Tenera Voce

Il Vangelo commentato dai giovani e dai salesiani. Prenditi un tempo di meditazione sulla Parola di Dio.

IV Domenica Tempo Ordinario

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,21-28


In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Commento

Il vangelo di oggi inizia in modo particolarmente interessante a parer mio. Infatti, la gente è anzitutto stupita che Gesù insegna di sabato e, subito dopo si stupisce nuovamente nel vedere come insegna: «insegnava loro come uno che ha autorità». La voce di Gesù ha autorità, vale più di quella degli scribi, o per lo meno è più convincente.

Questo vangelo tra tutti i suggerimenti che ci può dare ne cela uno che si riesce a cogliere con un po’ di attenzione e, riguarda proprio il modo che Dio ha di parlarci. È chiaro che la parola di Gesù ci parla e anche in modo piuttosto deciso: Allora cosa ci impedisce di accoglierla?
Se nella mia vita penso a quali sono gli ostacoli che la Tenera Voce di Dio deve smorzare per arrivare alla mia anima nuda, sicuramente, il primo è il rumore. Mi rendo conto che per buona parte della giornata sono pervaso da un, quasi fastidioso, rumore di fondo; buono solo a nascondere la paura della solitudine e del rifiuto. D’altro canto quando c’è il pericolo di mettermi in ascolto cerco subito, in maniera più o meno conscia, un modo per distrarmi; spesso con della musica, che regala quel breve ma intenso momento di sollievo.
Il secondo intralcio che trova spazio subito dopo aver accantonato il primo è «il rifiuto di noi stessi» (Henri J.M. Nouwen, Sentirsi Amati La vita spirituale in un mondo secolare.). Spesso le prime voci che riemergono dall’anima “spezzata”, quale quella di un uomo o una donna in carne ed ossa, non ci chiamano Amati anzi ci ricordano quanto poco valiamo; sono voci che dicono: non sei buono, non sei amato, non vali niente.

Un altro spunto regalatoci dal vangelo di oggi riguarda proprio la Potenza della parola di Dio; ad uno spirito impuro comanda così: «Taci! Esci da lui!» ed ecco che l’uomo posseduto contorcendosi un po’ rigettò il demone; impotente davanti alla bontà di Dio. Ecco basta una frase, forse una sola parola, che arrivi veramente al cuore e allo spirito perché questa germogli e sovrasti anche il rifiuto di noi stessi. Basta Dio.

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