Qual è stata ad oggi la fonte di informazione più veloce, attiva ed importante relativa allo Tsunami ? La CNN? Il New York Times? La Croce Rossa e le organizzazioni umanitarie? Il sito del Governo Tailandese? No. √â stato un sito Internet. Realizzato da 4 appassionati...
del 01 gennaio 2002
Qual è stata ad oggi la fonte di informazione più veloce, attiva ed importante relativa allo Tsunami ? La CNN? Il New York Times? La Croce Rossa e le organizzazioni umanitarie? Il sito del Governo Tailandese?
No.
É stato un sito Internet. Realizzato da 4 appassionati.
Il sito in questione è per la precisione un “blog” realizzato (gratuitamente) da 4 volontari (http://tsunamihelp.blogspot.com), che in meno di una settimana dalla nascita (immediatamente dopo l’inizio del disastro), ha ottenuto milioni di visitatori e raccolto migliaia di link e di informazioni utili.
E la maggior parte delle fotografie e dei video che tutti i network televisivi mostrano ormai da giorni, ininterrottamente, da quale media arrivano? Da Internet. In particolare sono stati raccolti da alcuni “blog”, che li hanno fatti circolare in rete prima che i Media tradizionali li scaricassero per trasmetterli in TV (effettuando una cernita del materiale da trasmettere, una selezione delle fonti e aggiungendo il commento dei propri giornalisti).
Stesso identico discorso per la “documentazione enciclopedica”. Oggi il miglior ritratto di quanto è successo nel Sud Est Asiatico si trova a questo indirizzo: http://en.wikipedia.org/wiki/2004_Indian_Ocean_Earthquake
E’ l’indirizzo di Wikipedia, l’enciclopedia fatta dagli utenti. Nessun editore, nessun redattore, nessun giornalista. Solo utenti Internet che possono aggiungere, modificare o cancellare qualunque contenuto, in qualunque momento.
Ma come è possibile che la stragrande maggioranza delle informazioni iniziali (notizie, foto, video delle ore successive al disastro) e delle indicazioni utili (link, numeri di telefono, indirizzi, howto, ecc.) siano arrivate da un media minore, quale oggi è la Rete, anziché dai Media tradizionali (in primis quello televisivo), più ricchi, accreditati e blasonati?
I nuovi padroni di casa del Web: i Bloggers
Per capire cosa è oggi il Web occorre fare un passo indietro e ripercorrere alcuni passaggi salienti della recente storia di Internet.
Da almeno 2 anni, ma con un’accelerazione impressionante negli ultimi 6 mesi (con le elezioni USA 2004), Internet e l’universo mediatico sono, infatti, radicalmente cambiati.
Il Web ha, di fatto, dei nuovi padroni di casa: i Bloggers.
E come hanno fatto i bloggers ad arrivare a dominare la rete?
I principali passaggi si possono così riassumere:
1. semplificazione della tecnologia e diffusione delle piattaforme di blogging (facilitata da investimenti di venture capitalists)
2. raggiungimento della notorietà sul Web, dovuta a ragioni tecniche (RSS, Permalink, Trackback, algoritmo di Google)
3. affermazione grazie alle caratteristiche intrinseche del nuovo media e al contesto (mancanza di barriere d’accesso, viralità, comunicazione non mediata).
Semplificazione della tecnologia e diffusione delle piattaforme di blogging La tecnologia web è diventata più semplice, più diffusa ed economica. Questo ha permesso di per sé la nascita di siti web individuali (o curati al più da 3-4 persone), contenenti informazioni di vario tipo (link, video, immagini, commenti, critiche su ogni categoria del sapere umano).
Si tratta di un risvolto talmente ovvio da avere però aperto una breccia mediatica rivoluzionaria. Se prima il sito web era solo possibile per un’azienda o per un personaggio famoso, oggi chiunque può avere il proprio sito; e qual è il modo più semplice di crearsi un sito? Farsi un blog.
I blog sono stati per lo più realizzata usando piattaforme così dette di blogging (come ad esempio Blogger ora acquistato da Google, Movable Type e Typepad di proprietà Six Apart, WoldPress, Manila, ecc.) che hanno reso estremamente facile, anche ai profani, scrivere e modificare pagine Internet (i sistemi di pubblicazione di contenuti precedenti, cosiddetti CMS come ad esempio PHPNuke, per quanto di gran lunga più performanti, richiedevano comunque una buona dose di competenze da webmaster).
La semplificazione tecnologica, bisogna ricordarlo, è stata resa possibile da investimenti di Venture Capitalists i quali continuano a finanziare le start up della blogosfera con investimenti a 9 zeri.
In definitiva, oggi chiunque può mettere in piedi un blog in 10 minuti, solamente usando un browser per navigare in internet (come Firefox, Opera o Internet Explorer).
Raggiungimento della notorietà sul Web dovuta a ragioni tecniche (algoritmo di Google, RSS, Permalink/Trackback) Una volta creati i blog hanno iniziato a raccogliere sempre più visitatori.
I motivi prettamente tecnici per cui i blog hanno riscosso enorme successo, sono diversi.
L’algoritmo di Google La prima ragione di natura tecnica va cercata in Google, da tempo il numero 1 indiscusso dei motori di ricerca.
I blog sono la “preda” perfetta dei motori di ricerca.
Andate su Google e cercate ad esempio “tsunami”; vi verranno visualizzati i risultati più pertinenti alla ricerca secondo l’algoritmo usato da Google. E come funziona questo algoritmo?
Per quanto si tratti di una “formula magica” mutevole ed alquanto sofisticata, possiamo dire che in linea di massima Google metterà in cima alla ricerca tutte le pagine web che risultano:
· molto linkate (quanto più un sito è linkato da altri siti, quanto più si suppone sia famoso)
· aggiornate (meglio un contenuto vecchio di 10 anni o uno nuovo e aggiornato di frequente?)
· con contenuti pertinenti all’argomento cercato (se nel nostro esempio uscissero siti sul rugby anziché sullo tsunami, Google avrebbe chiuso dopo 2 giorni!)
Questi 3 elementi (link, contenuti aggiornati di frequente e pertinenti alla ricerca) sono elementi nativi del blog.
Pensiamo infatti a un blog come Gizmodo, dedicato solo ai gadget: è aggiornato ogni giorno, è un sito linkato da 10,941 links provenienti da 6,446 siti e contiene solo immagini e recensioni di gadget. Di conseguenza se cercherete la parola “Gadget” su Google, potete stare certi di trovarlo fisso nelle prime posizioni (senza che Gizmodo abbia mai speso una lira in pubblicità).
RSS ovvero l’ANSA del nuovo millennio Se prima le notizie andavano scovate dagli utenti ora queste arrivano direttamente sui loro pc.
Questo è dovuto a 2 fattori principali:
1. la presenza di blog affermati (che fanno da aggregatori, da hub delle notizie più importanti)
2. l’utilizzo della tecnologia RSS.
RSS rappresenta una vera e propria rivoluzione all’interno della rivoluzione. Basti sapere che con questo strumento possiamo essere avvisati ogni volta che i nostri siti preferiti vengono aggiornati.
Questo significato che i blog più importanti sono equiparabili a delle vere e proprie agenzie di informazione; un lettore RSS è infatti né più né meno come avere le notizie ANSA aggiornate in tempo reale. Con il vantaggio che arrivano da più fonti e le fonti le scegliamo noi.
Inoltre RSS permette di monitorare i siti che ci interessano senza dover rilasciare la nostra email; in questo modo il problema di spamming viene bypassato, in quanto gli avvisi non passano per il protocollo di posta elettronica.
Per questo motivo la lettura degli RSS richiede un lettore dedicato da installare sul proprio PC – RSS reader, Opera Feeds, ecc. – o da usare via browser – come Bloglines, Pluck, ecc. (per chi vuoe approfondire l’attuale RSS market share http://www.burningdoor.com/feedburner/archives/000961.html ).
Lo stesso discorso vale per i link, dove addirittura i blog hanno introdotto una funzionalità cosiddetta di “trackback” che permette a un blog di mostrare in quanti altri siti è linkato il proprio articolo (“post”) con annesso link a ciascuno di questi siti. Un paradiso di ipertesto.
Affermazione grazie alle caratteristiche intrinseche del nuovo media e al contesto
Colmare il vuoto dell’informazione I blog hanno riempito uno spazio vuoto dell’informazione. Hanno colmato il bisogno di informazione “non mediata”, di informazione in presa diretta dai protagonisti dell’evento. Quindi, non notizie filtrate da giornalisti ma notizie direttamente da chi vive l’evento (vi interessa di più il commento diretto di un atleta che è alle olimpiadi o quello di un giornalista che è alle olimpiadi a commentare?).
Il turbo dei blog (viralità) La velocità è uno dei motivi del successo del web come fonte di informazione. In tutte le fasi del processo di creazione e distribuzione della notizia il web ha un chiaro vantaggio rispetto ad esempio alle Televisione. Un video può essere girato con una videocamera digitale, scaricato su un pc e distribuito/condiviso in rete nel giro di pochi minuti; tutta l’operazione è fattibile da una persona.
Non ci sono tempi di montaggio, Avid da usare, operatori da coinvolgere o scalette da rispettare (come per un TG tradizionale). La notizia viene registrata come avviene e viene subito distribuita. In tutto il mondo, subito.
Mancanza di barriere d’accesso Altro motivo che ha reso i blog così apprezzati è la mancanza di barriere d’accesso. Questo significa che chiunque abbia una grande notizia da segnalare, una foto o un video sensazionale lo può dire ai bloggers e (se la notizia merita) avrà altissime possibilità di vederla online magari entro pochi minuti! Quante volte l’ANSA o AP hanno pubblicato la vostra notizia ?
La crescita della cosiddetta blogosfera (l’insieme dei blog) è pertanto dovuta sia a motivi prettamente tecnici (semplificazione tecnologica, adozione di nuove tecnologie), sia a caratteristiche intrinseche contingenti di questo nuovo media (assenza di barriere all’ingresso nella circolazione delle notizie, velocità nella diffusione delle notizie, comunicazione non mediata).
Internet e Tsunami: il precedente delle elezioni USA 2004 Fino alle elezioni USA 2004, il ruolo dei blog era comunque rimasto confinato a strumento per nerds. Con le elezioni americane la situazione è cambiata.
I blogger politici più autorevoli, raccogliendo e raggiungendo un ampio bacino di utenti hanno attirato l’attenzione dei candidati ed il fenomeno Dean ha dato il via all’inclusione dei bloggers nel novero di media da rispettare.
I blogger sono stati invitati alle convention dei candidati (pur non essendo, in molti casi, giornalisti), hanno sollevato per primi lo scandalo Memogate della CBC ed hanno raggiunto l’attenzione dei grandi media.
Non a caso, pochi giorni prima del disastro dello Tsunami, il termine Blog era appena stato eletto come la parola del 2004.
Lo Tsunami e i Blog Date queste premesse è evidente che nessun stupore ha destato l’impatto di Internet e dei Blog riguardo al disastro dello Tsunami che ha colpito il Sud Est Asiatico.
Blog come BoingBoing, Waxy, Instapundit sono ormai protagonisti autorevoli del web ed era inevitabile che le notizie che fossero transitate per il web sarebbero state intercettate in primis dai padroni della blogosfera.
Un esempio recente del potere che oggi hanno i blog più autorevoli, ha riguardato la più importante software house del mondo, Microsoft. Microsoft ha di recente lanciato la propria piattaforma di blogging (“MSN Spaces”). Non appena partita è bastato un post della leggendaria Xeni Jardin (una delle anime del blog Boingboing) per smontare il servizio offerto dal big di Redmond e esporlo alla pubblica critica. http://www.boingboing.net/2004/12/02/msn_spaces_seven_dir.html (n.d.a.: Microsoft dovrà sudare 7 camicie per entrare in questo settore).
Ugualmente, non ha sbalordito la capacità di usare il web per ottenere donazioni e finanziamenti in aiuto dei paesi colpiti (solo Amazon ha già raccolto oltre 10 milioni di dollari). I precedenti, infatti, non mancano anche in questo campo. Uno per tutti, quello dell candidato alle elezioni USA Howard Dean, il quale riuscì a raccogliere 60 milioni di dollari ondine (Bush e Kerry hanno poi seguito le sue orme raccogliendo milioni e milioni di dollari ondine per le proprie campagne).
Problemi aperti Lo Tsunami del SEA ha però messo in luce alcuni limiti attuali del Web e della blogosfera, in particolare:
1. La distribuzione dei video
2. Limiti delle piattaforme di blogging
3.
1) La distribuzione dei video Il disastro dello Tsunami ha messo in luce un problema della Rete: distribuire un video a molte persone richiede competenze tecniche e costa. In pratica più sono gli utenti che si collegano a un sito per scaricare un video, più banda occorre.
Nel caso in questione i video amatoriali distribuiti da più parti hanno fatto si che i blog/siti che di volta in volta li hanno distribuiti sono andati immancabilmente giù, non appena gli accessi contemporanei sono stati decine/centinaia di migliaia.
Anche il celebre sito Internet Archive, che raccoglie migliaia di video/immagini/testo é andato giù non appena il noto blog Waxy ha spostato lì i file dei video.
La soluzione tecnica ovvia é stata allora quella di usare BitTorrent (che fa si che più sono gli utenti più il carico si distribuisce tra di loro, quindi più utenti scaricano e meglio é). Il problema di BitTorrent é che per scaricare i file serve un client apposto e per rendere un file disponibile serve 'encodare' il file in formato .torrent ed occorre un tracker torrent su un web server. Operazioni che non sono alla portata di tutti (un conto é scrivere su un blog via browser, un conto é lavorare via ftp, installare tracker ed encodare file).
La soluzione per questo primo problema tecnico é ormai prossima ed é rappresentata da progetti come BlogTorrent e Prodigem (Torrentocracy), che permettono di semplificare il processo di creazione e distribuzione di file in formato torrent.
Anche applicazioni come CCPublisher che permettono di uploadare facilmente file, in licenza Creative Commons, su Internet Archive, se saranno integrate con protocolli tipo BitTorrent, offriranno molto presto ottime possibilità di distribuzione.
2) Limiti attuali delle piattaforme di blogging Le attuali piattaforme di blogging sono perfette in una situazione definita. In altre parole, si definisce il numero degli autori del blog, si affida loro un nome utente e una password, si settano dei privilegi (così da permettere, ad esempio, di moderare i post inseriti da altri) e ..si blogga.
Il problema si pone nel momento in cui si ha bisogno di raccogliere informazioni da più utenti, anche anonimi, che devono essere in grad di interagire tutti con tutti e possibilmente tramite tutti i devices possibili (web, email, sms).
Chi ha esperienza di blog multiutenti ed ha mai provato a creare un sistema di story telling modellato con Movable Type o WordPress, sa bene quanto lavoro ci sia da spendere (a fronte poi di CMS come WebGui, che invece già integrano tali funzionalità, ma richiedono installazione e un certo grado di competenze in fase di configurazione). Lo Tsunami ha messo in luce chiaramente questo limite. Basta pensare al blog tsunamihelp.blogspot.com, che inizialmente raccoglieva le segnalazioni sotto forma di commento ad un unico post, per poi ripostare quelle di interesse !
Lo stesso ideatore Griffin, per altro, ha poi dichiarato che uno strumento come il wiki sarebbe stato ben più adatto allo scopo (Wikinews è comunque venuto in soccorso).
Più in generale l’impressione è stata quella di avere a disposizione ottimi strumenti (blog, cms, wiki, social networking tools, ecc.) ma ancora sostanzialmente scollegati tra di loro e a bassa “portabilità”. Posso ad esempio arrivare a fare un video con un telefonino (con molta memoria) ma come lo posto facilmente su un blog al pari di un moblogging?
Oppure ancora come posto su un sito degli SMS (per colmare questa lacuna è uscito dopo qualche giorno un progetto in tal senso http://sms.x11.net/arc/, ma ancora in fase sperimentale).
Conclusioni Nessuno di questi problemi tecnici è invalicabile (al contrario, alcuni aspetti sono di facile soluzione). Possono però essere una preziosa indicazione delle funzionalità che dovranno presto essere implementate negli applicativi web, affinché la Rete diventi sempre più utile, sia nella vita quotidiana sia in situazione di emergenza come quella appena capitata.
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