Una risposta efficace è data dal centro di accoglienza dell'oratorio salesiano di via Ormea, nel cuore multietnico di San Salvario. Dove vivono? «In appartamenti sovraffollati con adulti a San Salvario o a Porta Palazzo. Oppure dormono in strada, nei parchi o in stabili abbandonati.
del 18 marzo 2008
 Ragazzi soli sulle nostre strade, in fuga dalla fame e dalle guerre. Nei sogni di questa infanzia perduta in fretta, il traguardo è l’Europa, che odora di ricchezza e futuro. La raggiungono clandestinamente sfidando la morte e le polizie di frontiera in mille modi, nascosti nei doppi fondi di camion, serbatoi e bombole del gas oppure sulle carrette del mare. La famiglia, se c’è, li affida a pagamento ai passatori del traffico di esseri umani. I quali mettono loro a disposizione un biglietto con un telefono da chiamare una volta approdati nel nostro Paese. Dal mare sbarcano a Lampedusa o, dalla scorsa estate, sulle coste calabresi. La maggior parte, però, arriva via terra, dalla frontiere orientali i romeni o dalla Francia i nordafricani. I trucchi del racket sono diventati più sofisticati, oggi riescono a falsificare i passaporti dei passatori in modo che i ragazzi che viaggiano con loro figurino come figli. Qualcuno ha detto che i minori non accompagnati sono lo specchio dell’impreparazione italiana davanti alle questioni migratorie. Chi viene infatti fermato, finisce in comunità da dove 9 su dieci scappano per entrare in clandestinità. Ma poi trovano una vita di spaccio, accattonaggio o di manovalanza della criminalità organizzata o, nel migliore dei casi, il lavoro nero. I dati disponibili non consentono di fotografare con chiarezza la situazione. Ufficialmente, secondo il ministero della Solidarietà sociale, sono circa 7000 i minori stranieri soli in Italia.
 
 Il Comitato minori stranieri offre dati più alti.
 
 Negli ultimi sette anni ne sono stati segnalati oltre 50mila, con una media annuale di circa 7.700. Le regioni da cui provengono il maggior numero di segnalazioni sono Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana, il Piemonte, Emilia­Romagna e Friuli. Il 73% sono adolescenti di età compresa tra i 15 e i 17 anni, un quarto ha un’età compresa tra i 7 e i 14 anni. Tra i minori stranieri segnalati l’85% sono maschi. La gran parte proviene da Romania (37%), Marocco (22%) e Albania (15%). Dalla scorsa estate è in crescita la percentuale di egiziani. Molti si dichiarano palestinesi, ma la vera provenienza sono le baraccopoli del Cairo. Il prossimo 3 aprile verrà presentato il nuovo rapporto dell’Anci, stilato in base alle segnalazioni dei comuni. Non dovrebbe riservare sorprese, le anticipazione prevedono un aumento di qualche centinaio di unità. Ma il sospetto di chi opera sul campo è che le segnalazioni agli enti locali (in genere da parte delle forze dell’ordine) siano solo la punta dell’iceberg minorile. Alcuni esempi lo dimostrano. Nel biennio 2005-2007 la magistratura ha chiesto all’unità tutela minori milanese di intervenire su 2300 casi di adolescenti immigrati. Per contro i servizi sociali del comune di Milano, città con il maggior numero di segnalazioni di minori non accompagnati, al 31dicembre 2007 riportavano 376 minori. Addirittura un quarto in meno. Sempre a Milano, denunciano diverse realtà del terzo settore, sono circa duemila in minori in strada usati come manovalanza da veri e propri racket. In questo caso, sette volte di più rispetto alle cifre ufficiali. Ancora, solo a Roma sono stati segnalati dalle unità di strada 500 adolescenti e giovani stranieri, soprattutto romeni, a prostituirsi ogni notte, nelle periferie o al centro intorno alla stazione Termini o in zona Tiburtina. Anche restando contenuti e considerando la frequente mobilità da una città all’altra, se il sommerso è il quadruplo, avremmo in Italia circa 30 mila ragazzi soli sotto i 18 anni. Come li sfrutta il racket? In campo criminale se hanno meno di 14 anni prevalgono spaccio o scippo per la non punibilità, altrimenti c’è la prostituzione o, se va bene, la vendita ambulante. Ma anche i lavori «legali» ricorrono alla manodopera minorile. Due recenti ricerche presentate da Save The Children e dall’Ires, l’istituto di ricerca della Cgil hanno ricostruito la galassia dei lavori più frequenti fatti dai minori clandestini non accompagnati: si va dall’aiuto idraulico all’aiuto muratore, dal cucitore di tappeti e magliette all’aiuto fabbro, passando ovviamente per l’aiuto cuoco, il lavapiatti, il panettiere e l’aiuto elettricista. Le funzioni di supporto manuale anche nei cantieri edili sono quindi quelle più gettonate. Ma i minori non accompagnati si possono trovare spesso anche come trasportatori di cocomeri, a raccogliere pomodori e perfino nell’allevamento. Non è impossibile trovare sui nostri pascoli piccoli pastori illegali.
  Milano e Torino offrono uno spaccato interessante. La metropoli lombarda ha il maggior numero di presenze di minori in Italia. I romeni sono l’etnia più consistente con 131 casi di giovanissimi perlopiù rom, seguiti da Egitto (90) e Marocco (55). La maggior parte ha tra i 14 e i 18 anni. Ma un terzo dei segnalati sono sempre bambini tra i 6 e i 13 anni. Le comunità non servono perché non si fermano, vogliono lavorare. Partendo da questo dato, il comune vuole superarle puntando sulla formazione professionale per i più motivati con progetti specifici con l’aiuto del terzo settore e sull’alloggio in pensionati. A Torino, che ospita la comunità marocchina più numerosa d’Italia, in strada prevalgono proprio i ragazzi provenienti dal Marocco.
  Una risposta efficace è data dal centro di accoglienza dell’oratorio salesiano di via Ormea, nel cuore multietnico di San Salvario.
  «Gli ospiti sono 15, quasi tutti ragazzi marocchini – spiega don Cesare Durola, giovane sacerdote salesiano responsabile del centro – la loro età media si è alzata a 16 anni negli ultimi mesi. Grazie alla rete delle unità di strada e alla collaborazione con le forze dell’ordine li abbiamo contattati in strada e convinti a lasciarla». Dove vivono? «In appartamenti sovraffollati con adulti a San Salvario o a Porta Palazzo. Oppure dormono in strada, nei parchi o in stabili abbandonati.  Vengono utilizzati per spacciare droga nei parchi e per la vendita di spugnette e fazzoletti di carta agli incroci o nei parcheggi dei mega centri commerciali della cintura».
  Cosa offre loro in più il centro dei salesiani?
  Corsi di formazione – conclude don Cesare – un alloggio, un progetto per la vita. Li aiutiamo a inserirsi in ambito lavorativo e li a trovarsi una casa. Il prossimo passo è favorire il rientro a casa, però con prospettive concrete». Fermare il flusso dei minori soli è ormai una priorità. Per rimettere nelle mani dei ragazzi un futuro rubato dagli inganni degli adulti.
Paolo Lambruschi
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