Omelia di don Paolo Mojoli nel 400^ anniversario della morte di San Francesco di Sales
Nel cuore salesiano, sembra veramente di ritrovare don Bosco: la preghiera semplice ma costante, il dovere quotidiano, la gioia. Puoi fidarti e lasciare che Gesù viva e agisca in te.
Essere, vivere, agire, parlare, rapportarti con le persone proprio «Come piace a Dio»: c’è un bellissimo libro, su san Francesco di Sales e Giovanna di Chantal (co-fondatori della Visitazione), intitolato proprio così e forse queste poche parole ci offrono la miglior sintesi del messaggio salesiano.
La seconda Lettura non è stata scelta a caso: «Dio è Amore». Qui ritroviamo sia la santità di Dio, sia quella delle persone «della porta accanto» che, nell’umiltà e concretezza, ci donano un’autentica esperienza di Dio.
Se qualcuno obbiettasse: «Ma io, con la mia vita piena, stressante, non ho nemmeno il tempo per pensare a Dio o per far del bene! Poi la domenica dobbiamo tutti riposare, la Messa è proprio difficile…». San Francesco di Sales risponderebbe:
«Eliminare il percorso verso la santità, la vita devota, dalla caserma del soldato, dalla bottega dell’artigiano, dalla corte del principe, dall’intimità degli sposi è un errore, anzi un’eresia».
Se poi qualcun altro avesse da contraddire: «Io ho provato a vivere nella Chiesa, ad impegnarmi nei gruppi ecclesiali, nelle iniziative delle Sorelle Visitandine, in quelle dei salesiani e delle salesiane… ma vi ho anche trovato gente con talmente tanti difetti». Francesco… ci direbbe con la sua massima cordialità che siamo tutti limitati e peccatori, ma non è questa una ragione sufficiente per arrendersi nello stupendo viaggio verso la virtù e la santità.
Spesso, purtroppo, «Ognuno si crea la devozione secondo le proprie tendenze e la propria immaginazione. Chi si consacra al digiuno, penserà di essere devoto perché non mangia, mentre ha il cuore pieno di rancore; e mentre non se la sente di bagnare la lingua nel vino e neppure nell’acqua, per amore della sobrietà, non avrà alcuno scrupolo nel tuffarla nel sangue del prossimo con la maldicenza e la calunnia. Un altro penserà di essere devoto perché biascica tutto il giorno una filza interminabile di preghiere; e non darà peso alle parole cattive, arroganti e ingiuriose che la sua lingua rifilerà, per il resto della giornata, a domestici e vicini. Qualche altro metterà mano volentieri al portafoglio per fare l’elemosina ai poveri, ma non si riuscirà a cavare un briciolo di dolcezza dal cuore per perdonare i nemici; ci sarà poi l’altro che perdonerà i nemici, ma di pagare i debiti non gli passerà neanche per la testa; ci vorrà il tribunale».
Cominciamo noi, noi che siamo qui a dimostrare che la santità non corrisponde con le sue ridicole e tristi contraffazioni, le maschere che ci creiamo nascondendo il vero Amore per Dio, per i fratelli e le sorelle.
Piuttosto, «Fa’ come i bambini che con una mano si aggrappano a quella del papà e con l’altra raccolgono le fragole e le more lungo le siepi; anche tu fai lo stesso: mentre con una mano raccogli e ti servi dei beni di questo mondo, con l’altra (o Filotea) tieniti aggrappata al Padre celeste, volgendoti ogni tanto verso di Lui, per vedere se le tue occupazioni e i tuoi affari sono di suo gradimento».
Certo, sono bei pensieri, ma! Ma la vita adesso è così difficile, complicata, la gente parla solo di cose negative, arrabbiata o sfiduciata non importa, il Covid, il disastro economico, il vedere che non è andato tutto bene, la guerra tra vaccinati e non vaccinati.
Si potrebbe continuare, ma san Francesco di Sales ha una risposta valida, delicata e forte al tempo stesso, valida anche ai giorni nostri! Lì, come e dove siamo, ci inviterebbe cordialmente a cercare piccoli (ma validi) segni di speranza; prospettive di fede e carità; modalità concrete per coltivare e seminare un solido ottimismo (e non campato per aria); lasciare che Dio realizzi con noi una piena comunione con Lui, i fratelli e le sorelle.
In realtà, quello che pare un fallimento su tutta la linea è un nulla che può diventare addirittura favorevole o necessario, per sgomberare da noi tutto ciò che non coincide con il Dio di Gesù Cristo: solo perdendo noi stessi e tutto ciò che non è Lui, allora potremo ritrovarlo. È la logica del chicco di frumento evangelico. Saremo, grazie a Dio, luce del mondo e sale della terra.
E sarà gioia piena.
Don Paolo Mojoli
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