Colui: chi è? È Gesù Risorto, colui che lo aveva afferrato sulla via di Damasco, quel Gesù che è diventato la sua vita, il suo riferimento costante. Paolo ha conosciuto la potenza della sua risurrezione, grazie alla quale Lui trasfigurerà il nostro misero corpo a immagine del suo corpo glorioso!
del 09 ottobre 2008
Commento alla liturgia di Domenica 12 ottobre 2008.
 
XVIII Domenica del tempo ordinario
 
 
Letture:  Isaia 25, 6-10                  Filippesi 4, 12-20                           Matteo 22, 1-14
 
> Siamo giunti alla 4° tappa del nostro itinerario in compagnia della lettera di s. Paolo ai Filippesi. La Liturgia di questa domenica ne riporta pochi versetti, quelli conclusivi, su ci fermiamo un attimo. Occorre, come sempre, che tu faccia lo sforzo di leggerli per tuo conto: siamo al cap. 4 dal v. 10 fino alla fine. Ecco i temi più importanti:
 
> La riconoscenza: San Paolo è in carcere e ha bisogno di tutto. I cristiani di Filippi mandano un loro messaggero, Epafrodito, con dei doni e del denaro per lui. “Ho provato grande gioia nel Signore, perché finalmente avete fatto rifiorire i vostri sentimenti nei miei riguardi”. “All’inizio della predicazione del Vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa aprì con me un conto di dare o di avere, se non voi soli…”   “Sono ricolmo dei vostri doni, ricevuti da Epafrodito, che sono un profumo di soave odore…”.
Quanto è umano s. Paolo in queste battute! Ringrazia i suoi amici, gli unici che gli sono stati vicini nel momento della difficoltà e della prova.
S. Paolo inizia sempre le sue lettere (eccetto quella ai Galati!) ringraziando Dio e i fratelli e assicurandoli della sua preghiera.
* La riconoscenza allarga il cuore, rallegra lo spirito e dispone alla generosità.
* L’ingratitudine rattrista, sconcerta, dà adito a sentimenti … di poca carità.
Tu sai essere riconoscente con il Signore? Ringrazi o fai della tua preghiera una sfilza di richieste?
Sai essere riconoscente anche con le persone che ti stanno vicino?
 
> “So bastare a me stesso”: può sembrare una frase di una persona orgogliosa, che vanta la propria indipendenza. Invece è la constatazione di una vita che ha saputo adattarsi al bello e cattivo tempo, “alla povertà e alla ricchezza, alla fame e alla sazietà, all’abbondanza e all’indigenza!”.
Le difficoltà aguzzano l’ingegno, temprano il carattere e rafforzano la volontà.
Per s. Paolo c’è anche il desiderio di non essere di peso a nessuno e quindi riafferma la propria indipendenza, senza per questo dimenticare chi lo ha beneficato.
 
> “Tutto posso in Colui che mi dà forza!”: è la frase più bella, secondo me, di questa ultima parte della lettera. È anche la frase che vorrei lasciarti come dono per questa nuova settimana.
·        Colui: chi è? È Gesù Risorto, colui che lo aveva afferrato sulla via di Damasco, quel Gesù che è diventato la sua vita, il suo riferimento costante. Paolo ha conosciuto la potenza della sua risurrezione, grazie alla quale Lui trasfigurerà il nostro misero corpo a immagine del suo corpo glorioso!
·        Tutto posso: ma capisci? TUTTO! S. Paolo ripensa alle chiese che ha fondato, alla sua predicazione, resa efficace dalla potenza di Gesù. Il suo pensiero corre alle fatiche sopportate per amore di Gesù (naufragi, percosse, lapidazioni, persecuzioni…). Tutto ha sopportato per amore, contento, come i primi Apostoli, di essere oltraggiato per il nome di Gesù. Anche il suo progetto di andare a Roma sarà possibile grazie a Lui, il Signore.  Anche per te e per me questa Parola può diventare vera: possiamo tutto! Perché Gesù è con noi! È Lui che opera, che muove i cuori, che sostiene le nostre fatiche, che incoraggia i nostri sforzi… Perché
·        Lui mi dà forza! : Gesù, prima di lasciare i suoi discepoli, promise lo Spirito Santo: “Riceverete forza dallo Spirito Santo”. Tutto il libro degli Atti degli Apostoli è un attestare la verità e il realizzarsi di questa promessa. Tutta la storia della Chiesa e dei Santi dimostra che solo Lui è la forza, che va al di là (e qualche volta anche contro o nonostante) degli eventi e delle persone!
 
Pensa alle tue debolezze, alle paure del tuo cuore, ai momenti di fragilità o di peccato.
Lui è al tuo fianco per essere la tua forza! La nostra forza
·        Nelle tentazioni di ogni genere
·        Nello scoraggiamento
·        Nella rabbia contro qualcuno
·        Nella pigrizia nel fare il dovere
·        Nella poca voglia di pregare
·        Nelle infedeltà agli impegni
·        Nella fatica di perdonare
·        …………………………………………………………
·        …………………………………………………………
 
 
Fermati ora in preghiera e ringrazia Ges√π, tua forza, tuo sostegno, tuo conforto. Chiedigli che ti doni il suo Spirito nelle situazioni in cui hai pi√π bisogno di forza e di coraggio.
 
> “VENITE!”: un solo pensiero legato al Vangelo di questa domenica, una parabola che certamente già conosci. Mi colpisce sempre il grido di questo Re che vede la sala del banchetto di nozze semi deserta. Aveva spedito un sacco di inviti: era o no un Re? Le risposte pochissime! Tante scuse!!!
È quello che capita ancora oggi. Dio continua a diramare inviti attraverso le modalità più disparate e riceve un sacco di rifiuti, di porte in faccia. Mi rattrista questo, anche perché tante volte ho vissuto questo rifiuto da parte di tante persone “invitate”.
Il mese di ottobre è il mese del Rosario e anche il mese “missionario”.
Prego perché tu diventi nel tuo posto di lavoro, di studio, nella tua famiglia, con gli amici… “senza andare troppo lontano!” un missionario, uno che dove va “invita a partecipare alle nozze”!  cioè a incontrare Gesù .
don Gianni Ghiglione
Versione app: 3.26.4 (097816f)