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TWITTER Il microblogging che cinguetta nella rete

Creato nel 2006 da una società californiana, Twitter, in italiano “cinguettio”, è un servizio web estremamente semplice, che permette ai suoi utenti di tenersi in contatto attraverso lo scambio di piccoli frammenti di testo, i cosiddetti “aggiornamenti di stato”, attraverso cui comunicano quello che stanno facendo in ogni momento.


TWITTER Il microblogging che cinguetta nella rete

da Attualità

del 22 maggio 2009

Mentre nelle strade di Lhasa scoppia la rivolta per l'indipendenza del Tibet, sulla rete alcuni cittadini cinesi e tibetani si danno battaglia a colpi di video su YouTube e cinguettii su Twitter. Così a Mumbai, qualche mese dopo, sono ancora Twitter e blog come Mumbai Help ad essere utilizzati dai cittadini per condividere e trovare informazioni su quanto sta succedendo durante gli attacchi terroristici. Dagli aggiornamenti in tempo reale della fuga del citizen journalist Zuola dalle autorità di Pechino fino alle chiacchiere quotidiane dello scrittore Paulo Coelho, Twitter si è rivelato negli ultimi due anni un interessante e innovativo strumento di comunicazione e socializzazione.

Creato nel 2006 da una società californiana, Twitter, in italiano “cinguettio”, è un servizio web estremamente semplice, che permette ai suoi utenti di tenersi in contatto attraverso lo scambio di piccoli frammenti di testo, i cosiddetti “aggiornamenti di stato”, attraverso cui comunicano quello che stanno facendo in ogni momento. Questi brevi messaggi di testo, non più lunghi di 140 caratteri, possono essere scritti in molti modi, via SMS, via e-mail, via chat o mediante il sito www.twitter.com, e vengono notificati a tutti gli utenti che si sono registrati come followers della persona che scrive. Come si legge sulle pagine del sito, si tratta di un servizio per amici, famiglie e colleghi, ma la sua semplicità d'uso e le sue caratteristiche di multicanalità hanno permesso a Twitter di divenire, all'occorrenza, anche uno strumento vero e proprio di informazione e comunicazione, come nei casi descritti sopra. Basta inviare un SMS da una piazza o collegarsi un attimo da un Internet Cafè, e in pochi secondi si diramano informazioni a migliaia di persone. Considerato il numero di utenti, superiore ai 2 milioni, e soprattutto il trend di crescita molto elevato (+ 600% in un anno), Twitter non ha molto da invidiare ai più diffusi social network Facebook e MySpace. Trattandosi poi di un servizio di microblogging, non è in diretta competizione con i giganti di cui sopra, ma può vantare di esser stato precursore proprio per quanto riguarda il concetto di status update, oggi copiato da tutti i network e le community più diffuse, Facebook compreso.

In sintesi, Twitter ha dato una risposta a tutte quelle richieste di comunicazione veloce, semplice e libera che serpeggiavano nel mondo dei blogger, e paradossalmente avrebbe avviato, secondo alcuni osservatori, un lento declino proprio dei blog. Wired ad esempio ha pubblicato un articolo, a fine 2008, in cui lanciava la provocazione 'volete aprire un blog? Lasciate perdere. Il blogging è roba del 2004. Andate su Twitter o Facebook, piuttosto'. Certamente è un parere poco condivisibile, ma rende l'idea di come il microblogging abbia preso piede e si sia affermato proprio come nuovo strumento di comunicazione e di socializzazione.Certo anche Twitter desta qualche perplessità, proprio come Facebook, rispetto ad un utilizzo puramente esibizionistico e voyeuristico, un utilizzo ahimè molto diffuso, che lo ha fatto definire, da alcuni, come un “antipatico ed inutile prolungamento del proprio io più irrilevante”. Non si può affermare, in effetti, che aggiornamenti come 'sono a fare la spesa', 'mi sto lavando denti', 'devo prendere una decisione' o “sono in bagno” si possano definire particolarmente rilevanti. Ma è anche vero che qualunque strumento di comunicazione, anche di massa, può essere (e lo è) utilizzato per veicolare informazioni o immagini a dir poco irrilevanti. Sicuramente però ne ha fatto un uso migliore James Karl Buck, studente dell'Università di Berkeley e giornalista praticante, che, arrestato dalla polizia egiziana mentre fotografava una manifestazione non autorizzata, ha inviato dal cellulare il messaggio “arrested” ai suoi followers su Twitter ed è così riuscito ad essere liberato ed assistito dall'ambasciata statunitense nel giro di 24 ore.

 

Stefano Moro

http://www.dimensioni.org

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