Semplicità del cuore in Maria Mazzarello

La semplicità del cuore è sempre stata nella tradizione spirituale un segno di spiritualità genuina. Il cuore semplice è in sé chiaro, ripieno dello Spirito di Dio. Vede le cose così come sono. Non mescola le proprie parti di ombra nelle cose e nella considerazione delle persone. Una riflessione di Anselm Gr√ºn, considerato lo scrittore spirituale più noto e più letto del mondo.

Semplicità del cuore in Maria Mazzarello

da Spiritualità Salesiana

del 06 dicembre 2011 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

          Nel leggere le lettere di Maria Mazzarello mi ha anzitutto impressionato la semplicità del suo linguaggio e della sua spiritualità. La semplicità del cuore è sempre stata nella tradizione spirituale un segno di spiritualità genuina. I monaci la chiamavano la purezza del cuore.

          Il cuore semplice è in sé chiaro, ripieno dello Spirito di Dio. Vede le cose così come sono. Non mescola le proprie parti di ombra nelle cose e nella considerazione delle persone. La semplicità è segno che uno conosce bene se stesso, che si accetta con tutte le sue zone d’ombra. Il cuore è semplice perché è divenuto uno con Dio. 

          Il cuore semplice di Maria Domenica Mazzarello è nello stesso tempo pervaso di grande gioia. Continuamente lei ripete nelle sue esortazioni: “Siate allegre!”. Questa non è l’esortazione formale di una persona che non è contenta, anzi manifesta la serenità di colei che scrive. La si percepisce nel modo con cui descrive le consorelle, racconta gli avvenimenti e si rivolge al destinatario con un certo humor.   

«Guai se fate almanacchi!» 

          Non è uno stile untuoso con cui le realtà vengono coperte sotto un manto spiritualistico. Maria dice le cose come sono. Non usa raggiri per abbellire le situazioni scottanti. In tutte le difficoltà non si sente in lei alcuna disposizione d’animo depressiva o piagnucolosa. Accetta le situazioni così come sono. Parla, ad esempio, apertamente delle uscite dall’Istituto, senza condannare le suore che hanno lasciato la comunità. Dà relazione della morte di giovani sorelle, ma lo fa senza enfasi e senza autocompassione. Piuttosto è ovvio per lei che siano andate tutte in Paradiso. E anche del Paradiso sa scrivere in modo abbastanza umoristico, senza lo stile troppo solenne che caratterizza certi manuali di spiritualità. 

          Maria condanna le fantasie negative che sorgono in noi e che ci rendono pesante la vita. Così esorta le suore: “Mandatemi presto buone notizie, ricordatevi che voglio che stiate allegre, guai se fate almanacchi”. Il termine “fare almanacchi” indica “fantasticare, scervellarsi in modo inconcludente e fare supposizioni pessimistiche”. Maria riassume qui ancora una volta i suoi desideri in modo umoristico. La condizione che permetterà alle suore di poter vivere bene insieme è che si distanzino dai loro pensieri e fantasie, che si rendano libere dalle molte proiezioni sugli altri. Devono vedere ogni persona così com’è, e non scervellarsi per quello che dietro le sue parole o il suo contegno potrebbe nascondersi. Chi fa supposizioni pessimistiche sull’altro vede solo il negativo in lui. Il cuore semplice ha uno sguardo luminoso e positivo. E con questo sguardo vede il nocciolo buono di ogni persona.   

Le carezze di Madama  

          Molte volte nelle lettere Maria parla del Paradiso. Quando riferisce della morte di una consorella, dice brevemente che adesso è in Paradiso. Alle suore raccomanda di prepararsi bene alla morte:“Bisogna che stiamo sempre preparate e tener i conti aggiustati, così la morte non ci farà paura”. Anche della morte scrive in tono confidenziale e umoristico. Lei non ne ha paura, anzi ha perfino confidenza con la morte: “Mie care figlie, vedete, la morte ogni tanto viene. La Madama morte [viene] a farci un saluto!”. 

          Di due suore molto ammalate scrive: “Pare che la morte si avvicini per farle una carezza, ma le poverine non ne vogliono sapere”. La morte ha dunque qualcosa di affettuoso: accarezza i moribondi. Non viene come un terribile mostro, ma come una donna che ci porta un saluto da Dio. In queste parole diviene chiaro che Maria integra la morte nella sua vita, che il pensiero della morte non le fa paura, ma la invita a vivere consapevolmente e intensamente. 

          Maria non parla di teologia mistica. Ma la semplicità del cuore dimostra che lei ha sperimentato Dio e che niente di ciò che è umano le è estraneo. Per questo può parlare con amorevolezza delle debolezze umane, senza indignarsene. La sua spiritualità non ha il tono moralizzante di chi condanna l’inosservanza dei comandamenti. Per Maria tutto è naturale: l’amore di Dio, ma anche le debolezze umane. Se lei esorta spesso le suore a superare le fantasie negative è perché coltiva e vuol coltivare anche negli altri la semplicità del cuore.  

Un messaggio per noi  

          Leggendo le lettere di Maria Mazzarello, il messaggio più importante per me è questo: “Diventa semplice! Confida nell’amore! Non è così complicato come tu pensi. Ama semplicemente e sii allegro!”. La spiritualità di Maria è libera da complicate speculazioni. È pure libera dalla mentalità moralistica e meschina, che nell’Ottocento era largamente diffusa anche nell’ambito ecclesiastico. Lei respira ampiezza, allegria, semplicità e chiarezza.  

          Nel nostro mondo complicato, il messaggio che oggi la Santa ci dona, per me è questo: «Cerca di elevare il tuo cuore, e tutto ciò che è in esso, alla comunione con Dio. Vedrai come tutto diventa semplice e chiaro, come tu diventi uno con te stesso e con gli altri. Se il tuo cuore si rischiara, si riempirà di una gioia, che neppure le vicissitudini della vita potranno disturbare. Perché ha la sua sorgente nell’amore di Dio».

Anselm Grün

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