Andrea Comand, morto lo scorso anno, ha lasciato l'azienda ai cinque dipendenti che l'hanno riaperta il 4 settembre. Un progetto imprenditoriale che ha sempre condiviso con loro...
del 05 settembre 2017
Andrea Comand, morto lo scorso anno, ha lasciato l'azienda ai cinque dipendenti che l'hanno riaperta il 4 settembre. Un progetto imprenditoriale che ha sempre condiviso con loro...
È una storia che ha commosso il Friuli e che è balzata in questi giorni agli onori delle cronache nazionali. Andrea Comand, imprenditore di Mortegliano (Udine) morto lo scorso luglio a soli 39 anni a causa di un tumore, ha lasciato l’azienda – l’officina “Garage srl” – ai cinque dipendenti. Alcuni di questi erano stati con lui sin dall’avvio dell’attività, nel 2011; e così, dopo aver visto l’officina nascere e crescere, ne hanno ricevuto in eredità le quote e hanno riaperto l’attività – dopo un periodo di fermo dovuto a questioni burocratiche – lunedì 4 settembre.
I cinque lavoratori hanno espresso la loro gratitudine in una lettera aperta inviata al quotidiano locale, il Messaggero Veneto: «Siamo stati sempre coinvolti, partecipi, spronati al fine di raggiungere gli obiettivi aziendali: sempre tutti insieme, come insieme abbiamo affrontato il suo periodo di malattia. Come lui è stato vicino a noi, noi siamo stati con lui… con il cuore prima di tutto… il nostro motto è stato sempre quello: “Non lasciamolo solo, ma stiamogli accanto come una famiglia”», hanno scritto.
Parole che hanno, come dicevamo, profondamente toccato tutti coloro che le hanno lette; in una regione in cui il ricordo di aziende che hanno chiuso – quale che ne fosse il motivo – lasciando di fatto senza alcuna entrata economica intere famiglie, è ancora forte.
Numerosissimi sono stati i messaggi lasciati sia sui social che nella sezione commenti del Messaggero Veneto: «Una bella storia anche di responsabilità da parte di un giovane imprenditore, nei confronti dei propri “colleghi” malgrado la sofferta circostanza. Forse tra qualche secolo capiremo che questa sarà la vera rivoluzione industriale e cioè, la condivisione di un progetto imprenditoriale e non certo il solo ingaggio di menti o braccia»; «Che meraviglia leggere queste parole in un momento in cui il lavoro è guerra ed arrivismo e dove la generosità è ormai scomparsa»; «Bravo, encomiabile, non ha lasciato famiglie sul lastrico».
Ora non resta che fare i migliori auguri per la prosecuzione dell’attività ai cinque ormai ex dipendenti; un nuovo capitolo che di fatto l’imprenditore aveva preparato con loro già in vita, conscio della gravità della sua malattia.
Amanda Cima
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