Il 25-28 Aprile 2002 la Scuola di mondialità con alcuni amici, si è 'trasferita'a Roma per concludere con una nuova esperienza quest'anno di incontri.In questi 4 giorni ci è stata offerta la possibilità di visitare Assisi e di conoscere più da vicino i luoghi in cui ha vissuto S. Francesco, di scoprire il significato che hanno avuto e che ancora hanno, grazie anche all'aiuto di alcuni frati francescani.Gli incontri con frà Matteo, frà Andrea e frà Massimo sono stati molto significativi perchè con la loro simpatia e le loro provocazioni ci hanno dimostrato quanto il messaggio di San Francesco può essere calato ai nostri giorni e rivolto ad ognuno di noi.
del 01 maggio 2002
L' occasione di sperimentare concretamente quel 'servire il servo'che predicava S. Francesco, l'abbiamo avuta a Roma, dove abbiamo conosciuto la Comunità S. Egidio. Qui siamo stati accolti da 2 dei volontari, che ci hanno illustrato le diverse attività portate avanti dalla Comunità: dalla mensa dei poveri, all' assistenza agli anziani, ai malati di AIDS, ai nomadi, agli stranieri e ai senzatetto.
Sabato pomeriggio abbiamo lavorato con loro allo smistamento di giocattoli e scarpe destinati al Centro di Accoglienza stesso o a un mercatino, il cui ricavato viene sempre utilizzato a favore dei poveri. E' stata un' esperienza molto positiva: è stata utile, ci ha arricchito e mostrato che c'è un mondo che chiede aiuto, di cui non ci si può dimenticare neanche nelle scelte di ogni giorno e allo stesso tempo ci ha reso in qualche modo utili.
Marta Villanova di Portogruaro marta.vidus@tin.it
Scrivo le impressioni su Roma, prendo spunto dalla condivisione-revisione finale fatta a Porto Viro.
Il primo giorno ad Assisi per me è stata una sorpresa perchè pensavo di andare in questa città da turista e invece ci siamo andati da veri pellegrini, cioè, come ci ha detto frà Andrea, come persone in cammino con delle domande per capire la spiritualità, in questo caso, francescana. Ponendo come prima tappa l eremo delle carceri, luogo per eccellenza di preghiera dove San Francesco si isolava a pregare, siamo andati proprio alle radici della spiritualità francescana, infatti Francesco pregava per ben 200 giorni all anno (in posti diversi), mentre i restanti giorni si dedicava all apostolato e alla predicazione. Con l aiuto di un frate proprio dell eremo abbiamo riflettuto sulla vera felicità da ricercare andando fuori dagli schemi imposti dagli altri e da noi stessi, in una cornice naturale spettacolare per la sua bellezza e semplicità. Quindi ci siamo diretti alla Basilica e poi a Santa Maria degli Angeli dove è conservata la porziuncola, per poi ritornare alla Basilica per la nostra cena al sacco e per visitare Assisi by night con una guida tutta speciale& infatti è venuto frà Massimo, un frate, come ha detto qualcuno, mandato direttamente da Zelig, un frate con un leggerissimo accento romagnolo e con una carica di battute incredibile, ma la cosa più incredibile è che tramite questo umorismo folle ci ha fatto riflettere molto su alcuni valori come l amicizia e le relazioni duali tra uomo e donna facendo il raffronto tra la vita di Francesco prima della conversione e la vita di molti giovani di oggi che riempiono la propria vita di falsi valori dettati dai famosi schemi imposti. Inoltre ci comunicava alcuni fatti personali suoi prima della sua conversione, con una estrema umiltà senza vergogna per quel che era, facendoci capire quanto sia straordinaria la misericordia di Dio e come operi costantemente sulle nostre vite, basta mettersi in ascolto! Dopo questa giornata sorprendente eravamo più che pronti ad affrontare il resto!
Siamo andati poi alla comunità di Sant Egidio a Roma, quasi nessuno di noi sapeva bene cosa fosse e in che modo operava. Ci ha accolti isignor Luciano il quale ci ha spiegato la storia, il come e il perché è nata questa comunità. Quello che uno può pensare è che tutti quelli che operano e abitino assieme ed invece no. La comunità è composta da laici che hanno una famiglia propria e nel tempo libero dal lavoro o dallo studio si dedicano con costanza ad uno o più dei tanti servizi che offre/chiede la comunità. Mi faceva molto riflettere il sapere che è nata nel 1968 da degli studenti, in anni in cui sembrava ci fossero solo rivoluzioni fini a se stesse, ed invece è nato qualcosa per il prossimo a cui il Signore ci ha sempre insegnato a guardare. Un altra idea sbagliata che mi ero fatta era sul tipo di servizio offerto, credevo si rivolgessero solo ai barboni alle persone senza fissa dimora a questo tipo di povertà, invece mi ha stupito il fatto che spesso si catalogano i poveri solo in questo schema, in realtà sono diversi i tipi di povertà a cui si può andare incontro, a cui si può dare del tempo gratuitamente. Infatti la comunità di sant Egidio si occupa anche di malati di aids, degli anziani, degli handicapati, degli zingari, questo a farci capire che a guardarci bene attorno sono diversi i poveri che ci stanno vicino e a cui possiamo umilmente offrire del tempo e delle risorse, senza trincerarci dietro agli schemi povero=barbone, nel mio paese non ce ne sono e allora non posso far niente! Basta aprire gli occhi e un Gesù che ti chiede aiuto e lì proprio vicino a te! Per loro, ci diceva Luciano, il sostentamento maggiore viene dalla preghiera (come san Francesco!), un motivo quindi che ritorna&
Il giorno dopo al mattino abbiamo visitato la Basilica di san Pietro e altre chiese, culle del cristianesimo, poi nel pomeriggio siamo andati a smistare vestiti e giocattoli nei depositi della comunità, per poi inscatolarli e darli alla boutique dei poveri , ed ho riscoperto quanto sia bello e gratificante (in positivo) il lavoro dietro le quinte, sporcandosi le mani per qualcuno, senza badare alla fatica e al fatto di non vedere subito i risultati, ma svolgendo il proprio lavoro con amore pensando ai bambini che giocheranno con i vari peluche e barbie da noi donne sapientemente vestite!
Tutto questo condito da un clima fraterno grandioso tra di noi, senza badare a spese di gratuità e sostegno reciproco nelle difficoltà (a livello di influenza eravamo un lazzaretto!). Ripenso a tutti i volti dei miei compagni di viaggio e non posso fare a meno di associarli a quelli di una vera famiglia, quella dei figli di Dio. In particolare mi porto nel cuore i miei compagni di pulmino il mitico Bud Spencer , Mauro, Beppe, Daniele, Emanuela, Valeria, Arianna, Federica ed Elisa, siamo arrivati persino a dargli un nome, perché oltre agli scherzi, alle battute e al bellissimo inno inventato appositamente per il nostro Bud , abbiamo condiviso un esperienza grandiosa e abbiamo fatto discorsi seri senza paura di esprimere la nostra opinione.
Carla di Mogliano challina@hotmail.com
Impressioni a quasi caldo: era da tanto che non stavo così bene! L uscita fatta con il Gruppo è stata arricchente in tutti i sensi! Penso che dopo aver corso come i pazzi tra frati spettacolari, Comunità, chiese, piazze, viette e viuzze ci siam portati a casa una montagna di stanchezza e un oceano di serenità e felicità! Di voglia di fare e di entusiasmo verso tutto! Almeno da parte mia!
Non sto a descrivere quel che abbiamo visto o sentito, sarebbe decisamente troppo lungo. Fatto sta che in questo periodo della mia vita, tutto quel che ho visto e sentito, mi ha fatto un gran bene!
Assisi, devo dire, non mi delude mai! Era la terza volta che ci andavo, nel giro di pochi anni, e il risultato è stato sempre lo stesso. La presenza di Dio ovunque. Quel gran senso di pace dentro, e l incontro con i frati, che lascia tutte le volte un segno indelebile! Roma, è stata un tour de force, piacevole. Abbiamo visitato un po tutto quel si poteva vedere in un giorno e mezzo, in Comunità S.Egidio abbiamo dato quel poco che potevamo e che ci hanno chiesto (pensavo di lavorar di più per dir la verità). Il Gruppo è stato fantastico, si è creato un clima splendido di semplicità, gaiezza e voglia di vivere. Non saprei cos altro scrivere dato che potrei continuare ancora, ma non ho tempo!
Quindi grazie di tutto e ci vediamo il 25 maggio alla veglia.
Ciao
Valeria di Verona valegump@virgilio.it
Valeria Fusa, Marta Vidus Rosin, Carla Biral
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