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Tra cani e amore: cos'è la felicità?

La cosa che più mi colpisce è quanto sia ormai eroso il concetto di natura umana a cui spesso facciamo riferimento nella nostra evangelizzazione e vita di fede. Stavamo lavorando sulla differenza tra uomo e animale. E buona parte della classe ammetteva candidamente di credere che i cani pensano. E siamo finiti a parlare di amore e felicità.


Tra cani e amore: cos'è la felicità?

da Quaderni Cannibali

del 17 gennaio 2012 (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = '//connect.facebook.net/it_IT/all.js#xfbml=1'; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk')); 

           Stavamo lavorando sulla differenza tra uomo e animale. E buona parte della classe ammetteva candidamente di credere che i cani pensano. E siamo finiti a parlare di amore e felicità. I casi sono due: o io non so fare l'insegnante, oppure i cani c'entrano con l'amore e la felicità. Propendo di più per la prima ipotesi.

          'Ok ragazzi, secondo voi un cane può decidere di fare la dieta dimagrante?'. 'Beh no, prof. questo no, però i cani provano emozioni e hanno comportamenti che dimostrano di capire quello che gli si chiede di fare'. 'Certo, ma questo significa che hanno consapevolezza di sé? Che sanno quello che stanno facendo mentre lo fanno?'. 'Non capisco la domanda prof!'. 'Tu, quando hai fame, sai che hai fame e puoi decidere, per questo, di mangiare o di non mangiare, nel caso tu avessi deciso che vuoi fare la dieta! Un cane secondo te, può dire di no al suo senso di fame? Può scegliere di resistere ai suoi impulsi istintivi?'. 'Ah, no, certo che no'. 'Bene. Allora tu sei libera di scegliere se dire no all'istinto di fame, tanto che alcuni uomini sono morti per lo sciopero della fame, cioè hanno negato talmente tanto il loro istinto, per motivazioni di altro tipo, da lasciarsi addirittura morire. Un cane non lo potrebbe mai fare'. 'Beh questi sono matti, dai...'

          'Ecco, appunto, io credo che la vostra generazione, in generale, sia convinta che non ha senso e non serve dire di no ai propri istinti. O che comunque la felicità non può stare nel dire di no, ma nel dire di sì agli istinti'. 'Perché lei crede che la felicità possa davvero essere nel sentire fame, sete, sonno, ecc...'. 'Vi rispondo con una domanda: quando dite di sì, senza limiti, ai vostri istinti state bene?'. 'Senza limiti non è detto. Certo che se mangio un vasetto di Nutella intero poi sto male. Ma non posso stare senza mangiare la Nutella. Mi manca e sto male dopo'. 'Beh siete un po' epicurei in questo'. 'Epichè?'. 'Epicurei, una corrente di filosofi della antica Grecia che sosteneva che la felicità consiste nel piacere equilibrato, senza esagerazioni'. 'Eh, perché non è così?'

          'Io non sono epicureo. Io sono convinto che l'essere umano abbia sete anche di una felicità più grande, che non equivale al piacere, pur se equilibrato, ma al senso di soddisfazione nell'aver ottenuto un obiettivo desiderato, anche dovendosi dire dei no. Ad esempio, se volete coltivare una relazione affettiva solida, sapete anche voi che non sempre potete fare quello che volete. E che per venirvi incontro, a volte dovete dire dei no al vostro istinto. E magari sapete che se fate qualcosa per amore di lui/lei, e questo lo/la rende felice, siete felici anche voi. Eppure, vi è costato in termini istintivi'. 'Sì, è vero prof, ma non credo che una relazione possa stare in piedi su una fatica così, tutte le volte'. 'Beh se per te è solo una fatica, c'è qualcosa che non va. C'è che lui/lei diventa uno strumento per il tuo piacere, ma questo, perdonami, non è amore'.

          'Ma come no? Se io sto bene con lui non è amore? Anche donarsi piacere è amore, o no?'. 'Certo, ma anche i cani stanno insieme per piacere, ma non mi sembra molto umano. Ad esempio potreste pensare di stare insieme al vostro ragazzo/ragazza, senza fare l'amore per un po'?'. 'Ma prof. lei è fuori! Non ha senso...'. 'E invece io credo abbia senso, perché sarebbe un modo per vedere se il vostro amore è solo istinto o se amate anche col cuore e con la testa'. 'E secondo lei sarebbe più bello?'. 'Credo che vi porterebbe a scoprire una felicità diversa, meno legata al piacere e più alla gioia e alla condivisione tra di voi. La felicità assomiglia più alla gioia che al piacere'.

          'Ok, facciamo una scommessa allora prof. Io sto un mese senza fare l'amore col mio ragazzo e vediamo se ha ragione lei!' Martina mi ha sorpreso. L'ha buttata li come una battuta. Come spesso fanno questi adolescenti, che scherzano seriamente e sfidano a trovare il loro limite, apparentemente contro un altro, ma in verità per misurare sé stessi.

          Però stavolta il contenuto della sfida è insolito. Perché l'idea di astenersi dai rapporti sessuali, anche solo momentaneamente, è una delle cose più lontane dalla loro mentalità. Magari poi lo vivono di fatto, o per un residuo di rispetto di sé stessi, o per una impossibilità concreta, o per un combattimento interiore sull'immagine che hanno di sé. Però difficilmente sarebbero disposti ad ammetterlo e ancora più difficilmente ad accettarlo come sfida.Ma la cosa che mi colpisce di più è quanto sia ormai eroso il concetto di natura umana, a cui spesso facciamo riferimento nella nostra evangelizzazione e vita di fede. Sentita e pensata sempre più vicina a quella degli animali, a loro volta sempre più personalizzati, e che impedisce loro di orientarsi verso una idea di amore 'intero', non solo istintivo e immediato.

Non so se Martina davvero ci proverà. Ma sarebbe bello se lo facesse, anche solo come sfida.

Gilberto Borghi

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