Polonia, una vittoria per l'obiezione di coscienza

I medici e gli operatori sanitari ottengono una vittoria in favore dell'obiezione di coscienza...

Polonia, una vittoria per l’obiezione di coscienza

 

La Corte Costituzionale ha emesso una decisione che garantisce la prevalenza della libertà di coscienza e il diritto all’obiezione di coscienza nel campo della salute. Dopo aver esaminato e discusso su alcune disposizioni poco chiare e ambigue, i giudici hanno dichiarato che il diritto primario all’obiezione di coscienza non era sufficientemente protetto, e hanno cambiato la legge che regola la professione sanitaria in favore dei diritti dei professionisti.

 

Il Consiglio Medico Nazionale, preoccupato dal regolamento polacco sulla libertà professionale e la libertà di coscienza nell`esercizio della professione sanitaria, è stato l’organismo responsabile di chiedere alla Corte Costituzionale di esaminare la legislazione. L’articolo 39 della Legge sulla Professione Medica, era ambiguo e i concetti non erano ben definiti, dunque, i confini tra gli obblighi degli operatori sanitari e il loro diritto all’obiezione di coscienza non erano chiari, causando frequenti incomprensioni.

Nonostante le pressioni da parte della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo per limitare il diritto alla libertà di coscienza al fine di garantire l’aborto, la Corte Costituzionale Polacca si è pronunciata a favore dell’obiezione di coscienza e dei diritti dei professionisti della salute. “L’obiezione di coscienza e la libertà di coscienza sono valori intrinsechi della dignità umana, e prevalgono su altri diritti e libertà costituzionali”, ha sottolineato la Corte.

 

L’obiezione di coscienza individuale prevarica altri diritti. Così, i medici e gli operatori sanitari potranno unicamente limitare il loro diritto all’obiezione di coscienza in caso ci sia pericolo per la vita di un paziente o gravi rischi per la sua salute. Quest`affermazione si basa sull’articolo 53 della Costituzione polacca e sul Diritto Internazionale, come affermato dalla Corte.

 

Il riferimento nell’articolo 39 della Legge della Professione Medica ad “altre circostanze urgenti” per limitare l’obiezione di coscienza, è stato dichiarato nullo in quanto incompatibile con l’articolo 2 e 53 della Costituzione. L’unica eccezione all’obiezione di coscienza è il pericolo per la vita o la salute del paziente. “Il Tribunale ha dichiarato che la frase “altre circostanze urgenti” è troppo ambigua e non indica in modo esplicito né valori costituzionali, né diritti, ma potrebbe utilizzarsi come un motivo legittimo per restringere la libertà di coscienza”, ha dichiarato la fondazione polacca Ordo Iuris Institute.

 

La Corte ha anche annullato la disposizione contenuta nell’articolo 39, in cui si affermava che il medico obiettore deve rimettere il paziente ad un altro medico disposto a eseguire il servizio di cui è obiettore. Un`altra disposizione in contrasto con l’articolo 53.

 

Questo cambiamento nella legge è particolarmente importante per i medici che si rifiutano di eseguire aborti, di prescrivere contraccettivi o di fornire servizi di fecondazione in vitro. “La garanzia costituzionale di questa libertà – dichiara l`Ordo Iuris Institute – protegge l`individuo non solo dagli obblighi di agire contro la propria coscienza, ma anche da quelle azioni, che porterebbero indirettamente a una situazione eticamente inaccettabile come risultato da un obbligo di cooperare al fine di raggiungere scopi obiettori”.

 

 

Auxi Rodriguez

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