“Il T. Borel entrava nelle mie idee e non potendo farsi altrimenti egli divisava di scegliere una dozzina di ragazzini, e fare privatamente il catechismo a costoro; aspettando tempi più favorevoli per compiere i nostri disegni.- Non così, io rispondeva, il Signore ha cominciato e deve finire l'opera sua.
del 10 ottobre 2002
- Ma intanto dove radunare i nostri ragazzi? - Nell’oratorio. - Dov’è questo oratorio? - Io lo veggo già fatto – veggo una chiesa – veggo una casa – veggo u recinto per la ricreazione, questo c’è e io lo veggo. - Dove sono codeste cose? - Non so ancora dove siano, ma io le veggo. Ciò diceva pel vivo desiderio di avere tali cose, ed era intimamente persuaso che Iddio le avrebbe provvedute.” (S. G. Bosco – Cenno storico dell’Oratorio di S. F. di Sales, 1854
… e quel sogno di don Bosco, è diventato realtà, uno spazio fisico per accogliere i giovani, uno spazio di relazione, di crescita. “Fedeltà a don Bosco e fedeltà ai giovani”, questo si può dire sia il motto che da più di un secolo accompagna gli educatori, salesiani, suore e laici che operano nell’ambiente non solo oratoriano, in ogni angolo del mondo.
Una ricchezza educativa custodita si, ma anche condivisa con il territorio in cui operiamo, per cercare nuove strade di vita, per tenere aperto lo sguardo sul volto del mondo giovanile in continuo cambiamento.
Questo è anche l’obiettivo del Convegno sull’Oratorio organizzato dalle ispettorie salesiane del Triveneto: rilanciare e rinnovare l’oratorio come spazio di crescita, spazio di relazione educativa vitale per i giovani del nordest.
I lavori sono in corso, le provocazioni non mancano e le aspettative sono tante … fedeli a don Bosco, vogliamo che l’oratorio continui ad essere una proposta educativa e culturale di qualità.
MGS Triveneto
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