Una voce dal Sudan: cerchiamo di capire come possiamo rispondere alle violazioni dei diritti di chi non è stato fortunato quanto noi!
del 04 settembre 2008
Nella nostra precedente riflessione (La realizzazione dello sviluppo passa attraverso l’educazione – Un Mondo Possibile), abbiamo cercato di capire perché molti bambini e giovani non hanno la libertà di frequentare le scuole e che cosa un governo può fare per migliorare questa situazione. Mi sembra opportuno a questo punto cercare di analizzare quello che noi, dall’altro lato del mondo (non solo in senso geografico), possiamo realizzare per partecipare al sogno di educazione di tanti ragazzi e renderlo possibile.
Per fare questo vorrei esaminare insieme a voi la situazione di un paese e vedere quali progetti vengono attuati per cercare di raggiungere uno sviluppo sostenibile insieme alla popolazione locale, questo perché possiamo renderci conto di quello che c’è dentro al grande contenitore della cooperazione internazionale, perché non sia solo una attività lasciata a governi o a specializzati del settore. Cercherò di farvi capire che tutti noi possiamo contribuire allo sviluppo e regalare sogni.
 
 Vi propongo il Sudan e i progetti che vengono realizzati dal Don Bosco Network (DBN – network di 6 ong europee: DMOS COMIDE – servicede cooperation missionarie au development, Don Bosco-Aktion Austria, Don Bosco Jugend Dritte Welt, Jovens del Tercer Mundo O.N.G., Noi per loro, VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo).
 
Attualmente il Sudan si trova, dopo anni di guerra civile e un accordo di pace firmato nel 2005 (Comprehensive Peace Agreement), in una situazione ancora molto critica: un crescente stato di insicurezza dovuta ai continui contrasti interni ai gruppi ribelli e alla ripresa degli scontri tra esercito e ribelli si sta diffondendo tra la popolazione. Da un testimonianza arrivata dal Sud Sudan possiamo avere un quadro molto, molto più chiaro: “Non c’è niente. Non c’è cibo, non c’è acqua, non c’è assistenza sanitaria, non ci sono generi alimentari, non ci sono strade e, soprattutto, non c’è rispetto per i diritti umani. Ci sono invece i danni provocati dalla guerra. Centinaia di migliaia di morti e di profughi. Nel deserto di Khartoum e di El-Obeid sono ammassati più di 700.000 profughi”.
 
Il DBN, presente in Sudan da diversi anni, ha come obiettivo quello di favorire lo sviluppo dell’educazione sudanese convinto che attraverso di essa si permetta ad ogni persona di essere protagonista del proprio sviluppo e allo stesso tempo di partecipare allo sviluppo del proprio paese. L’educazione è un diritto di ogni bambino, è una precondizione per il raggiungimento di una economia ed uno sviluppo sostenibili, ed è un poderoso strumento di supporto al processo di pace. Proprio per questi motivi la strategia principale di intervento realizzata in Sudan è stata quella di operare nel miglioramento delle condizioni scolastiche esistenti e nella realizzazione, dove non esistevano, di nuove opportunità educative.
Una volta individuato il settore principale di intervento, sono state analizzate le diverse aree geografiche e la loro selezione è avvenuta in base ai seguenti criteri:
 
Grado di privazione
Vulnerabilità di bambini e giovani
Presenza di partner locali
Sulla base di queste analisi, il programma del DBN è stato suddiviso fra le seguenti zone: zona del Sud Sudan, zona di Khartoum e zona del Darfur.
Per entrare ancora pi√π nello specifico, ci soffermeremo sulla regione del Sud Sudan e cercheremo di capire quali sono le principali azioni necessarie per migliorare il sistema educativo di questa zona. Gli obiettivi dei progetti portati avanti dal DBN sono i seguenti:
 
 
OBIETTIVI
BENEFICIARI
Migliorare l’accesso a scuola nel villaggio di Wau
5000 studenti
Permettere la nascita di piccole imprese nella provincia di Wau
350 studenti
Promuovere training e servizi nel settore agricolo nella provincia di Wau
250 famiglie
Migliorare l’accesso a scuola nel villaggio di Tonj
3500 studenti
Promuovere training e servizi nel settore agricolo nella provincia di Tonj
250 famiglie
Migliorare la condizione della donna nella provincia di Tonj
400 donne
Formare risorse umane con capacità imprenditoriali che contribuiscano allo sviluppo economico del Sud Sudan
300 studenti
 
 
Con quali modalità vengono raggiunti questi obiettivi? Vediamole insieme:
 
Per la provincia di Wau:
 
Centro professionale per 90 studenti e uno staff di 12 persone, con corsi in: meccanica generale, falegnameria, fabbro e pittura
Dispensario e laboratorio medico
Programmi di promozione della donna
Progetto agricolo
 
Per la provincia di Tonj:
Centro educazionale Don Bosco (scuola elementare)
Ospedale e dispensario
10 scuole rurali
 
Come potete vedere, una macchina operativa si è messa in moto, attraverso questi progetti, per poter arrivare fino a tutti i beneficiari evidenziati. Quando si parla di un progetto di cooperazione, si parla, quindi, di tutto questo: strategie di intervento, zone in cui operare, obiettivi prioritari, beneficiari diretti e indiretti e modalità di azione.
Coloro che operano in progetti di sviluppo non sono solo super laureati con un curriculum pieno di formazione ed esperienze professionali rilevanti, ma troviamo anche persone che decidono di dedicare periodi pi√π o meno lunghi della propria vita per amore dei fratelli pi√π bisognosi senza aspettarsi nulla in cambio se non la gioia di vedere realizzato il sogno di un bambino!
E per coloro che non se la sentissero di affrontare un viaggi “così lungo” per regalare sogni, anche da qui, dalla propria città si può fare qualche cosa. Vi porto l’esempio di un gruppo di persone che si sono unite e insieme cercano di collaborare per poter realizzare progetti di sviluppo: Cerveteri solidale è un gruppo di sostegno cittadino autorizzato dal Vis per fare opera di sensibilizzazione e raccolta fondi per la “Campagna Sudan, e come questo ce ne sono molti altri in giro per l’Italia…basta informarsi un po’.
Vi lascio con questa bella testimonianza di Andrea Naletto un volontario in Sudan… lui si che può essere felice perché veramente sta regalando sogni!!
 
“Carissimi amici del Sudan, sono molto lieto di comunicarvi il primo anniversario del “Don Bosco Network Sudan Programm” . Proprio un anno fa, una squadra del VIS giunse a Khartoum per aprire l’Ufficio VIS, ora Agenzia di Coordinamento per il “Don Bosco Network Sudan Programm”. 365 giorni di lavoro, 5 collaboratori VIS internazionali in loco implementando progetti in 5 località diverse, per arrivare fino all’ultimo, in particolare per i giovani, i più poveri e disagiati.
Dall’offerta formativa e di orientamento lavorativo per i giovani di Khartoum e del Darfur al miglioramento dell’accesso all’istruzione per le comunità del Sud Sudan, al potenziamento e promozione delle donne e supporto all’economia rurale, il VIS e il Don Bosco Network, insieme al partner principale i Salesiani del Don Bosco, stano dando speranze concrete per un futuro migliore a migliaia di Sudanesi.
La sfida che stiamo affrontando è enorme. Il VIS e Don Bosco Network insieme al partner principale la famiglia salesiana, stanno adoperando insieme per coinvolgere di più il governo locale e la comunità internazionale per ricostruire il futuro della popolazione Sudanese, rovinato da 23 anni di guerra civile. Siamo particolarmente riconoscenti alla Delegazione Salesiana in Sudan e a tutti i Salesiani, cooperatori e collaboratori laici che instancabilmente stanno lavorando per la popolazione Sudanese dal Nord al Sud.
Un ringraziamento alle comunità delle Suore di Maria Ausiliatrice in Sudan, ai membri del Don Bosco Network e a tutti gli amici dell’opera del Don Bosco in Sudan”.
 
(per chi volesse ulteriori informazioni sui progetti in Sudan, può visitare il sito http://www.volint.it/sudan/)
 
 Emma Colombatti
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