Un'omelia che di arriva da Monza per la celebrazione della messa del 31 gennaio 2022
1. Una umanità al contrario?
Viene il sospetto che siamo una umanità al contrario. L’esortazione di Paolo ci mortifica: sembra che presenti un ideale doveroso, ma irraggiungibile. Paolo dice: siate sempre lieti nel Signore. E noi, a quanto sembra, siamo sempre scontenti, tristi, spesso arrabbiati. Continuiamo a lamentarci degli altri e del mondo e a essere insoddisfatti di noi stessi.
Paolo dice: la vostra amabilità sia nota a tutti. E noi abbiamo l’impressione di non essere amabili, di essere considerati antipatici o insignificanti. Ci accorgiamo di essere spigolosi, reattivi, aggressivi, fino a ferire anche le persone che hanno attenzione per noi. Abbiam l’impressione di non essere amabili e di non essere amati da nessuno. Paolo dice: quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. E invece i nostri pensieri spesso si rivolgono a ciò che è meschino, volgare, ingiusto. Spesso ci capita di viaggiare in pensieri e fantasie e siti di cui ci vergogniamo e che pure ci attirano in modo irresistibile.
Siamo dunque una umanità al contrario? Siamo una umanità sbagliata? Il sospetto che raggiunge tutti noi, è forse particolarmente insidioso negli anni della adolescenza e della giovinezza.
2. La preferenza di Gesù.
A voi che siete l’umanità sbagliata, l’umanità scontenta, l’umanità al contrario si rivolge però la parola di Gesù, per voi sono le pagine del vangelo che sono proclamate perché giungano oltre le mura del tempio, oltre la cerchia della gente per bene, oltre il gruppo di quelli bravi.
La parola di Gesù infatti dice: umanità sbagliata, io sono venuto per voi. Non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori, non sono venuto per quelli sani, contenti di sé, ineccepibili, ma per i malati che hanno bisogno del medico, non sono venuto per i devoti che frequentano il tempio e così si sentono a posto davanti a Dio, ma per i peccatori che si sentono in colpa, per i malati che si sentono emarginati come se la malattia fosse una maledizione di Dio, per i delinquenti crocifissi e pentiti. Sono venuto per quelli che non contano niente, il più grande nel mio regno è quello che diventa come un bambino.
3. La preferenza di Gesù è la vocazione a diventare suoi amici.
Gesù è venuto per i peccatori e Paolo dice: quindi è venuto per me che sono l’ultimo dei peccatori. Ma la sua venuta, la sua presenza non è per una consolazione a buon mercato, come se dicesse: so che sei sbagliato, ma non farne un dramma, cerca di accettarti così come sei. No! È venuto piuttosto per dire: tu vieni, seguimi, diventa mio amico! Così è stato per Paolo, così è per tutti coloro che incontrano Gesù. “Ma, Signore, tu sai che sono un peccatore”.
Per te sono venuto, perché tu veda la mia gloria e possa diventare figlio del Padre mio. Tu vieni, seguimi, diventa mio amico, se vuoi”
“Ma, Signore, tu sai che io sono meschino, ambizioso, incostante, volgare, cattivo”.
“Per te sono venuto, io ti chiamo, io desidero essere tuo amico. Vieni, seguimi, ti dono il mio Spirito perché tu possa imparare da me che sono mite e umile di cuore”. “Ma, Signore, io non combino niente, io non posso esserti utile in niente, io non sono capace di fare niente!”. “Per te sono venuto, amico mio. Non per quello che sai fare, non per ciò per cui puoi aiutarmi, ma per te, amico mio. Poi, se tu rimani in me e io in te, porterai molto frutto.”.
4. L’amicizia con Gesù diventa missione.
Chi segue Gesù, chi diventa suo amico, percorre le stesse strade di Gesù. Non sempre si capisce che cosa dica Gesù, ma l’essere suoi amici convince ad ascoltare. Non sempre si capisce perché Gesù vada da certa gente, ma l’essere suoi amici convince a seguirlo anche là, nella casa dei peccatori, nella casa delle persone antipatiche. Non sempre è rassicurante stare con Gesù, quando lo contestano, quando cercano di lapidarlo, quando si scatenano polemiche violente con i capi dei giudei, ma l’essere suoi amici convince a stare dalla sua parte, anche quando molti lo abbandonano.
Chi segue Gesù percorre le stesse strade di Gesù. Perciò visita con il suo stesso atteggiamento mite e umile, forte e coraggioso, fedele alla verità e ricco di compassione tutte le persone che incontra.
Perciò gli amici di Gesù escono dalla cerchia rassicurante della propria compagnia abituale per diventare amici che invitano a fare amicizia con Gesù, per dire ai loro coetanei che si sentono sbagliati, che sono arrabbiati, che si ripiegano nella loro solitudine scontenti di sé e del mondo: venite anche voi, Gesù vi chiama alla sua amicizia.
Don Bosco ha percorso questa strada con straordinaria intelligenza, intraprendenza, fortezza: ha rivelato ai ragazzi di Torino e poi del mondo intero, a tutti quelli che si sentivano umanità sbagliata, antipatica, insignificante, arrabbiata che Gesù li chiama ad essere suoi amici e a percorrere la sua via. Così lo Spirito di Gesù potrà rendere ciascuno un uomo, una donna, amabile, lieto, buono, pronto per ogni opera buona. Celebriamo la festa di don Bosco rinnovando a tutti gli adolescenti l’annuncio del Vangelo: Gesù è venuto per voi! e chi ascolta il messaggio e accoglie l’invito raccoglie anche il mandato: andate a dire a tutti che il Signore è qui e ti chiama perché vuole essere tuo amico.
Festa di san Giovanni Bosco / Adolescenti zona Quinta
CELEBRAZIONE EUCARISTICA – OMELIA / Monza, Duomo – 31 gennaio 2022
Fil 4,4-9; Mt 18,1-5
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