L'Esecutivo tesse le lodi, il ministro dell'Economia frena gli entusiasmi. E per le famiglie non cambia nulla. Sarà arrivato il tempo per le famiglie di far sentire la propria voce?
del 12 ottobre 2017
L'Esecutivo tesse le lodi, il ministro dell’Economia frena gli entusiasmi. E per le famiglie non cambia nulla. Sarà arrivato il tempo per le famiglie di far sentire la propria voce?
Anche la Terza Conferenza sulla famiglia si è conclusa con il solito annuncio finale, da parte del ministro dell’Economia, Carlo Padoan: «Sì, va bene, la famiglia è importante, ma le risorse sono poche e per adesso non se ne parla». Eppure le parole iniziali degli esponenti e delle più importanti cariche dello Stato (compreso il premier Gentiloni) non avevano risparmiato complimenti e riconoscimenti alla famiglia. Così, nonostante lo slogan “Più forte la famiglia, più forte il Paese”, la posizione finale espressa dal Governo è stata: «Il sentiero è stretto, le risorse servono per altro».
Perché sorprendersi? Eravamo presenti a Firenze 2007, alla Prima Conferenza sulla famiglia, ministro Rosi Bindi, premier Romano Prodi e ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa. Anche lì grandi elogi, grandi promesse, uno slogan altrettanto rassicurante “Cresce la famiglia, cresce l’Italia”. Addirittura l’impegno finale di destinare un terzo del “tesoretto” alla famiglia (parole di Prodi). Eppure, anche davanti ai duemila di Firenze risuonò il monito del ministro dell’Economia: «Se ci sono risorse. Ricordatevi che ci sono altre priorità». E poi il tesoretto sparì tutto quanto.
Anche a Milano 2010, Seconda Conferenza (“Famiglia: storia e futuro di tutti”), i duemila delegati si sono visti consegnare dal sottosegretario Carlo Giovanardi l’impegno di un Piano nazionale. Ma poi un altro ministro, Giulio Tremonti, che stringeva i cordoni della borsa. Il Piano venne approvato due anni dopo (Governo Monti, ministro Andrea Riccardi) con due principali difetti: non venne finanziato e venne totalmente stralciata la parte sulla riforma del fisco.
E allora perché i 300 delegati della Terza Conferenza, a Roma, si sono sorpresi per l’ennesimo giochetto? Una politica capace di grandi voli retorici quando si tratta di “parlare” di famiglia, ma avara quando si tratta di impegnare risorse per il suo sostegno.
Insomma, per la terza volta, nella Conferenza nazionale della famiglia abbiamo assistito alla scena del poliziotto buono e poliziotto cattivo; il Governo fa l’amico e poi arriva quello cattivo, il ministro dell’Economia, a ricordare che il sostegno alla famiglia non entra tra le priorità strategiche. Così le famiglie restano imprigionate nei propri problemi, nelle banali ed evidenti sfide della propria quotidianità, senza nessuno che dia loro una mano. Alla faccia degli slogan e della retorica. Sarà arrivato il tempo per le famiglie di far sentire la propria voce?
Francesco Belletti
http://www.famigliacristiana.it
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