Il tema conduttore è la differenza tra verità e illusione: non è vero che i figli stanno tutti bene come avevano fatto credere al genitore...
del 28 novembre 2005
Regia: Giuseppe Tornatore
Interpreti: Marcello Mastroianni, Salvatore Cascio, Valeria Cavalli
Origine: Italia/Francia 1990
Durata: 120’
 
Matteo Scuro è stato sempre attaccatissimo alla moglie Angela ed ai suoi cinque figli, da molto tempo lontani per lavoro. Ormai vedovo e pensionato decide di fare un viaggio, per andare a fargli visita dato che non sono venuti in Sicilia per una vacanza collettiva. Ma il viaggio, mosso dall’affetto, si risolve in una collezione di delusioni. Si reca prima a Napoli, dove gli dicono che il figlio Alvaro è in viaggio. Quindi a Roma da Canio, che immagina prossimo deputato, mentre quello è solo un modesto funzionario di partito, addetto ad un parlamentare, cui fornisce dati e discorsi. Poi a Firenze incontra la cara Tosca, che dovrebbe aver avuto successo come attrice. In realtà non è che una fotomodella che posa per la pubblicità di biancheria intima e, in più, ha un bambino di cui ignora la paternità. A Milano trova Guglielmo, già destinato alla grande musica, il quale suona la grancassa in un complesso sinfonico ed è insoddisfatto del suo lavoro. Infine a Torino s’incontra con Norma, che lui crede faccia parte dello staff dirigenziale della SIP mentre è solo un’addetta ai telegrammi via telefono ed è in crisi coniugale. Il peggio accade quando apprende da Canio e Guglielmo - convocati per una grande tavolata a cui loro soli si presentano, - che Alvaro, che doveva aver vinto un viaggio premio alle Maldive, è invece scomparso in mare mesi prima. Nessuno dei suoi fratelli ne ha informato il padre: ognuno vive alla meglio la propria vita, anche per non turbare la vecchiaia del genitore, ingenuo e isolato, che ha fatto il suo viaggio preceduto da un tam-tam telefonico dei suoi cari, che via via si passavano la parola d’ordine del silenzio e delle piccole e grandi menzogne. Ritornato in Sicilia sulla tomba dell’adorata moglie sommessamente dice “Stanno tutti bene”.
 
 
Hanno detto del film
Senza modestia, Tornatore sostiene che “Stanno tutti bene rappresenta la più grande contraddizione dei nostri tempi. Infatti attraverso l’analisi delle più disparate condizioni sociali, ho messo a fuoco la difficoltà di comunicare nel privato, in quest’epoca in cui si vive solo di mezzi di comunicazione”.
                                                                                 (Luca Giannelli, Il Popolo, 6/11/1990)
 
Il tema conduttore è la differenza tra verità e illusione: non è vero che i figli stanno tutti bene come avevano fatto credere al genitore.
                                                                                (ilMorandini, Dizionario dei film 2004)
 
Il pensionato Matteo, bianco di baffi e capelli ma vibrante di ottimistico orgoglio paterno, ha deciso di andare a trovare i figli adulti e la sua partenza per il continente acquista sullo schermo qualcosa di verghiano e di epico. Il recupero del passato familiare ed il volontaristico consumo del presente si fondono nell’alternanza di dettaglio a campo lungo, di azione nervosa e sognante flashback. (…) Tornatore riesce anche a comunicare quel sottile senso di isolamento – e quindi di sopravvalutazione del destino dei trafughi – che è parte integrante del fenomeno della sicilianità. Poi, le tappe della disillusione (ed insieme della scoperta di un’Italia marginale meno sgangherata di quella proposta in tv).
                             (Valerio Caprara – La Rivista del Cinematografo – luglio/agosto 1990)
CGS
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