzante della storia. Infatti prima dell’avvento del cristianesimo, le religioni pagane confondevano il mondo naturale e quello divino attribuendo, per esempio, a quest’ultimo la gran parte dei fenomeni atmosferici. Con l’ingresso nella storia della religione cristiana e della sua teologia che vede Dio nettamente distinto dal mondo e da esso trascendente, le cose cambiano. L’uomo non vede più nella natura qualcosa di animato dal capriccio divino, ma vede in esso una macchina, una sorta di orologio messo in moto da Dio e che l’uomo deve conoscere. L’uomo, nella visione cristiana, deve trovare nella Creazione le impronte del Creatore, come anche sostenuto da Galileo Galilei.
Molti ecclesiastici furono (e sono tuttora) uomini di scienza animati dal desiderio di conoscere le leggi impresse nella natura dal Creatore. Durante un’ipotetica lezione di Religione Cattolica sul rapporto fra scienza e fede si potrebbe per esempio scoprire che la teoria eliocentrica fu “riscoperta” dal sacerdote polacco Niccolò Copernico che espose la sua ipotesi scientifica nel De revolutionibus orbium coelestium dedicata al Papa Paolo III. Si potrebbe quindi scoprire che la teoria eliocentrica non è nata né contro, né fuori dalla chiesa come invece comunemente si pensa!
L’ora di religione potrebbe essere anche l’occasione per avvicinare e scoprire la vita di qualche santo. In un’epoca in cui sempre più si parla di emergenza educativa, conoscere la vita di uomini e donne che hanno speso tutto loro stessi per Dio e per il prossimo può essere un valido modello.
Durante l’ora di Religione Cattolica è possibile conoscere non solo la tradizione religiosa che ha maggiormente influito sulla storia del nostro paese, ma anche gli altri culti che si stanno diffondendo in Italia. La presenza di alunni di altre religioni durante l’ora di Religione Cattolica potrebbe favorire la loro integrazione nel contesto italiano, così come lo studio di altre religioni da parte degli alunni cattolici può favorire l’accoglienza e il rispetto di chi è portatore di altre culture.
Aprire gli occhi dei ragazzi sul mondo che li circonda è la grande vocazione della scuola. Di questo mondo fa parte a pieno titolo anche la sfera religiosa la cui conoscenza, nel rispetto della laicità dello stato e delle finalità educative della scuola, può essere un valido contributo alla formazione della coscienza critica dei nostri alunni.
Nicola Rosetti
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