Sweetie, la «bimba virtuale» che stana i pedofili

Agli occhi di un «cliente» tipo, Sweetie appare come una bambina filippina di 10 anni... Quello che non sa, è che Sweetie non è una persona reale, bensì un modello 3D...

Sweetie, la «bimba virtuale» che stana i pedofili

 

Agli occhi di un “cliente” tipo (età compresa tra i 18 e i 50 anni, agiato, cittadino di un paese benestante), Sweetie appare come una bambina filippina di 10 anni, ha i capelli raccolti, un sorriso timido e sembra a suo agio di fronte a una webcam. Quello che quel “cliente” non sa, è che Sweetie non è una persona reale, bensì un modello 3D, un pezzo di software insomma, programmato per attirare potenziali pedofili e trattenerli in una conversazione abbastanza a lungo da poter essere rintracciati. In due parole: l'esca giusta (Panorama, 22 ottobre).

 

I risultati sono stati straordinari: nelle prime 10 settimane, Sweetie ha consentito di segnalare 1.000 sospetti pedofili in 71 paesi diversi. A un anno dal lancio dell’operazione, 20.000 utenti sono entrati in contatto con Sweetie tramite webcam, decine di persone sono state arrestate, e proprio in queste ore, è finito dietro le sbarre il primo pedofilo scovato grazie a Sweetie.

 

STRATEGIE RAFFINATE. «Mi consenta di dire che chi va a finire con Sweetie è uno dei pedofili più sfigati al mondo», esordisce con una battuta don Fortunato Di Noto, fondatore dell'associazione Meter. «I pedofili utilizzano molti altri canali, hanno strategie d'azione molto raffinate. Attraverso internet hanno trovato la possibilità di diventare una comunità».

 

UNDER 12. A questo si aggiunge un dato inquietante: il 40% dei pedofili on line, prima di condividere e divulgare i propri video, foto, ha abusato realmente della persona filmata. « Concentrano principalmente le loro attenzioni - prosegue Don Fortunato - su bambini al di sotto dei 12 anni , a volte filmandoli o fotografandoli in spiaggia, o persino in video televisivi fatti ad esempio in trasmissioni mediche, dove si parla di pediatria e capita che passino le immagini di genitali di neonati. Insomma tutto ciò che è nudo, seminudo, in costume, e che ha meno di 12 anni, per i pedofili è carne fresca eccellente».

 

FINTE IDENTITÀ. In questo contesto si materializzano le azioni di contrasto on line. Non c'è solo Sweetie naturalmente. In primo luogo, spiega il fondatore di Meter, c'è l'azione della polizia postale, che adotta un contrasto sotto copertura. Gli agenti si camuffano , adottano una falsa identità, ed entrano in forum, chat, social network in modo autonomo».  

 

SEGNALAZIONI. Un secondo modo per individuare i pedofili on line è la segnalazione di profili sospetti.  Sempre sui social, chat e forum, il pedofilo si maschera per non farsi identificare e viene segnalato . «Un'azione simile - spiega il sacerdote - la fanno gli operatori di Meter, che invece non potrebbero agire sotto falsa identità come fa la polizia postale». 

 

ALLA RICERCA DI VITTIME. Un altro modo è l'individuazione delle vittime analizzando i video. L'assunto di partenza è questo: chi sono i migliaia di bambini che si vedono nei video diffusi on line? « Meter si impegna anche a capire le loro identità. Basti pensare che una delle più importante operazioni anti-pedofilia, che coinvolse diversi paesi europei partì proprio da noi. Individuammo su un forum straniero di pedofili, l'immagine di un bambino che indossava la maglia di una squadra italiana di calcio. L'indagine è durata cinque anni: 70mila indagati in Europa e nel mondo, quasi 300 arresti. 240 bambini individuati».   

 

PROVIDER E POLIZIA. Quindi, oltre queste misure, «ben venga Sweetie, ma deve aumentare la collaborazione tra i proprietari dei provider e le forze di polizia. La pedofilia non è il pruriginoso desiderio di un adulto che vuole un bambino . E' un fenomeno ben più impressionante e senza una task force globale rischiamo di non trovar mai le risposte adeguate».

 

Gelsomino del Guercio

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