Spirito critico e responsabilità per un'educazione civica digitale

Per combattere cyberbullismo e fake news, il Miur presenta una piattaforma con contenuti mirati a educare i ragazzi alla convivenza attiva e partecipativa nella nuova società digitale...

Spirito critico e responsabilità per un'educazione civica digitale

del 25 gennaio 2018

Per combattere cyberbullismo e fake news, il Miur presenta una piattaforma con contenuti mirati a educare i ragazzi alla convivenza attiva e partecipativa nella nuova società digitale...

 

Dopo il Decalogo per l’utilizzo dello smartphone in classe presentato venerdì, mentre siamo ancora immersi nelle polemiche smartphone sì / smartphone no, ecco che arriva il Sillabo per un’educazione civica digitale. Il Miur ha messo online una nuova piattaforma di educazione civica digitale, con fornire materiali e contenuti per educare alla convivenza attiva e partecipativa nella nuova società digitale.

«Per educazione civica digitale non si intende una riconversione dell’educazione civica ai tempi della rivoluzione digitale. Per educazione civica digitale intendiamo piuttosto una nuova dimensione che aggiorna ed integra l’educazione civica, finalizzata a consolidare ulteriormente il ruolo della scuola nella formazione di cittadini in grado di partecipare attivamente alla vita democratica», si legge nell’home page della piattaforma. Le parole chiave dell’educazione civica digitale sono spirito critico e responsabilità. «Spirito critico, perché è fondamentale - per studenti e non solo, docenti e famiglie sono altrettanto coinvolti - essere pienamente consapevoli che dietro alle straordinarie potenzialità legate alla tecnologia si celano profonde implicazioni sociali, culturali ed etiche. Lo spirito critico è condizione necessaria per “governare” il cambiamento tecnologico e per orientarlo verso obiettivi sostenibili per la nostra società. Responsabilità, perché i media digitali, nella loro caratteristica di dispositivi non solo di fruizione ma anche di produzione e di pubblicazione dei messaggi, richiamano chi li usa a considerare gli effetti di quanto attraverso di essi vanno facendo».

Occorre quindi che la scuola aiuti ad accompagnare la complessità del cambiamento, piuttosto che limitarsi a indicare i “rischi” che il digitale e le nuove tecnologie implicano. «La scuola può infatti aiutare gli studenti, e con essi i genitori, a costruire strategie positive per affrontare una disponibilità di tecnologie, di informazione e comunicazione senza precedenti. Lo sviluppo di una piena cittadinanza digitale passa anche e soprattutto dalla capacità degli studenti di appropriarsi dei media digitali, passando da consumatori passivi a consumatori critici e produttori responsabili di contenuti e nuove architetture». Insomma, chi se non la scuola deve farsi carico di educare i giovanissimi alla complessità di avere “il mondo in una mano”?

Cinque le aree previste dalla piattaforma, l’architettura della rete e la questione dei diritti, educazione ai media, educazione a cercare, analizzare e usare correttamente l’informazione (information literacy), ruolo e valore dei big data e dell’intelligenza artificiale, creatività digitale. Il sillabo è indirizzato alla scuola secondaria di secondo grado e di primo grado, con opportune semplificazioni nei percorsi. Per la scuola primaria saranno comunque proposti nelle prossime settimane contenuti mirati.

 

Redazione Vita.it

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