Il tema della 49a Settimana Sociale, Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso, mette insieme ecologia e ambiente, ecologia e lavoro, ecologia e futuro, ed è una scommessa...
Il prossimo 21 ottobre prende il via la 49a Settimana Sociale dei cattolici italiani che si svolgerà a Taranto, città emblema di ciò che significa vivere dentro una crisi ambientale e sociale. I cattolici italiani – importante il contributo delle associazioni territoriali e in particolare dell’Azione cattolica italiana, che proprio durante la pandemia ha sperimentato nuovi cammini di sostenibilità ambientale e sociale – scendono in campo per dire la loro. Ma anche per sperimentare quanto le democrazie, per migliorarsi, dovranno passare nei prossimi anni per le maglie strette della sobrietà, alterità, fraternità, sostenibilità e solidarietà. In una parola: per il bene comune.
La piantumazione di cinquanta platani, alcuni dei quali porteranno i nomi dei bambini morti a causa dell’inquinamento, e l’avvio del progetto “Prendi il largo” per la trasformazione degli scarti dell’allevamento di molluschi in materiali per la bioedilizia. Sono le due opere-segno che saranno realizzate nell’ambito della 49a Settimana Sociale dei cattolici italiani che si svolgerà a Taranto dal 21 al 24 di ottobre prossimi.
Le due iniziative hanno una forte carica simbolica. Testimoniano innanzitutto l’attenzione della Chiesa per l’uomo e il creato, ma anche il cammino che sta facendo, soprattutto su impulso di papa Francesco, sui temi della sostenibilità ambientale e sociale. Non a caso questa Settimana sociale mette al centro dei suoi lavori proprio ambiente, lavoro e futuro. Perché il mondo e la vita che ci circonda chiedono queste nuove attenzioni e visioni del domani.
I simboli, in questo caso, sono importanti. In due aree periferiche della città saranno piantumati 50 platani, alberi imponenti, resistenti allo smog, che riescono a offrire un effetto decorativo garantendo al tempo stesso un larghissimo assorbimento di anidride carbonica. Oltre a riqualificare gli spazi, gli alberi ricorderanno le piccole vittime innocenti della contaminazione dell’aria e dell’acqua, il cui sacrificio diventa monito perché́ si assumano impegni politici e nuovi stili di vita. D’altro canto, il progetto “Prendi il largo” permetterà di realizzare un impianto di trasformazione degli scarti dell’allevamento di molluschi in materiali per la bioedilizia. Circa 40 operai saranno coinvolti e impegnati su più fronti. E il luogo scelto della “buona pratica” non poteva che essere la città vecchia, alle prese da sempre con le sfide della povertà e della legalità. Lo sviluppo economico e il lavoro ripartono insieme proprio là dove mancano, dove sono latitanti.
Spazi per discutere e parlare, a Taranto, ce ne saranno, lungo i quattro giorni dell’evento. Ma subito appaiono davanti i nostri occhi “queste” buone pratiche di ecologia integrale, seguendo il magistero di papa Francesco. Il tema della 49a Settimana Sociale, Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso, mette insieme ecologia e ambiente, ecologia e lavoro, ecologia e futuro, ed è una scommessa che vuole superare il momento di studio del Convegno stesso, per abituarci fin da adesso alle buone pratiche di bene comune. E allora spazio a tutto ciò che mette in relazione crisi ambientale e crisi sociale. Taranto, con tutti i problemi dell’ex Ilva, diventa la città ideale per trasformare le idee e i progetti in pratiche sostenibili. Il faro resta l’enciclica sociale di papa Francesco Laudato Si’, che mette al centro la categoria di ecologia integrale, da intendersi nella prospettiva indicata dalla Fratelli tutti.
I numeri. A Taranto si ritroveranno oltre 80 Vescovi, 670 delegati, tra cui numerosi giovani, provenienti da 208 diocesi, in rappresentanza delle comunità ecclesiali che nei mesi scorsi si sono confrontate a livello locale, a partire da un Documento comune. Con loro dialogheranno esperti, esponenti del mondo politico, ecclesiale, civile e culturale. Sarà una kermesse che, almeno nelle intenzioni, vuole essere molto concreta. Le precedenti Settimane sociali avevano impegnato la Chiesa italiana nel suo insieme (presbiteri, vescovi, laici e associazioni e movimenti) su temi più specifici. E se la 48ª Settimana sociale (Cagliari, 26-29 ottobre 2017) ebbe come tema base Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo, solidale, la 47ª Settimana sociale (Torino, 12-15 settembre 2013) si soffermò su La famiglia, speranza e futuro per la società italiana, mentre la 46ª Settimana sociale (Reggio Calabria, 14-17 ottobre 2010) tenne il punto su i Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese.
Ora c’è Taranto. Città emblema di una crisi ambientale e sociale che si è acuita con la pandemia. I cattolici italiani – importante il contributo delle associazioni territoriali e in particolare dell’Azione cattolica italiana, che proprio durante la pandemia ha sperimentato nuovi cammini di sostenibilità ambientale e sociale (alcuni, peraltro, già presenti nel Bilancio di sostenibilità 2021 dell’associazione) – scendono in campo per “fare” bene comune.
È già un buon inizio per sperimentare quanto le democrazie, per migliorarsi, dovranno passare nei prossimi anni per le maglie strette della sobrietà, alterità, fraternità, sostenibilità e solidarietà. In una parola: per il bene comune.
di Gianni di Santo
Testo tratto da segnoweb.azionecattolica.it
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