Stanchi d'attendere, ci manchi Signore

Chiedilo all'amore. Lui ti risponderà: "Nella notte dell'abbandono ho riamato il volto dell'amato". Chiedilo a Maria. Lei ti risponderà: "nella notte oscura del Sabato Santo ho avvertito I primi passi del mio Figlio vestito di luce". Chiedilo a Lui. Lui ti risponderà: "Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà..."

Stanchi d'attendere, ci manchi Signore

da Quaderni Cannibali

del 28 novembre 2011(function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) {return;} js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk'));

 

          Chiedilo all'aurora. Lei ti risponderà: 'è di notte che mi alzo e inizio a spargere la luce'. Chiedilo alla Risurrezione. Lei ti risponderà: 'nella notte di quella Croce ho fatto le prove generali per la mia danza'. Chiedilo alla vittoria. Lei ti risponderà: 'nella notte della sconfitta ho avvertito il sapore della rivincita'. Chiedilo all'amore. Lui ti risponderà: 'Nella notte dell'abbandono ho riamato il volto dell'amato'. Chiedilo a Maria. Lei ti risponderà: 'nella notte oscura del Sabato Santo ho avvertito I primi passi del mio Figlio vestito di luce'. Chiedilo a Lui. Lui ti risponderà: 'Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati' (Mc 13, 33-37).

          Di notte - in quel labile spazio che abita tra l'oscurità e la luce – affonda le radici il genio e la santità. Il tempo di Platone del quale si dice consumasse più olio nella lampada che vino nella coppa; di Napoleone che iniziava la giornata alle quattro del mattino, di Balzac che s'aggrappava alla penna all'una di notte. Di D'Annunzio che alle tre del mattino rompeva il sonno per scandagliare l'universo e i suoi segreti, di Gesù di Nazareth che di notte s'alzava per pregare e caricarsi d'Eterno: perchè di notte s'avverte meglio l'urto della secchia nel pozzo, la canzone del fuoco, il tonfo di una mela, le parole cupe sulle soglie, il grido del bimbo. Le cose che non passano mai: quelle di Dio e dei suoi avventurieri.

          E dentro la notte c'è un mondo in stato di febbrile e appassionata attesa: il fornaio col suo lievitare il pane, il camionista nella piazzola dell'Autogrill, l'editore nel buio della sua redazione, il monaco nel silenzio claustrale della sua cella, la mamma nell'angosciante attesa di un ritorno. Il popolo di Dio attende per entrare nella Terra Promessa: Mosè attende un cenno nel mezzo del deserto, Maria attende un cenno nell'attesa del Golgota - 'Dimmi, Figlio mio, quanto mi resta d'attenderTi' -, i discepoli vivono nell'attesa del Regno. Anche Penelope attende il ritorno di Ulisse, Lucia quello del suo Renzo, Ungaretti attende il ritorno della vita. 

Don Marco Pozza

http://www.sullastradadiemmaus.it

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