Perché guardiamo tutto di fretta? Una riflessione sulla nuova modalità di vedere le cose.
Negli ultimi anni, piattaforme come Netflix e Spotify ci permettono di accelerare la velocità di riproduzione. Questo significa che possiamo guardare una serie tv o ascoltare un podcast in meno tempo, passando da 1x a 1.5x o addirittura 3x! È interessante notare che questa funzione, nata per agevolare chi ha difficoltà cognitive, è diventata un’abitudine tra molti giovani. Ma cosa ci spinge a consumare tutto così rapidamente?
Per chi ama i contenuti digitali, è facile farsi prendere dalla “Fomo” (Fear of Missing Out), cioè la paura di perdersi qualcosa. Viviamo sommersi di serie, film, podcast, e tutti sembrano parlare degli stessi contenuti. E così, per non restare indietro e sentirci “tagliati fuori” dalle conversazioni, cerchiamo di vedere tutto, anche velocemente. Ma è possibile che ci stiamo perdendo qualcosa guardando tutto di corsa? Ci chiediamo mai se è davvero importante vedere tutto, o è solo una moda passeggera?
Il nostro tempo di attenzione sta diminuendo. Uno studio ha dimostrato che, dall’introduzione degli smartphone, siamo passati da un’attenzione media di 12 secondi a soli 8 secondi. Forse per questo preferiamo lo speed-watching: meno tempi morti, più velocità e nessuna distrazione. Ma è davvero così? E cosa significa questa “perdita di attenzione” per la nostra vita? Se non riusciamo a concentrarci a lungo su qualcosa, come facciamo a sviluppare pensieri profondi o a vivere emozioni intense?
I social come TikTok hanno portato a una nuova abitudine: brani musicali velocizzati, montaggi rapidi e stimoli continui. Pensa a quante volte ti è capitato di vedere una canzone o un video “remixato” e velocizzato solo per renderlo più accattivante. Questo ci ha portato a pensare che tutto debba scorrere veloce. Ma un’opera d’arte o una canzone sono pensate per essere consumate velocemente? E se il messaggio che racchiudono si perdesse?
Gli adulti critici dello speed-watching ci avvisano: così facendo perdiamo l’opportunità di assaporare davvero ciò che vediamo o ascoltiamo. Non ci fermiamo più su un momento, non riflettiamo, non approfondiamo. Ma chi difende lo speed-watching dice che permette di “ottimizzare” il tempo, accelerando solo dove è meno interessante e rallentando dove c’è davvero qualcosa di bello. Ma è possibile “ottimizzare” le emozioni? La bellezza della narrazione può essere davvero compressa in un tempo minore?
Prova a fermarti e chiederti: perché ho bisogno di fare tutto velocemente? Forse stiamo solo seguendo una tendenza, senza chiederci davvero perché. Se la vita fosse solo una corsa continua, quando potremmo fermarci e goderci davvero il momento? Forse non è tanto una questione di velocità, ma di equilibrio. È possibile trovare un modo per vivere appieno ogni esperienza, senza dover sempre correre?
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