Sabato 30 dicembre e martedì 2 gennaio, due diversi gruppetti di circa 20 giovani sono entrati nell'Istituto Penitenziario Minorile di Treviso per un pomeriggio di volontariato
Sabato 30 dicembre e martedì 2 gennaio, due diversi gruppetti di circa 20 giovani sono entrati nell'Istituto Penitenziario Minorile di Treviso per un pomeriggio di volontariato. Dopo un primo momento in cui don Otello, cappellano del carcere minorile, ha spiegato cos'è un IPM (Istituto Penitenziario Minorile) e come comportarsi all'interno, e dopo il saluto del direttore del carcere, che ha ringraziato per il servizio offerto, ci si è suddivisi i compiti dell'animazione.
Entrati in Istituto, con molta emozione addosso, dopo i primi controlli, ci si è spostati verso la zona dove si trovavano i ragazzi, rinchiusi in uno spazio piccolissimo e poverissimo (non c'erano nemmeno le sedie per sedersi)... ed è così che si è dato il via alla conoscenza con i primi giochi: punisher, anfore, bandierina, ok il prezzo è giusto, scenette di teatro, etc. Tutti giochi che si fanno solitamente in una serata da camposcuola o in un pomeriggio da oratorio. Eppure, questi giochi, per alcuni di loro, era la prima volta che venivano fatti. Il pomeriggio si è concluso con una merenda e uno scambio di auguri.
Ecco qua alcune impressioni dei giovani che hanno partecipato all'iniziativa.
Non avevo aspettative, ma sicuramente non mi aspettavo ciò che ho vissuto.
Siamo entrati in questo luogo che in realtà sembra più un altro mondo, fatto di grate, muri dipinti e di persone come me che aspettano solo di uscire. Abbiamo giocato insieme e ogni risata sembrava quasi fosse uscita da una persona che non lo faceva da tanto, abbiamo parlato delle nostre vite, di ciò che ci piace e che non ci piace, di cose vere e false e dei nostri sogni per il futuro. Proprio quei sogni che non ti aspetteresti mai da dei ragazzi in carcere, eppure sono tutti sogni reali e belli. C'è chi vuole finire di studiare, chi vuole fare il saldatore, lo chef, il meccanico, chi vuole andare anche all'università.
Tante storie, tanti sorrisi, tante fragilità, tanti rimpianti. È stata un'esperienza incredibile, un pomeriggio passato in un attimo e sicuramente in quell'attimo un pezzo del mio cuore ci è rimasto. Quei ragazzi che per un loro sbaglio si sono trovati lì mi hanno fatto capire quanto è bello essere liberi e quanto sia importante lottare per la cosa giusta. Chiunque non vedrebbe l'ora di uscire da una prigione, ma loro vogliono uscire per fare finalmente delle loro vite un capolavoro. "Salutami la libertà".
(Veronica)
Grazie all’opportunità che ho ricevuto, relazionandomi con i ragazzi dell’IPM di Treviso, ho compreso a pieno quanto loro siano persone veramente speciali. Sono ragazzi capaci di trasmettere profonde emozioni in qualsiasi persona li ascolti, sono ragazzi che possono ancora dare molto agli altri e soprattutto anche a se stessi.
Ringrazio don Emanuele per averci permesso questa fantastica esperienza, vedere tutti quei ragazzi sorridere perché si è passato un pomeriggio insieme riempie il cuore di gioia. Da questa giornata mi porto a casa tutti i sorrisi visti e vissuti.
(Sara Fa.)
Penso che queste esperienze siano molto forti e che facciano crescere emotivamente e come persone.
Vivendo in prima persona queste opportunità di volontariato credo che facciano cambiare la visione che abbiamo dei fatti e facciano capire molti gesti importanti della vita che spesso diamo per scontati.
Sono davvero contenta di aver potuto giocare e parlare con loro.
Soprattutto mi ha fatto piacere alla fine quando tutti i ragazzi ci ringraziavano ed erano felici di aver trascorso un pomeriggio con noi.
Nonostante tutto sono dei ragazzi giovani come noi, che hanno i nostri stessi bisogni. Credo nel perdono e nel pentimento attraverso un percorso e standogli vicino.
È stata un’esperienza che mi porterò sempre nel cuore.
Grazie di tutto
(Sara Fe.)
L’esperienza vissuta ieri all’ IPM di Treviso ci ha aperto cuore e occhi!
Ci ha toccato particolarmente la gioia con cui i ragazzi hanno partecipato a pochi semplicissimi giochi, i giochi più banali che si potrebbero proporre ai bambini del’oratorio che però ieri sembravano essere qualcosa di incredibile.
È stato bellissimo poi il modo con cui tutti i ragazzi, nessuno escluso, si sono aperti con noi e ci hanno in qualche modo “integrato” nella loro realtà e nel loro gruppo.
Ringraziamo per questo don Emanuele, don Otello e tutti coloro che ci hanno permesso di partecipare a quest’esperienza favolosa ma soprattutto i ragazzi meravigliosi che abbiamo conosciuto!
(Cecilia e Stefano)
Oggi siamo andati a visitare e vivere il carcere minorile di Treviso.
Uno dei ragazzi, durante un momento libero, mi ha detto: “Ce l’avevo con me stesso perché mi avevano dato la possibilità di cambiare ma io l’ho sprecata”.
Mi colpisce tanto questo pensiero. Penso che anch’io tante volte mi sento così, eppure poi penso sempre che per me ci sia un margine, un’altra possibilità per rimediare. È questo che mi ha colpito più di tutto: so che sembra assurdo ma mi è sembrato di avere di fronte a me i ragazzi che ogni settimana popolano i cortili dei nostri oratori. Magari non proprio quelli più fedeli, ma quelli che tornano ogni estate perché hanno ancora voglia di stare bene.
È vero, quei ragazzi hanno visto il limite, ma sognano in grande come ognuno di noi.
(Arianna)
È stata una esperienza fortissima, ne sono uscita con il cuore pieno e con una grande voglia di aiutare ulteriormente il prossimo. Vorrei scrivere un testo o qualcosa che fermi le emozioni di ieri.
È stata un’esperienza unica: gli occhi dei ragazzi hanno comunicato molto senza la necessità di parlare tanto.
La semplicità ha portato un’ondata di leggerezza e bellezza e spero che ciò che abbiamo fatto ieri in qualche modo possa aiutare ognuno di loro a stare meglio.
Sono infinitamente grata a te e ai salesiani per l’opportunità che ci è stata offerta.
(Silvia S.)
Ci tenevo a ringraziare tutti voi che ci avete permesso di vivere l’esperienza così forte.
Continuo a pensare e a cercare di elaborare ciò che ho vissuto e tra le innumerevoli cose c’è il fatto che poche altre volte nella mia vita ho toccato così con mano una dimensione di autentica umanità, di bisogni, di voglia di vivere, di paure. ed è stato di una potenza incredibile. Difficilmente dimenticherò la loro gratitudine per il nostro esserci semplicemente stati e difficilmente dimenticherò la lezione di umanità che oggi i ragazzi mi hanno trasmesso è stato un pomeriggio veramente significativo, quindi grazie di cuore.
(Silvia M.)
L’esperienza al carcere minorile di Treviso è stata strana. In quel momento, non ci fosse stato il poliziotto, non mi sembrava di essere in un carcere. sarà stato il bel clima che abbiamo portato che lo ha reso quasi un oratorio. potevamo capire cosa fosse solo parlando con i ragazzi. Il pensiero che loro avessero commesso dei reati mi è balzato in testa solo dopo essere uscito. Mi hanno colpito alcune parole dette da loro, ad esempio, mentre eravamo ai saluti finali, uno di loro dice ad un altro: “ora si torna in carcere”. altri hanno detto: “salutateci la libertà”. Il mio augurio è proprio quello di aver fatto respirare loro un po’ di libertà, in modo che questa possa convertirli ad una vita più ordinata.
(Giancarlo)
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